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Corteo contro il centro per immigrati

Publie le lunedì 24 maggio 2004 par Open-Publishing

Corteo contro il centro per immigrati e il traffico va subito in crisi
«I centri di permanenza temporanea per stranieri sono lager», scandisce
don Andrea Gallo. «Strutture vergognose, indegne di un paese civile», dice
Haidi Giuliani. «I cpt non sono centri di accoglienza ma di segregazione»,
aggiunge il senatore ds Aleandro Longhi. E Vittorio Agnoletto, portavoce
italiano del Forum sociale mondiale: «Luoghi dove si calpestano i più
elementari diritti».

Racchiude anime diverse la protesta andata in scena
ieri contro il progetto del Centro di permanenza temporanea dei
clandestini che dovrebbe sorgere a Molassana, località Rio Molinetti.
Moltissimi genovesi (circa 3.000 per gli organizzatori, un migliaio per la
Questura) sono scesi in piazza per dire no al Cpt genovese: immigrati,
politici, sindacalisti, esponenti del volontariato. Quarantaquattro le
sigle di associazioni ed enti aderenti al corteo, contro il Cpt della
Valbisagno e per solidarietà agli immigrati, che è sfilato ieri pomeriggio
da piazza Principe a De Ferrari passando per via Gramsci, via delle
Fontane, piazza della Nunziata, via Cairoli, via Garibaldi, via XXV
Aprile.

Un corteo festoso e variopinto, formato da numerose componenti
della sinistra in senso lato: dalla Cigl immigrati all’associazione Città
Aperta, dai Comitati del ponente ai Verdi, dalle varie comunità di
stranieri (senegalese e marocchina le rappresentanze più numerose) al
Comitato Piazza Carlo Giuliani ai Cobas, dai no global agli ambientalisti.
Protesta scandita dai suoni di tamburi africani e dagli slogan urlati al
megafono. Solo alcuni no global sono usciti dai ranghi imbrattando con
spray il muro della filiale Unicredit di piazza della Nunziata: i
grafomani, identificati grazie alle riprese video compiute dagli agenti
della Digos, pagheranno una multa.

Un altro momento di tensione, questa
volta interno al corteo, è scattato con l’affissione di alcuni manifestini
contro la legge Turco-Napolitano istitutiva dei Cpt: il gesto ha
indispettito in particolare Simone Farello, responsabile economico dei Ds
genovesi.
Prevedibili i problemi per la viabilità. La manifestazione ha mandato in
tilt il traffico da Sampierdarena alla Foce dalle 17,30, quando il corteo
si è mosso da piazza Acquaverde, sino oltre le 19, allorché i contestatori
sono entrati nella zona pedonale di via Cairoli.

Per circa un’ora e mezza,
quindi, il centro è rimasto semiparalizzato, con lunghe code sulla
direttrice a mare e i vigili a bloccare con transenne l’imbocco da
Corvetto della galleria Bixio.
Ad aprire il corteo, megafono in mano, il responsabile regionale della
Cgil immigrati Marco Roverano: «I Cpt rappresentano una minaccia per
quegli immigrati in attesa di regolarizzazione, che potrebbero finire
richiusi con stranieri che hanno compiuto reati». Dietro Roverano gli
striscioni della comunità senegalese e di quella marocchina. Poco dietro
anche Marco Rizzo, capogruppo alla Camera dei comunisti italiani e
candidato alle europee nel collegio Nord Ovest: «No al Cpt di Genova
perchéè una prigione, rappresenta una speculazione privata e avrebbe un
impatto ambietale pesante».

A metà di via Gramsci il corteo ha fatto tappa
davanti alla targa che ricorda Albert Kolgjegja, rendendo omaggio
all’operaio albanese vittima del crollo in Darsena con la deposizione di
fiori e un minuto di silenzio.

E. Ga.

Secolo XIX