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BNL - Azzeccacarbugli, licenziamenti e conseguenze politiche

par InformationGuerrilla Bnl

Publie le martedì 19 giugno 2012 par InformationGuerrilla Bnl - Open-Publishing
4 commenti

Che le banche, ormai dal 2008, siano spesso al centro delle proteste sociali, è un dato oggettivo.

Dalle banche americane nasce la crisi dei cosiddetti “subprime” e del resto anche in Italia, tra Cirio, Parmalat, bond argentini e “derivati” affibbiati agli enti locali non è che negli stessi anni le banche abbiano scherzato.

Né del resto la stessa Bnp Paribas, proprietaria di Bnl, vista la sua forte presenza negli Usa, era del tutto estranea alle origini di oltre Oceano della crisi internazionale.

Ed ora, anche nella vicenda dei “debiti sovrani”, il ruolo delle banche è assolutamente centrale, non a caso molti considerano il cosiddetto “Fondo Salva- Stati” in realtà un fondo “Salva banche”.

C’è poi la questione dei prestiti all’1% della Bce alle banche mai riversati sul mercato, il cosiddetto “credit crunch” che sta uccidendo l’economia reale e causando fallimenti, disoccupazione ulteriore ed anche tragici episodi di suicidio sia di imprenditori che di lavoratori.

C’è poi il ruolo diretto ed indiretto delle banche nel dramma dei cosiddetti “esodati”, bancari e non, nonchè il protagonismo del tutto inusuale dell’Abi e del suo Presidente Mussari ( che al Montepaschi, vista la situazione ed anche al netto di una ormai famosa perquisizione subita, non ha propriamente brillato come manager ma che nonostante questo dovrebbe essere riconfermato nel ruolo) nella vicenda della cosiddetta “riforma del mercato del lavoro” e nella sostanziale abolizione dell’Art.18.

In questa situazione, ormai da anni ma ancora di più negli ultimi mesi, le banche sono state in Italia spesso obiettivi diretti della protesta sociale, quasi sempre in forma sostanzialmente non – violenta, la filiale della Bnl di Via Toledo a Napoli ad esempio è stata pacificamente occupata un paio di volte e quella torinese è stata oggetto di un “assedio” da parte di una manifestazione studentesca.

Ma non sono mancati nemmeno episodi meno “pacifici” come quelli avvenuti durante la manifestazione a Roma del 15 Ottobre 2011, con una nostra agenzia romana completamente devastata.

Proprio ieri mattina, in occasione del termine ultimo per il pagamento dell’Imu, è toccato alla sede romana dell’Abi essere oggetto di una colorita manifestazione ed anche il presidio serale ad opera del Comitato Nazionale No Debito, pur svolgendosi davanti alla Prefettura di Roma, ha certamente avuto le banche al centro della polemica sociale.

Finora questa protesta di tipo “esterno” rispetto alle banche non si è mai saldata alla contestazione interna da parte dei lavoratori del credito, questo nemmeno in situazioni drammatiche, anche sul piano occupazionale, come quelle che hanno recentemente coinvolto banche importanti.

Ma evidentemente, qualcuno, molto ben identificabile, in Bnl sta alacremente lavorando per colmare questa lacuna.

E ci riferiamo ovviamente al licenziamento politico appena avvenuto sulla piazza romana.

Licenziamento di un ex delegato sindacale, una specie di “memoria storica” del sindacato aziendale in Bnl, ma anche militante storico, sin dai primissimi anni settanta, dei movimenti sociali e politici della città di Roma.

Che sia un licenziamento politico è veramente un dato netto ed incontrovertibile.

Condannato a lievissima pena in prima istanza, e quindi non in via definitiva, e per di più per un reato del tutto "terzo" rispetto al rapporto di lavoro vero e proprio ed ormai prossimo alla prescrizione insieme ad altri due colleghi ( all’inizio i colleghi coinvolti erano molti di più e comunque molte di più sono pure le condanne, anche se in gran parte di colleghi ormai in esodo o pensione ) è però stranamente, dei tre colleghi condannati ancora in servizio, l’unico licenziato.

Gli altri due, uno che ha subito la sua stessa identica condanna, è stato solo “sospeso” per 8 giorni.

L’altra, che ha avuto una condanna addirittura più che doppia rispetto al collega licenziato, è stata invece sospesa per 10 giorni.

