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Appello per una politica degli spazi per attività giovanili

Publie le giovedì 24 luglio 2003 par Open-Publishing

Siamo associazioni e singole persone da sempre impegnate per una crescita civile e sociale delle comunità in cui lavoriamo e viviamo. Costruiamo attività legate allo sport per tutti, alla socialità diffusa, al buon uso del tempo libero, allo spettacolo e all’arte. E spesso, con mille difficoltà, gestiamo luoghi in cui svolgiamo tutte queste cose. Luoghi che sono punti di riferimento importanti per i quartieri più difficili, in cui spesso i bisogni di socialità hanno risposte che oscillano tra il nulla e il mercato.

Questo ragionamento, vero in generale, diventa ancor più lacerante se riferito alle fasce giovanili. Tutti gli studi sociologici e di marketing ormai concordano sul fatto che la "categoria giovani" è stata individuata in funzione di una sua targettizzazione rispetto al mercato potenziale che rappresenta. Dall’abbigliamento al cibo, dalle scelte musicali alle abitudini di comportamento, fino all’apertura del grande mercato del divertimento.

Noi operiamo in quello spazio tra quel nulla e quel mercato; in quello spazio in cui le persone sono cittadini, e non clienti.

Nulla di tragico. Ma non saremmo seri se non ragionassimo fino in fondo di quello che tutto ciò comporta in termini di spaesamento, disagi, orrendi modelli di riferimento, uso del proprio tempo e scelte di vita.

I tempi però stanno cambiando, e si sta affacciando sulla scena una nuova generazione di persone che cercano modelli e stili di vita differenti, tentando di districarsi nella giungla del finto divertimento del consuma e fuggi, che trova la sua più lampante espressione nei centri commerciali , come la Fiumara. Molti trovano una alternativa, potendo contare su più strumenti (economici, culturali e sociali); molti percepiscono un qualcosa che non funziona ma faticano a trovare modi e luoghi in cui poter vivere l’esaltante avventura del costruirsi una consapevolezza e un’identità piena.

Queste riflessioni ci spingono a chiedere - in qualche modo ad esigere - che una amministrazioni importante come quella di Genova si dia una strategia e una politica su questo. Sappiamo che Genova è una città con moltissimi anziani, ma non è una ragione sufficiente per non trovare soluzioni ad un problema urgente come quello degli spazi (fisici e culturali) per la libera espressione dei ragazzi e delle ragazze di questa città.

Gli spazi fisici, che ricordiamoci, sono un diritto e non una gentile concessione - se si vogliono trovare - si trovano.
Per questo noi diamo la nostra piena disponibilità a costruire e a gestire - anche in modo consortile - spazi che il Comune potrà mettere a disposizione per la realizzazione di un polo culturale giovanile in cui si possano realizzare le attività più disparate: dalla musica ai corsi di computer, dal turismo responsabile alle animazioni per bambini, dal baratto di libri e cd al commercio equo e solidale.

Sappiamo che c’è una possibilità aperta sugli spazi di Via Bertani. In poco più di un mese, in uno stabile abbandonato da circa cinque anni, sono nati: una radio libera, numerosi laboratori teatrali, artistici, informatici, multimediali e una palestra; sono stati aperti un cineforum gratuito alcune aule studio e luoghi di confronto, dibattito e socialità. Non ci risulta che ci siano progetti della amministrazione Comunale in tempi brevi su quegli spazi. Possiamo ragionare su come gestire quel luogo? Ce ne sono altri?

Chiadiamo che si apra un ragionamento approfondito su questo tema, senza scorciatoie né sotterfugi, ma con la piena consapevolezza della dignità che questo problema ha. Una città civile sa bene che la socialità e la cultura sono bisogni a cui ogni persona tende, molto più di quanto - spesso - sia in grado essa stessa di riconoscere.

Promotori dell’appello e prime adesioni:
Arci Genova, Uisp Genova, Associazione Città Aperta, Associazione Piazza Carlo Giuliani, Lavoratori delle Cooperative Sociali, Rete di Lilliput - Nodo di Genova (in attesa di conferma), Mani Tese Genova; Comunità S.Benedetto al Porto, Centri sociali Zapata e TDN, Associazione Ya Basta! Genova, I Disobbedienti e le Disobbedienti, Associazione Leonardi V Idea, Circolo Arci Mascherona, Circolo Arci Citta’ Futura, Lila Genova, Collettivo Contro-Verso (Lettere e filosofia), CAT (Collettivo amici TV indipendenti), Coordinamento Lavoratori Cooperative Sociali di Genova, Coordinamento precari IST, R-esistenze precarie ...

(le adesioni che via via arrivano saranno rese note)