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COMUNICATO STAMPA
LA DECISONE DEL COMUNE DI BOLOGNA DI TOGLIERE L’ALLOGGIO E METTERE IN MEZZO
A UNA STRADA PARTE DEI LAVORATORI STRANIERI RESIDENTI AL CPA ARCOVEGGIO E’
UN ATTO DI INCIVILTA’ CHE ESPONE QUESTI LAVORATORI, PRIVANDOLI DI UN
DOMICILIO REGOLARE, AL CONCRETO RISCHIO DI PRECIPITARE NELLA ILLEGALITA’ E
CLANDESTINITA’
Regolare come il monsone arriva nell’estate bolognese l’ennesima situazione
di emergenza abitativa che riguarda un gruppo di cittadini stranieri.
Con grande coerenza l’Amministrazione Comunale di Bologna prosegue nella
linea di espulsione di fatto dei cittadini stranieri dal proprio
territorio, e in ogni caso dalla propria responsabilità.
Togliere l’alloggio a 80 cittadini e offrire una nuova sistemazione solo a
una trentina di essi è un fatto gravissimo in sé, ma nel caso di cittadini
immigrati è ancora più grave poiché li espone al concreto rischio di
precipitare nella illegalità, perdendo quei pochi diritti che la legge
Bossi Fini continua a riconoscere loro.
Proprio perché tutti sanno cosa vuol dire oggi per un cittadino straniero
che soggiorna e lavora regolarmente in Italia non avere un domicilio
regolare, consideriamo un atto di inciviltà e di irresponsabilità politica
decidere di mettere alcune decine di persone immigrate in mezzo a una
strada senza prospettive e alternative credibili.
Chiediamo al Prefetto la convocazione immediata di un tavolo di discussione
presso la Prefettura, per affrontare questa ennesima emergenza abitativa
e per impedire che la fuga del Comune di Bologna dalle sue responsabilità
metta alcune decine di "cittadini residenti a Bologna" in gravi difficoltà
personali, e scarichi sui Quartieri e sui Comuni limitrofi il problema di
come e dove queste persone potranno trovare una sistemazione dignitosa che
consenta loro di proseguire il lavoro e la presenza in città senza essere
precipitati in una situazione di irregolarità per responsabilità della
Pubblica Amministrazione.
In ogni caso riteniamo che non sia possibile chiudere il CPA
dell’arcoveggio senza prima avere individuato un percorso per un nuovo
alloggio a tutte le persone ivi residenti
Ricordiamo inoltre che nel CPA dell’Arcoveggio si era costituito un punto
di aggregazione religioso e culturale di grande valore per una realtà che
andava ben oltre i residenti del CPA stesso. Riteniamo sia importante
salvaguardare la possibilità che questa esperienza di aggregazione possa
continuare (anche in un luogo diverso), poiché siamo convinti che una
corretta politica di accoglienza si fondi sul rispetto reciproco fra
culture e debba saper favorire la realizzazione di luoghi e di opportunità
per manifestare le tradizioni culturali e religiose delle diverse comunità.
BOLOGNA, 9 giugno ’03
p. la Segreteria CGIL CdLM Bologna
Stefano Maruca