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CARO PRESIDENTE PICCOLO COL GRANDE MANGANELLO
par Lucio Galluzzi
Publie le domenica 23 ottobre 2016 par Lucio Galluzzi - Open-Publishing1 commento
... piccolo per distinguerla dai tre altri più avanti di lei con gli anni, è da tempo che volevo scriverle qualche riga e senza impegnarla troppo intendo essere breve, non intendo minimamente interferire con il suo meraviglioso e quasi unico dono dell’immanenza: lei è ovunque, in tutti i canali TV, radio, Facebook, Periscope Twitter, Conferenze Stampa Istituzionali, inaugurazioni di ponti, anni accademici, Casa Bianca, sagre e chi più ne ha ne metta... il suo tempo per occuparsi d’altro è ormai nullo e vederla così incessantemente preso dall’ubiquità più sfrenata spaventa e non poco.
Appunto: come farà ad accorgersi dell’Altro?
Serve a nulla stringere "calorosamente" mani ai suoi fans, abbracciarli, strizzare l’occhio, concedersi solo per quel frattempo che la separa dal "tappeto rosso" fino alla sicura, asettica e tranquillissima sede al chiuso dove lei parlerà e parlerà e continuerà a parlare, a promuoversi, arringare, convincere che tutto è bello più di prima e lo sarà ancor di più.
Mi ricorda la Medaglia dell’Amore di qualche anno fa, quella dove stava inciso: "+ di ieri e - di domani"; gli illusi e le illuse ci credevano a quell’amore.
Per l’appunto: gli illusi e le illuse.
Lei ieri, per esempio, è stato in Siclia e, nel chiuso delle Sale Istituzionali di Palermo Trapani e Taormina ha inaugurato l’Anno Accademico; due frasi sue: "Aprire le porte sottraendole ai burocrati che rallentano lo sviluppo dell’Isola e smetterla con le parole" e "impegnarsi per far crescere l’autostima dei siciliani".
Ma lei le parole, tante parole, non le ha smesse, non si è fermato, non ha lasciato di colpo il podio/palco che le avevano allestito per correre, senza pensarci due volte, ad aprire le porte, quelle che la separavano dalle strade e dalla piazza, dove l’autostima dei siciliani civili e inermi, veniva insultata, calpestata, resa preda dai manganelli e dalle botte e cariche della sua Polizia.
E’ davvero sempre più triste e squallido constatare che ogni qualvolta lei è presente in una città di questa già ferita a morte Repubblica, il dissenso di studenti, precari, insegnanti, disoccupati, pensionati, esodati, migranti sfruttati al nero... debba essere sedato e represso con le bastonate di chi veste divisa in "sua" difesa e mai a difesa del "popolo".
E’ successo a Torino, Napoli, Milano, Reggio Calabria, Bari, Taranto, Cagliari... e continuerà a succedere.
Mi domando come si possa essere così per nulla lungimiranti, perseverando nell’errore capitale dei suoi predecessori: il consenso si perde proprio chiudendo porte al popolo e parlando all’infinito di se stessi in belle sale, stuccate, lustrate, d’oro zecchinate, mentre fuori, a pochi metri da lei, si spaccano teste, si urla aiuto, si piange per il dolore e la sua Polizia non smette fino a quando, non hanno ristabilito il silenzio, anche all’ultimo dissenziente.
Eppure quel gesto del quale le dicevo, l’andar via dal podio/palco dell’orazione, aprire le porte, gridare senza mezzi termini agli agenti di smetterla, restare lì, tra i manganellati, farlo ogni volta che la polizia picchia, le renderebbe consensi che neppure lei può immaginare.
Altro che raccattare fino allo sfinimento i "SI" al referemdum/suapersona scrostando con fatica il fondo d’ogni culo; uscire allo scoperto e difendere dal manganello la sua gente, si tradurrebbe per lei in un plebiscito di fiducia epocale, diventerebbe, lei, esempio unico da seguire e citare in tutta Europa e non solo.
Lei potrebbe fare anche molto di più, volendolo: chiedere al suo ministro degli interni di prendere finalmente pubblica posizione, una volta per tutte, contro il manganello di Stato, ristabilendo quel diritto costituzionale che garantisce l’espressione libera del Dissenso, delle Idee e la Libera Circolazione nelle città troppo spesso "chiuse" e vietate in infinite zone rosse.
Ma il suo ministro degli interni fa come lei: saltella da una parte all’altra per fare il pappagallo ripetente, ha imparato un’altra lezione e la sciorina ormai da settimane: "se vince il no, sarà l’Apocalisse", anche per lui la Polizia provvede a bastonare chi lo contesta.
Basterebbe quel gesto, quella presa di posizione, mettendo in pratica gli insegnamenti di Pertini: stare dalla parte della gente.
Difatti Pertini è stato ed è il Presidente più amato della Storia d’Italia.
Chiedersi come mai non lo è lei, voi, quelli prima di lei e voi, quelli ancora prima, non è poi così difficile.
Il G8 del 2001 a Genova, la Diaz, Carlo Giuliani e tutto quello che ne è conseguito a livello internazionale, non vi hanno proprio cambiati.
Soprattutto per questo lei, signor presidente piccolo, ha già perso.
E con lei tutti i parolai.
Come è da sempre stato: un governo che si illude di poter "regnare" senza il Movimento Operaio e quello degli Studenti, usando il manganello al posto del dialogo e delle vere riforme, è destinato a cadere rovinosamente.
E’ la Storia bellezza!
P.S.: le allego qualche immagine del dialogo che lei ha avuto ieri con i cittadini siciliani e altre delle sue "porte aperte" nel resto d’Italia
Lucio Galluzzi
©2016CCL Common Creative Licence
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1. CARO PRESIDENTE PICCOLO COL GRANDE MANGANELLO, 30 ottobre 2016, 14:45, di Lerec
Ma di chi parla sto Lucio Galluzzi?
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