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Caccia agli agenti fantasma con le molotov in mano

Publie le giovedì 2 ottobre 2003 par Open-Publishing

secolo xix

Doveva essere un evento mediatico l?irruzione della polizia nella
scuola Diaz durante il G8. Questo aspetto del blitz, come nelle anticipazioni
del ?Secolo XIX?, è stato confermato ai pm da Roberto Sgalla, direttore dell?ufficio relazioni
esterne del dipartimento di pubblica sicurezza. «Verso le 23,40 ricevetti una telefonata dal Questore
Francesco
Colucci il quale mi informò che in quel momento era già in
atto un?operazione di perquisizione presso la scuola Diaz, invitandomi a contattare rappresentanti
della stampa scritta e televisiva.

Feci
parola dell?operazione in corso e della sua importanza e invitai i giornalisti a recarsi sul
posto». L?allora questore di Genova Francesco
Colucci ha ribattuto: «Dissi a Sgalla semplicemente che il capo della polizia mi aveva chiesto di
informarlo dell?intervento».

L?irruzione alla Diaz doveva essere un evento mediatico. Sgalla: il questore mi disse di avvisare
i giornalisti
G8, caccia agli agenti fantasma

L?ex capo della Digos Mortola: ho visto le due molotov nelle loro mani

La notte del blitz della polizia nella sede del social forum
Genova. «Presto, presto, un
telo per portarla via, perché altrimenti...
altrimenti se ne va...
muore». E? il momento più
duro, brutale, drammatico degli
interrogatori di Spartaco
Mortola nell?inchiesta sul G8.
Mortola, allora, era il capo della
digos. E la notte dell?irruzione
alla scuola Diaz, il blitz delle
polemiche e dei 93 feriti, era lì
davanti. I magistrati l?hanno ripetutamente
interrogato, in
più di due anni di inchiesta.

Due volte come testimone; tre
come indagato.
Nell?ultimo colloquio con il
pm Enrico Zucca Mortola ricorda
l?episodio che segnò la notte
della Diaz: «Io faccio un rapido
giro di ispezione con Luperi
(oggi dirigente della sezione investigazioni
generali dell?Ucigos,
ndr), me lo ricordo, ero con Luperi...
e ho assistito all?episodio
di quella ragazza ferita alla testa
che era già soccorsa da uno
vestito di arancione.

Aveva anche
dei poliziotti in divisa intorno,
c?era anche Canterini e...
con quello che mi fa segno dicendo:
presto presto, un telo
per soccorrerla perché altrimenti...
fa un segno, come per
dire che se ne va... muore».

Un episodio, tratto dai verbali
usciti dalle cancellerie della
procura dopo l?invio dei settantatré
avvisi di fine indagini
per le vicende della scuola Diaz
e della caserma-carcere di Bolzaneto.

Così Mortola, ripetutamente
ascoltato, ha sempre
confermato la stessa versione
sul ritrovamento delle due molotov,
le false prove utilizzate
per giustificare l?arresto dei noglobal.
Attenzione: è un racconto, il
suo, che può cambiare il corso
delle indagini. Per quale motivo?

Perché Spartaco Mortola
ha sempre confermato di aver
visto le bottiglie all?interno della
scuola, in mano a due agenti
che non ha saputo, però riconoscere.
Un racconto, il suo,
che diverge da tutti gli altri.
Così l?identificazione di quei
due agenti (gli agenti fantasma,
li chiama a più riprese il magistrato)
potrebbe essere risolutiva,
nel giallo delle false prove.
«Quelle bottiglie? Le ho viste
? racconta Mortola ? per la
prima volta all?inerno della
scuola, portate in mano da due
agenti del reparto mobile che
me le hanno mostrate». Attenzione
ancora: mentre Mortola
non cambia mai versione, lo
fanno gli altri protagonisti della
vicenda.

Spiega l?ex capo della digos:

«Questi arrivavano dall?interno
della palestra, dice: abbiamo
trovato queste, due bottiglie
molotov, mettiamole lì nel telone
». Da dove arrivavano?

«Erano all?interno della palestra
in quel momento, non so da
dove arrivassero, non so se dai
piani superiori».
Perché è importante il racconto
di Mortola?

Perché è l?unico
a rimanere, nei sommi
capi, immutato nel tempo. Poi
perché smentisce la versione
degli altri indagati. Il vicequestore
Pietro Troiani per primo,
l?uomo che ha ammesso di aver
portato le molotov nella scuola.
Racconta Troiani, in un interrogatorio,
di essersi soffermato
sull?uscio della Diaz e di aver
poi consegnato il sacchetto ai
superiori. Sacchetto che non si
è mai spostato da quell?ambito.
Mortola le vede invece dentro
la scuola. Chiede quindi il
pm Zucca: «Quindi le avrebbero
date, secondo lei, a due del
reparto mobile...». Ribatte Mortola:
«Non secondo la mia versione.
Secondo un ragionamento
logico. Se sono d?accordo...».
Nei due agenti fantasma, che
potrebbero essere identificati
in tempo brevissimo, potrebbe
stare la soluzione del giallo delle
molotov alla Diaz.

Marco Menduni