Come si può sostenere che per la stessa identica “mancanza” – fermo restando il dato provvisorio del giudizio – in un caso “cade il rapporto di fiducia” e nell’altro invece no ?

Come è sostenibile poi che questo “rapporto di fiducia” non cada per una “mancanza” ancora addirittura maggiore ?

A meno di pensare che in Bnl siamo ormai “in mano ai pazzi” o ad azzeccagarbugli incapaci, è evidente che c’è una chiara discriminazione, ed è altrettanto evidente che la chiave di lettura di questo può essere solo ed esclusivamente POLITICA.

Con tutte le ovvie conseguenze del caso.

Che però certamente non converrebbero a nessuno, meno che mai all’Azienda Bnl.

19 Giugno 2012

Il Collettivo Redazionale di InformationGuerrilla Bnl

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Messaggi

  • Bnl e il caso del delegato sindacale licenziato. Colpa della mail aziendale?

    Prima di tutto, un avviso ai Lettori: abbiamo chiesto all’Istituto di credito, tramite l’Ufficio stampa, la propria versione dei fatti. A oggi, nessuna notizia ci è pervenuta.

    In un periodo di crisi dei mercati che si riflettono sull’economia reale, fa specie dover registrare un caso (che, seppur relativo a un’unica individualità, alimenta il dissenso attorno alle relazioni industriali un po’ come narrano i fatti di Alitalia, Fiat, FS, ecc.) come quello accaduto a Roma presso la BNL, ormai di proprietà della francese Bnp Paribas.

    Afferma Claudio Ortale, vicepresidente del Consiglio del Municipio Roma XIX e capogruppo del PRC/FDS: “Lo scorso venerdì BNL ha licenziato D.M., un delegato sindacale storico dei lavoratori del credito, nonché da ormai 40 anni impegnato nei movimenti sociali romani, con un passato di militanza e dirigenza anche nel Partito della Rifondazione Comunista. D.M. è stato più volte, nella sua lunga storia di delegato sindacale, oggetto di persecuzioni di tipo disciplinare, in alcuni casi sanzionate come tali anche dalla magistratura e soprattutto oggetto negli ultimi tre anni - precisa il capogruppo di Rifondazione Comunista FDS - di una incredibile sequela di procedimenti disciplinari, tutti legati allo stesso identico motivo: il presunto uso scorretto della mail aziendale. In sostanza, quindi, l’accusa è quella di aver sempre informato correttamente i lavoratori”.

    La denuncia di Ortale è tuttavia ancora più specifica, visto che scava in una vicenda nella quale “Non paga di tutto questo, la dirigenza ha tentato il colpo finale approfittando di una mini-condanna in prima istanza in ordine a un contenzioso che non riguarda minimamente il rapporto lavorativo e per di più per un reato che, ai sensi delle leggi vigenti, si estinguerà per prescrizione nelle prossime settimane”. Qui il rappresentante di RC non entra nel merito ma aggancia il benservito al dipendente alla sua strumentalità e politicità. Inquadrato, insomma, “Nella situazione più generale di attacco ai diritti dei lavoratori di cui la cosiddetta riforma-Fornero è l’atto principale, con l’attacco finale all’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori”.

    Stupisce invece il passaggio successivo della missiva di Ortale, dove si fa riferimento alla dialettica dei ‘due pesi due misure’ adottata dall’Istituto in passato e contraddittoria con quanto deciso in relazione alla vicenda di D. M.. “In BNL, nel recente passato, anche condannati in primo grado a gravi pene detentive - dallo stupro al traffico di stupefacenti e in anni lontani perfino al reato di banda armata - hanno sempre subito al massimo la sospensione cautelativa con mantenimento della retribuzione, anche durante i periodi detenzione… Non si capisce quindi questa scelta estrema in presenza di una condanna di prima istanza soltanto di alcune settimane, per di più in procinto di prescrizione, se non appunto nell’atto finale di una volontà di persecuzione politica”.

    Interessante poi la radiografia che Ortale esegue su Bnl: “Banca che anche nel 2012 è in testa alla classifica italiana per mole di finanziamenti alla produzione di armi da guerra; che di recente è stata implicata nelle vicende relative a certa casta politica, dai finanziamenti ‘allegri’ e con tasso di favore ai personaggi del ‘cerchio magico’ bossiano; nella mancanza delle segnalazioni dovute in Bankitalia rispetto agli ‘anomali’ movimenti di denaro del sen. Luigi Lusi”.

