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(dal Manifesto)
Frenata su Cofferati
Bologna: il Prc chiede garanzie politiche
Rifondazione non è disposta a rilasciare «cambiali in bianco» al candidato sindaco e chiede una
trattativa sul programma
SARA MENAFRA
BOLOGNA
E’ praticamente certo che alla fine l’appoggio al candidato Cofferati ci sarà. Ma almeno per il
momento Rifondazione comunista di Bologna fa un passo indietro e chiede al cinese di parlare prima
di tutto «di politica». Così si è espresso l’altro ieri sera il comitato federale, anche se la
scorsa settimana il segretario provinciale Roberto Sconciaforni e il consigliere comunale Maurizio
Zamboni avevano già dato il loro benestare alla candidatura di Cofferati a sindaco di Bologna.
Eppure, la discussione chiarisce che il partito nutre più di qualche dubbio sull’eventuale ritorno del
centrosinistra alla guida della città: «L’Emilia Romagna - dice Maurizio Zamboni - è governata da
un blocco sociale ed economico composto da grandi lobby di costruttori e da potenti cooperative
rosse. Questo blocco ha un accordo storico con il centrosinistra che gli ha sempre permesso di
mettere i propri interessi davanti a tutto. Noi vogliamo sapere se Cofferati sindaco sarà disposto a
mettere in discussione questi equilibri e fino a che punto. Per questo non siamo disposti a dare
cambiali in bianco a nessuno». Un «no» più netto all’accordo con il centro sinistra sin dal primo
turno delle elezioni in realtà ci sarebbe. La minoranza interna, Progetto comunista, pensa da tempo
che il candidato di Rifondazione dovrebbe essere un rappresentante del movimento come Valerio
Monteventi, da sempre portavoce del social forum cittadino. Quest’ultimo dell’argomento non vuol nemmeno
sentir parlare. «Il social forum - spiega - ha presentato una carta di progetti sulla città.
Discutiamo di questo e non sempre e solo di nomi». Ma i malumori della sinistra di Rifondazione
rimangono. Michele Terra, portavoce della minoranza, spiega che la perplessità non riguarda solo la
questione del referendum sull’articolo 18: «Il candidato della sinistra dovrebbe dimostrare la sua
discontinuità non solo con la giunta di centrodestra, ma anche con quella precedente di
centrosinistra. Uno dei loro ultimi atti fu lo sgombero delle famiglie di immigrati che avevano occupato la
basilica cittadina di San Petronio. Perché Cofferati non dimostra di essere diverso da loro dicendo
qualcosa sugli immigrati che vivono a Bologna?».