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Come sostenere la cassa di resistenza

Publie le mercoledì 30 luglio 2003 par Open-Publishing

Come sostenere la cassa di resistenza:

 bonifico bancario a favore di Fiom-Cgil, Cassa di
resistenza metalmeccanica conto corrente n. 113113 della Banca Popolare Etica, Agenzia di Roma, Abi 05018, Cab 03200;

 versamento sul conto corrente postale n. 12182317 intestato a Banca Popolare Etica, piazzetta Forzatè 2 - 35137 Padova, indicando nella causale: "versamento sul c/c 113113 intestato a Fiom-Cgil nazionale - Cassa metalmeccanica";

 versamento diretto presso qualsiasi Fiom territoriale o regionale.

In azienda, è possibile contattare i delegati della Fiom.

Per informazioni:

e-mail: cassa.resistenza@fiom.cgil.it

telefono: 0685262379

Cos’è la Cassa di resistenza

E’ il fondo di solidarietà per le lavoratrici e i lavoratori metalmeccanici impegnati in lotte dure, prolungate, costose, in difesa del posto di lavoro. E’ un fondo per sostenere lotte incisive e articolate rese necessarie da vertenze particolarmente complesse. E’ un fondo per sostenere, in momenti eccezionali, le iniziative per il rinnovo del Contratto nazionale.

La Cassa di resistenza aiuta economicamente le lavoratrici e i lavoratori nella lotta per sostenere la difesa dei propri diritti.

Perché è nata

Oggi le lavoratrici e i lavoratori vedono messi in discussione i loro diritti, le loro più sacrosante ragioni. In questi casi è necessario lottare e la lotta costa. E’ un momento che può essere affrontato solo attraverso un percorso condiviso, coerente e determinato che dia il giusto valore alle iniziative di solidarietà attiva.

Nel passato, all’origine del sindacato confederale, vi sono già state fra i lavoratori Casse di resistenza e di mutua solidarietà. La Fiom ha pensato di ridare vita a questo strumento perché, oggi, proprio come allora, sono in discussione i diritti fondamentali del lavoro.

Come è finanziata

La Cassa di resistenza è finanziata esclusivamente da contributi volontari. Prima di tutto da quelli delle lavoratrici e dei lavoratori, metalmeccanici e non, iscritti e non, dei dirigenti, dei funzionari, dei delegati della Fiom. Per questi, il contributo stabilito corrisponde al valore di 4 ore della propria retribuzione.

La Cassa di resistenza è, comunque, un fondo aperto ai contributi di cittadini, di associazioni, di altri sindacati.

Come funziona

I fondi della Cassa sono gestiti da un Comitato nazionale, eletto dal Comitato centrale della Fiom. Il Comitato nazionale ha un Presidente di garanzia, figura autorevole esterna al sindacato. E’ il Comitato nazionale che decide e dà le disposizioni per i sostegni.

Per beneficiare delle risorse della Cassa di resistenza è necessario costituire il Comitato di resistenza nella propria azienda e fare la richiesta di sostegno al Comitato nazionale.

I fondi raccolti non potranno essere utilizzati per attività ordinarie dell’organizzazione sindacale, essi saranno unicamente volti agli scopi istitutivi della Cassa e saranno gestiti con il massimo della trasparenza e dell’informazione.

GLI ULTIMI CONTI

PRIMA DELLE FERIE

(POI A SETTEMBRE NE FAREMO DI MIGLIORI)

A dispetto di tutto e di tutti la Fim e la Uilm continuano a sostenere di aver portato soldi nelle buste

paga dei lavoratori con i loro accordi separati,invece ne hanno sottratti.

Fim e Uilm hanno firmato un accordo che prevede un aumento di 69 euro scaglionati al V livello,

come competenze 2003-2004, e altri 21 euro a dicembre 2004, come anticipo del Contratto 2005-

2006. In questo modo la Fim e la Uilm hanno fatto sìche i lavoratori ricevessero nelle buste paga

meno di quanto dovuto a titolo di inflazione programmata e di recupero parziale

dell’inflazione del biennio passato.

Infatti il Governo ha rivalutato ora l’inflazione programmata, portandola per il 2003-2004, al4,1%

invece che al2,7% precedente.

Anche considerando esclusivamente quanto la Federmeccanica e Fim e Uilm hanno sottoscritto nel

2001, che dell’inflazione precedente deve essere recuperato solo l’1,6% (cosa che la Fiom

contesta), si raggiunge complessivamente un aumento del5,7%.

Fim e Uilm sostengono di avere perfettamente realizzato questo obiettivo, che, è bene comunque

ricordare,è al di sotto del minimo necessario per tutelare i lavoratori dall’inflazione (che

dovrebbe essere almeno il 7%). In realtà non è così. Facciamo un po’ di conti.

La Fim e la Uilm hanno concordato gli aumenti scaglionandoli a partire da luglio 2003, febbraio

2004, dicembre 2004. In più hanno aggiunto unauna tantum di 220 euro. Facendo tutte le somme

un metalmeccanico di V livello dovrebbe ricevere nel corso del biennio1.450 euro in più sui

minimi.