    “Come compagno del PRC romano e membro del Consiglio della Federazione della Sinistra di Roma voglio affermare, sia sul piano della solidarietà politica che di quella umana e materiale, che saremo al fianco di D.M. nella giusta battaglia per il riconoscimento del suo diritto al lavoro e di quello ad una libera espressione sindacale all’interno della BNL. Chiediamo l’immediata revoca di questo indegno licenziamento ingiustamente inflitto e l’immediato ritorno del dipendente al suo posto di lavoro. La lotta per la dignità dei lavoratori e delle lavoratrici continua”.

    http://www.prismanews.net/lavoro/bnl-e-il-caso-del-delegato-sindacale-licenziato-colpa-della-mail-aziendale.html

    • ROMA 22 giugno 2012-

      ”Esprimiamo la nostra piena solidarietà al delegato sindacale della BNL di Roma D.M., nonché militante storico dei movimenti sociali e antagonisti della Capitale , raggiunto qualche giorno fa da un pretestuoso provvedimento di licenziamento. Tale provvedimento non è casuale in quanto è solo l’ultimo di una serie di provvedimenti disciplinari che lo hanno perseguitato in questi ultimi anni di attività lavorativa all’interno della BNL. Provvedimenti che, in alcuni casi, sono stati disconosciuti anche dalla stessa autorità giudiziaria a cui era stato costretto a ricorrere. D’altronde, D.M. è stato considerato da sempre un personaggio molto scomodo dalla sua azienda per la sua incessante e coerente attività sindacale e politica a favore dei lavoratori e per la sua caparbietà e indisponibilità a piegarsi davanti alle ingiustizie, dentro e fuori dal mondo del lavoro. Insomma, caratteristiche che non lo hanno mai reso simpatico agli occhi della dirigenza della sua azienda. Auguriamo al combattivo D.M., che nel frattempo ha impugnato il licenziamento, di riuscire a far valere le sue ragioni, al fine di poter continuare la sua preziosa attività sindacale all’interno della BNL. Questa vicenda, più di tante analisi, dimostra quanto sia ancora oggi fondamentale tutelare l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori dai tentativi di “manomissione” portati avanti dal governo Monti, con la complicità di gran parte delle forze politiche rappresentate nel Parlamento”.

      E’ quanto dichiara Giovanni Barbera, membro del comitato politico romano del Prc-Federazione della Sinistra e presidente del Consiglio del XVII Municipio.

      http://www.romaregione.net/2012/06/22/roma-giovanni-barberaprc-fds-quadro-sindacale-e-militante-storico-dei-movimenti-licenziato-dalla-bnl/

    • Per D.

      Abbiamo aspettato molto a scrivere qualcosa, per alcuni forse troppo, ma la faccenda
      è sicuramente delicata dal momento che riguarda il licenziamento di un nostro
      collega, D. M.

      Pertanto ci sentiamo in diritto/dovere di farci sentire anche se non è facile dire o fare
      qualcosa con tutte le notizie contrastanti che circolano: incerte e gonfiate dalle voci di
      corridoio a tal punto che ci siamo posti il quesito se scrivere qualcosa fosse diventato
      addirittura controproducente per il collega stesso.

      E questo assolutamente non è nelle nostre intenzioni!

      Per questo abbiamo voluto analizzare meglio tutta la vicenda, cosa che altri hanno evitato
      come la peste, quasi che il solo fatto di parlarne fosse contagioso.

      La presunzione d’innocenza è un principio
      del diritto penale secondo il quale un
      imputato è considerato non colpevole sino a
      condanna definitiva ovvero sino all’esito del
      terzo grado di giudizio emesso dalla Corte
      Suprema di Cassazione.

      In Italia la presunzione d’innocenza è sancita
      anche nell’articolo 27, comma 2 della
      Costituzione: “l’imputato non è considerato
      colpevole sino alla condanna definitiva”.

      La domanda sorge spontanea, anche alla luce di quanto sopra esposto, ovvero se una
      condanna non definitiva possa produrre il nefasto effetto del licenziamento.

      Che l’azienda dimostri che sbagliare in questi termini sia intollerabile, è corretto; ma
      ci auguriamo abbia anche senso di equilibrio, altrimenti di tutta questa brutta vicenda
      rimarrà soltanto un provvedimento oltremisura.

      25 Giugno 2012

      Rsa Fabi Bnl Roma/Aldobrandeschi