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Documento finale del controvertice di Montecatini Forum Energia
Ambiente 17/19 luglio 2003
CONTROVERTICE - FORUM ENERGIA AMBIENTE -
MONTECATINI 17/19 LUGLIO 2003
DOCUMENTO FINALE DEL CONTROVERTICE
- A Montecatini il Vertice dei Ministri dell’ Energia e dell’ Ambiente dei
governi continentali ha definito le strategie comunitarie
in ordine al governo del sistema energetico europeo, al sistema degli
approvvigionamenti e degli usi delle fonti energetiche, in particolare
quelle fossili, petrolio, carbone e gas naturale, in modo da "rispondere
alla domanda di energia e di sicurezza energetica della grande Europa".
I gravi problemi sul tappeto, ormai riconosciuti dall’ insieme delle forze
economiche ed istituzionali e dagli stessi governi europei, sono in
particolare:
° la riduzione delle quantità di riserve energetiche fossili accessibili a
costi economici convenienti per il sistema industriale, e quindi la
necessità di gestire economicamente e politicamente la transizione dall’
economia del petrolio ad un insieme di fonti energetiche integrate;
° l’ esigenza, ormai non più rinviabile, di ridurre le emissioni
inquinanti e i loro effetti in relazione ai crescenti danni per la salute
umana, ai cambiamenti climatici e ai problemi provocati allo stesso
sistema economico ( basti pensare alla siccità, agli estesi processi di
desertificazione, ai problemi di bonifica ambientale).
L’ insostenibilità dell’ attuale sistema produttivo e dei meccanismi di
governo dominati dalle finalità speculative e di controllo del debito da
parte della finanza, aggravata dalla estensione dell’ economia
capitalistica a tutto il pianeta, é ormai evidente.
Così come é sotto gli occhi di tutti il sostanziale fallimento delle
politiche ’neoliberiste’ basate sul dogma del mercato come soluzione dei
problemi.
Critichiamo e riteniamo inaccettabile la considerazione dell’ ambiente
come ’motore dello sviluppo’, come oggetto della valorizzazione del
Capitale. Per questo ci opponiamo alla mercificazione dei sistemi
ecologici, dei beni collettivi : l’ acqua, l’ aria, il territorio, la
città, i boschi, ecc.........
Così come intendiamo sviluppare lotte e proposte per fermare la
privatizzazione e la liberalizzazione dei servizi ambientali e dei servizi
sociali.
In questo quadro non é più rinviabile l’ avvio di processi di
trasformazione economica e sociale - la costruzione di un altro mondo -
fondati su politiche di cambiamento degli attuali rapporti fra
Produzione/Natura/Società.
Al contrario i governi europei riuniti a Montecatini hanno riproposto la
centralità dell’ impresa e del mercato, e dei loro modelli di ordinamento
della società, il dogma dello sviluppo economico e della crescita
energivora, mentre i nostri governanti pensano a una ripresa dello
sviluppo delle economie del Nord, utilizzando anche la ’truffa’ ecologica
e sociale dell’ acquisto dei diritti di emissione e con ciò la possibilità
di continuare ad inquinare gratis.
Il controllo dei beni e dei flussi energetici é così vitale per le
economie del vecchio continente, che l’ Europa non può fare a meno di
aderire alla ’dottrina’ della guerra preventiva per il controllo delle
zone geopolitiche fondamentali, come si é visto in Iraq per alcuni paesi
europei. In questo stesso quadro, si tenta di riproporre l’ energia
nucleare e si incentiva qualsiasi forma di ’estrazione’ di energia ( dalle
biomasse, dai rifiuti attraverso gli inceneritori....), e si propone la
costituzione di una Europa militare, accanto a quella monetaria e
politica, con la creazione di un esercito dell’ Unione.
Una politica energetica suicida, basata sull’obbligo ad una crescita
costante ed infinita, non può che basarsi sui combustibili fossili e,
quindi, sulla loro predazione attraverso guerre, ovunque essi siano
disponibili.
Quanto propongono i ministri dell’energia della UE non sono altro che
palliativi di piccolo cabotaggio: passare dal petrolio al metano,
colonizzare ancora i paesi esteri con la truffa dei diritti di
emissione, proporre il concetto ridicolo di "carbone pulito" ,
gabellando l’idrogeno come rimedio dei problemi energetici.
IL CARBONE PULITO NON ESISTE
Quanto sarebbe necessario, non viene nemmeno preso in considerazione:
occorre ridurre i consumi modificando la pazza tendenza alla crescita
purchessia attraverso l’inutile e occorre potenziare lo sviluppo
delle energie alternative traendo le risorse dalle spese militari.
Al contrario i governi europei incoraggiano i consumi.
- L’ insieme del movimento (comitati popolari, sindacati di base, gruppi
locali, associazioni), dice NO alla guerra preventiva, alla guerra per il
petrolio, al nucleare sia civile che militare.
Il movimento si impegna a lottare, a suscitare conflitti e ad elaborare
proposte perché si blocchino i cicli produttivi sporchi e dannosi, siano
incentivati cicli produttivi puliti che utilizzino minori quantità
possibili di materia e di energia e si realizzino processi di risparmio
energetico.