Se si applicassero le regole più restrittive del 23 luglio, cioè se si fossero definiti aumenti sulla base

dell’inflazione programmataattualmente definita dal Governo, ai lavoratori spetterebbero più

soldi.

Infatti dal 1° gennaio del 2003 spetterebbe il parziale recupero del passato e l’intera inflazione

programmata 2003 e dal 1° gennaio del 2004 spetterebbe l’inflazione programmata 2004.

Complessivamente questo vorrebbe dire che ai lavoratori spetterebbero 1.989 euro nel

biennio.

Il grande risultato dell’accordo separato di Fim e Uilm è quello di far mancare dalle buste

paga dei lavoratori più di 500 euro(1.989-1.450= 539), rispetto anche alla più restrittiva delle

interpretazioni contrattuali!

La Fiom continua a rivendicare più del 5,7%, perché con quella percentuale non si difendono i

salari, ma la Fim e la Uilm hanno concordato hanno sottoscritto un’intesa che dàmeno del minimo

dovuto.

E’FACILE FARE ACCORDI QUANDO INVECE CHE AGGIUNGERE SI TOLGONO SOLDI

DALLE BUSTE PAGA DEI LAVORATORI!

La Fiom sta cercando di rimediare al danno di un accordo separato fatto solo per interessi

d’organizzazione e non per difendere quelli dei lavoratori. Per questo la lotta contrattuale va avanti.

In molte aziende si aprono vertenze e si firmano accordi con i quali i lavoratori tutelano il salario e i

loro diritti.A settembre le vertenze si diffonderanno ancor di più perché i lavoratori, anche di

fronte ai nuovi disastrosi dati sull’inflazione, hanno diritto che per i loro salari vi siano conti

migliori e finalmente aumenti dignitosi.

La Fiom

www.fiom.cgil.it

La prosecuzione della lotta dei lavoratori metalmeccanici per la conquista del contratto nazionale di lavoro non è un problema solo della Fiom. Non possiamo scaricare sulle spalle dei soli lavoratori metalmeccanici il problema dello scontro con il padronato in Italia. Il sostegno politico e finanziario della lotta dei metalmeccanici e della Fiom è quindi un preciso dovere di solidarietà di classe che si deve esprimere anche con la raccolta di fondi per la "cassa di resistenza metalmeccanica".

A taluni potrà sembrare strano che si rimettano in campo strumenti "antichi" come la cassa di resistenza. Nella storia del movimento operaio italiano generalmente l’unità di classe si è costruita direttamente nel conflitto e non attraverso il sostegno dell’iniziativa di lotta di un settore solamente. Si tratta però da un lato di fare i conti con la realtà e, dall’altro, di sperimentare nuove forme per ricostruire in forma efficace il conflitto di classe.

Fare i conti con la realtà perché il problema vero è che la Fiom - sul piano contrattuale - è stata lasciata sola dalla Cgil. Tutte le altre categorie interessate dai rinnovi contrattuali hanno scelto di proseguire nel solco degli anni passati e le questioni della democrazia nel rapporto con i lavoratori, la lotta alla precarietà e il recupero del salario reale sono state lasciate fuori dalla porta.

Non solo: in alcuni degli ultimi contratti firmati ci troviamo di fronte a strade opposte rispetto a quella scelta dalla Fiom. Per quanto riguarda le Poste abbiamo un peggioramento delle condizioni dei nuovi assunti, in una linea che aggrava le divisioni dentro la classe. Addirittura, nel contratto del turismo, si supera da destra l’accordo sulla concertazione del 23 luglio 93 arrivando - come chiede Confindustria - ad un rinnovo contrattuale quadriennale. La solidarietà di classe torna quindi a proporsi come percorso politico proprio perché la linea tenuta dalla Cgil sui rinnovi contrattuali è stata errata, non coerente con le scelte fatte sul piano politico.

Parallelamente, la scelta della cassa di resistenza è anche un tentativo di sperimentazione per cercare - nella nuova fase - le forme ed i percorsi attraverso cui ricostruire una soggettività operaia. Come si sa, le lotte non riprendono mai nel modo in cui erano terminate e proprio il proseguire della lotta "inventa" la sua strada.

Nella lotta per la riconquista del contratto nazionale di lavoro la Fiom ha nei fatti riscoperto l’articolazione del conflitto. Questo sta determinando una positiva novità nel rapporto con i lavoratori, nella messa al centro della lotta allo sfruttamento e della condizione operaia. Si tratta di investire su questo percorso che sta scrivendo una pagina del futuro conflitto di classe nel nostro paese.

Per questo, come comunisti, dobbiamo usare le nostre feste, le centinaia di feste che caratterizzano la nostra attività estiva, per fare iniziative che facciano conoscere la vertenza dei metalmeccanici e che servano a raccogliere fondi per la cassa di resistenza.

Un dibattito e un banchetto di raccolta fondi in ogni festa sarebbe un segnale tangibile del fatto che la partita non è chiusa. Perché, come dicono le madri e le nonne di plaza de majo a Buenos Aires, l’unica lotta che si perde è quella che non si combatte.

Paolo Ferrero