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Secondo l’istituto cambiano i bisogni e gli stili di consumo
Poverta’, Eurispes: ’’oltre 15 milioni di italiani a rischio’’
La presidente di Donne europee-Federcasalinghe, Gasparrini: ’’solo lo
0,9% del Pil in Italia e’ destinato alle politiche familiari, contro un
3% di Francia e Germania’’
A fronte dei tradizionali 2,5 milioni
di famiglie povere, circa 8 milioni di persone, oggi nel nostro Paese, a
rischio poverta’ ci sono altri 2,4 milioni di nuclei familiari, pari a 7
milioni e mezzo di italiani.
E’ quanto emerge dal dossier Eurispes presentato oggi a Torino nel corso
del convegno sul ’’Primo rapporto sulla famiglia e il monitoraggio dei
bisogni’’. Un appuntamento promosso da Donneuropee-Federcasalinghe in
collaborazione la Provincia di Torino, durante il quale sono stati
presentati anche i dati dell’Osservatorio Selecard della societa’
S.IN.T. sui bisogni e i nuovi stili di consumo delle famiglie italiane.
’’Lo spettro della poverta’ -ha spiegato il presidente di Eurispes, Gian
Maria Fara- si sta allargando per molte cause: lo smantellamento
progressivo del welfare, la caduta verticale della qualita’ dei servizi,
le trasformazioni del mercato del lavoro, l’impoverimento dei ceti medi
costretti, per la prima volta dopo decenni, a difendersi dal pericolo di
una incalzante proletarizzazione’’.
La presidente di Donne europee-Federcasalinghe, Federica Rossi
Gasparrini ha poi ricordato che ’’solo lo 0,9% del Pil in Italia e’
destinato alle politiche familiari, contro un 3% di Francia e
Germania’’.
Secondo L°Eurispes nel 2002, tra le famiglie povere, il 33,3% di quelle
monogenitoriali, il 21,1% delle coppie con due figli e il 33,9% di
quelle con tre o piu’ figli, non sempre hanno avuto i soldi per i
bisogni elementari. Dalla ricerca emerge inoltre che, mentre nelle
regioni settentrionali la poverta’ interessa l’11,6% delle famiglie con
cinque o piu’ componenti, nel Mezzogiorno la percentuale sale al 32,4%.
Nello scenario attuale e’ anche cambiato l’approccio al consumo, come
emerge dai dati tratti dalla Customer Base di S.IN.T., che raccoglie
oltre 2 milioni di titolari iscritti al circuito di servizi integrati
Selecard.
Le caratteristiche principali sono propensione al risparmio,
attenzione all’ambiente e al benessere psico-fisico, qualche concessione
al lusso. ’’E’ in atto una evoluzione importante negli stili di
consumo -ha sottolineato il presidente e Ad di S.IN.T, Filiberto
Angelino- oggi assistiamo a un rinvio dei consumi non essenziali per
migliorare la qualita’ della vita anche spinti dal bisogno di
risparmiare tempo, che e’ la risorsa che manca di piu’, tanto che spesso
la variabile prezzo non e’ piu’ quella principale nella scelta’’.
Secondo Angelino ’’questo rinnovato approccio al consumo e’ motivato da
atteggiamenti distinti ma tra loro collegati quali la parsimonia, il
moderatismo, il risparmio e l’attendismo’’.
Seguendo quindi una
filosofia del buon consumo e del vivere bene, secondo l’Osservatorio
Selecard, le famiglie italiane manifestano un atteggiamento favorevole
nei confronti di esperienze di acquisto che favoriscano la piu’ efficace
gestione delle risorse a disposizione come tempo, salute e mobilita’.
Nel corso del convegno e’ poi stata presentata una ricerca sulla
richiesta dei servizi da parte delle famiglie che, ha spiegato Tina
Badaracco, consigliere Fita Confindustria, ’’mostrano l’esigenza di una
assistenza piu’ completa nel momento in cui le donne hanno necessita’ di
lavorare. Di conseguenza i servizi alla famiglia diventa un modo di fare
impresa’’.