Infatti l’ insostenibilità di cicli produttivi ’energivori’, ivi compresi
i trasporti delle merci e i consumi, ed i correlati effetti di
inquinamento e di aumento della temperatura media della Terra, non
dipendono dalle tecnologie utilizzate. Se é vero che eolico e solare sono
tecnologie a minor impatto sanitario ed ambientale, rispetto al petrolio,
al nucleare, al carbone, il centro del problema sta nell’ avvio di cicli
produttivi che risparmino materia ed energia, nell’ abbandono del dogma
dello sviluppo, nel primato dei cicli ecologici e biologici e dei bisogni
degli esseri umani sugli interessi delle imprese e della finanza, nell’
avvio di estese politiche di risparmio energetico.
Il movimento dice NO a qualsiasi forma di guerra, compresa la ’guerra
ecologica’ che attua da decenni la contaminazione di interi territori e
popolazioni, sia in tempo di conflitti militari (uranio impoverito, armi
chimiche, armi di distruzione di massa, armi biologiche), sia in tempo di
pace : emissioni chimiche dannose, anidride carbonica, emissioni di
diossine, distruzione di beni collettivi, l’ acqua in primo luogo, cicli
produttivi sporchi e dannosi per la salute umana.
Il Controvertice di Montecatini esprime un netto rifiuto dell’ attuale
modello economico energivoro, delle nocività del sistema produttivo
industriale ed agricolo.
In questo quadro affermiamo la necessità di una rinnovata alleanza tra il
movimento che si batte contro le nocività sul territorio, per il
mantenimento e l’ evoluzione delle relazioni ecologiche e storiche dei
territori locali e dell’ intero pianeta, ed il movimento dei lavoratori
che subiscono da sempre e, se possibile, ancora di più nel ’liberismo’, i
danni sanitari dei cicli produttivi nocivi e la insicurezza dei luoghi di
lavoro. Siamo contro l’ esternalizzazione dei costi e degli effetti
ambientali, così come non possiamo far nostra, in linea di principio, la
pratica del risarcimento monetario, senza mettere in discussione i cicli
produttivi e i relativi rapporti sociali.
Da questo punto di vista il movimento fa proprie le lotte per il
ripristino e l’ampliamento dei diritti politici e sindacali all’interno
dei luoghi di lavoro, premessa per riaprire percorsi di lotta e vertenze
comuni tra lavoratori e soggetti sociali locali, in favore dell’ avvio di
cicli produttivi puliti, della riduzione dell’ uso di materia, del
risparmio energetico, dell’ allungamento del ciclo di vita delle merci.
Infatti, senza niente togliere a utili campagne di sensibilizzazione delle
popolazioni, pensiamo che debbano essere costruite ed estese vertenze a
livello territoriale sui singoli problemi, entrando nel merito delle cause
e delle proposte contrarie all’ attuale distruzione ambientale.
Per noi la critica ambientalista parte dalle regole ecologiche ma si
deve far carico non solo degli effetti contaminanti dei cicli produttivi e
dei processi di circolazione delle merci. Una critica ambientalista seria
deve fondarsi in primo luogo sull’ analisi delle cause e, quindi, sulla
natura della produzione industriale, del ciclo di distribuzione e di
consumo dei prodotti e delle relazioni sociali e culturali che riguardano
questi processi.
Di queste cause fanno parte anche le trasformazioni produttive, la
precarizzazione del lavoro e la riduzione delle tutele che sono l’ altra
faccia dei cicli produttivi sporchi.
L’ approccio non può essere solo quello di pulire il mondo, bensì quello
di evitare di sporcarlo.
Riteniamo inadeguate tutte le posizioni compatibiliste, che perseguono la
’mitigazione’ degli effetti, e ciò per lungimiranza e non per
estremismo, perché la situazione é così critica da richiedere interventi
che vadano alla radice dei problemi e che inneschino cambiamenti
strutturali.
Al contempo, riteniamo una incongruenza ricercare una qualsiasi
sostenibilità per lo sviluppo che tutto può essere fuorché sostenibile.
Non è sostenibile l’illusione di una crescita infinita in un mondo le cui
risorse sono in esaurimento. E’ il concetto stesso di sviluppo che va
messo radicalmente in discussione.
Siamo per introdurre la proprietà e la gestione dei servizi ambientali e
sociali.
Al Vertice dei Ministri dell’ Energia e dell’ ambiente di Montecatini si
é sancita la riduzione dei controlli ambientali (già scarsissimi,
peraltro) e delle politiche di comando controllo. Noi crediamo, al
contrario, che i controlli debbano tornare in mano pubblica, essere estesi
e diventare consueti e quotidiani, come condizione per operare.
Si tratta di fare valutazioni serie e reali degli effetti diretti ed
indiretti delle produzioni e dei servizi. Riteniamo necessario, pertanto,
dar vita a forme di controllo dal basso, anche attraverso la costituzione
di "osservatori popolari", per favorire la partecipazione di tutti alle
scelte politiche in campo sanitario ed ambientale.
Per noi, dentro e fuori i cicli produttivi, tutela della salute umana e
tutela delle relazioni ecologiche sono complementari ed elementi guida per
l’ azione.
Il movimento si impegna ad estendere le reti e le sinergie che si sono
sviluppate negli anni recenti, a partire dalle lotte e dai conflitti
sociali ed ambientali e che hanno elaborato saperi e conoscenze.
Lavoriamo per rinnovati rapporti tra conoscenze che derivano dalle lotte
e conoscenze e saperi costituiti e formalizzati che hanno funzionato in
molte delle nostre lotte storiche : movimento contro il nucleare,
movimento contro gli inceneritori e per una gestione socialmente ed
ambientalmente coerente dei rifiuti, lotte contro la privatizzazione dell’
acqua, lotte per la casa e per città vivibili, lotte contro le nocività
nei luoghi di lavoro.
Riteniamo altresì fondamentale perseguire attraverso una critica serrata
delle scelte istituzionali, tutte le sinergie perché si avviino politiche
di reale cambiamento.
Non ci basta avere ragione, ma vogliamo trovare il modo per invertire le
attuali condizioni di vita assolutamente insostenibili.
- Ribadiamo che l’acqua non può essere in alcun modo considerata una
merce, ma un bene naturale collettivo il cui accesso deve essere garantito
come un diritto fondamentale di tutti gli esseri umani.
Le lotte, le conoscenze sociali stanno costruendo relazioni territoriali
sempre più estese e connesse.
Partiamo dalla difesa dei beni ecologici, storici e sociali collettivi,
fino a proporre forme di sovranità popolari, sull’ esempio della sovranità
alimentare proposta da Via Campesina.
La gestione dei rifiuti é l’ altra faccia della produzione di merci. Le
nostre battaglie contro la nocività sanitaria e sociale degli
inceneritori, contro la loro insensatezza ecoenergetica ed economica
(costano troppa energia e costano troppi soldi), hanno elaborato
controproposte.
Ci sentiamo di far nostra e di approfondire la proposta ZERO RIFIUTI, che
ha al centro sistemi di produzione a risparmio di materia, di energia, con
l’ allungamento del ciclo di vita delle merci e non con la sua riduzione,
che é invece l’ interesse del sistema economico che deve svilupparsi in
continuazione.
La strategia ZERO RIFIUTI é antitetica alla proposta di Soluzione
Integrata poiché ,allo stato, quest’ ultima ha come punto di arrivo l’
incenerimento - tal quale e CDR -, gli interessi delle grosse corporazioni
impiantistiche. Eventuali ed utili sinergie potrebbero attivarsi solo se i
fautori della soluzione integrata, anche nel campo ambientalista,
abbandonassero la scelta inceneritorista.
Il controvertice / Forum Energia Ambiente di Montecatini contribuisce a
costruire la scadenza di Riva del Garda 4/6 settembre 2003 per quanto
riguarda le proposte contenute nel presente documento,
si colloca all’interno delle mobilitazioni contro l’organizzazione
mondiale del commercio (WTO) a partire dall’appuntamento di Cancun,
intende partecipare al percorso per la costruzione degli appuntamenti di
Saint Denis e di Barcellona promossi dal Forum Sociale Europeo;
sostiene la lotta delle popolazioni della Sardegna e di qualsiasi altra
regione contro lo stoccaggio delle scorie radioattive,
sostiene il progetto delle Brigate di lavoro in Guatemala in favore delle
Cooperativa agricola integrale "Nuevo Horizonte" nel Petén e fa propria
la denuncia del saccheggio e della devastazione ambientale che la
popolazione centro-americana subirà con l’attuazione del "Plan
Puebla-Panama".
Il controvertice Forum Energia Ambiente di Montecatini si impegna a
continuare ed estendere le seguenti vertenze.
Per quanto riguarda la Regione Toscana:
contribuire alle lotte e alle proposte avanzate dal Tavolo Toscano
sull’Acqua per la riduzione degli usi industriali, contro la
privatizzazione dei servizi, per garantire a ciascun essere umano 40 litri
di acqua al giorno e per ribadire l’acqua come bene comune.
contrastare i cicli produttivi sporchi e le nocività in fabbrica e sul
territorio.
difendere le specificità ecologiche e storiche dei territori toscani e
contrastarne l’uso selvaggio
porre con decisione la necessità di ridurre alla fonte i rifiuti
promovendo in modo capillare modalità di recupero delle diverse materie in
essi contenuti attraverso la diffusione della raccolta porta a porta,
contrastando le scelte d’incenerimento.
favorire forme di mobilità urbana ed extraurbana che incentivino i mezzi
pubblici a partire da quelli su rotaia in modo tale da ridurre il traffico
privato di merci e persone contrastando il ricorso a nuovi assi viarii e
autostradali.
Per quanto riguarda l’Europa:
costruire una rete continentale sulle questioni energetiche, contro il
nucleare ed il rilancio del carbone
contrastare le produzioni nocive e spingere per una regolamentazione
sempre più rigorosa in materia di produzioni chimiche tesa a eliminarne la
pericolosità e a garantire la trasparenza dei cicli produttivi.
aderire alle vertenze europee sull’Acqua.