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A proposito di Saint Denis, di Europa, di democrazia e di sinistra...partendo da un borgo!
Da una settimana a Gorizia - in quella che fino all’89 era la periferia estrema dell’Occidente - c’è un centro sociale che nella sua fase costituente sta esprimendo livelli di partecipazione, quantitativa e qualitativa, che vanno al di là di quanto potessimo anche lontanamente aspettarci.
A Gorizia c’è una giunta di centro-sinistra allargata a Rifondazione che su tale questione sta addirittura rischiando di andare in crisi - se il sindaco della Margherita, Brancati, manterrà l’impegno di far sgomberare l’attuale spazio per inagibilità la prossima settimana, gli esiti sarebbero catastrofici secondo quanto fanno sapere Rifondazione e Verdi.
Questa giunta però non sta affrontando la situazione, come leggerete più sotto, e non sembra capace di farlo.
Giocano.
Sperano che ciò che definiscono "buon senso" prevalga e gli occupanti lascino l’immobile "fidandosi" della generica promessa che "tra due-tre mesi verrà trovato un altro spazio. Altrimenti, in qualche modo, Clandestino verrà sgomberato...
Come Movimento dei/delle disobbedienti della Venezia-Giulia crediamo che questa vicenda sia uno specchio delle contraddizioni che attraversano l’attuale fase del movimento dei movimenti; crediamo che la nostra partecipazione al Forum Europeo di Saint Denis rischi di servire solo a prendere atto che le burocrazie di movimento sono ormai troppo vicine e addirittura complementari alle burocrazie dei partiti, ladove il "discorso alto" sui temi del municipalismo e della democrazia partecipata - che a Saint Denis culminerà nel Forum degli enti locali - in realtà corrisponda a una "bassa politica" che localmente riproduce quella incapacità della politica istituzionale ad affrontare anche la più banale delle questioni sociali.
Per questo riteniamo di diffondere queste riflessioni e l’ultimo comunicato del CSO Clandestino a tutte le reti di movimento, chiedendovi di diffonderlo a vostra volta, perchè crediamo che sia giunto il momento di dare corpo ai tanti discorsi fatti in questi anni; perchè pensiamo che se, come pare di capire, si profilano alleanze di governo tra il centro sinistra e Rifondazione, il territorio in cui viviamo diventa un banco di prova: infatti questo discorso vale non solo per Gorizia, ma soprattutto per il nuovo governo regionale retto da Riccardo Illy con la partecipazione di RC.
La domanda è: saranno capaci i movimenti di influire realmente sui programmi e le scelte dei governi dei territori, a qualsiasi livello? A dare corpo alle istanze di liberazione dalle dinamiche imperiali neoliberiste con effettivi processi di partecipazione e di democrazia che devono, a questo punto, segnare una radicale discontinuità con qualsiasi passato?
Da parte nostra crediamo che se non saremo capaci di rispondere affermativamente a queste domande non vi saranno forum o seminari che possano realmente servire a costruire un mondo diverso: da Porto Alegre a Saint Denis, passando per Genova, sarà stata solo una lunga inutile marcia...
DISOBBEDIENTI DELLA VENEZIA GIULIA
Trieste, Monfalcone, Gorizia - Europa, Pianeta Terra
email: yabastatrieste@tiscali.it
Gorizia, 27 settembre ’03
C.S.O. CLANDESTINO: QUATTRO MURA TRA NOI E L’EUROPA
L’assemblea del CSO Clandestino di Gorizia - al settimo giorno di occupazione permanente dell’edificio di Casa Lenassi - esprime stupore per l’esito dell’incontro con gli assessori Romano (RC) e Salomoni (DS) avvenuto ieri sera nella sede del municipio.
L’incontro doveva dare risposta a due quesiti che mercoledì scorso avevamo posto:
– il rifiuto di qualsiasi forma di intervento repressivo per porre termine all’occupazione in atto come precondizione per non interrompere il dialogo che faticosamente abbiamo cercato e voluto;
– l’indicazione di uno o più spazi che possano in breve tempo ospitare l’esperienza del CSO Clandestino.
Ci sembrava - e ci sembra ancor più oggi - che entrambi questi punti potessero essere tranquillamente alla portata di una giunta municipale di centro-sinistra allargata a Rifondazione, la quale, con un minimo sforzo di creatività, potrebbe in pochi giorni affrontare una questione del genere e far sì che l’attenzione della politica cittadina si concentri su temi più urgenti e importanti piuttosto che sul problema di quattro mura da dedicare all’aggregazione politica, culturale e sociale di una buona fetta dei giovani goriziani.
Per parte nostra ci impegnavamo a prendere in seria considerazione l’eventualità di abbandonare Casa Lenassi, uno spazio che abbiamo trasformato radicalmente in pochi giorni e con tanto lavoro, ma che non consideriamo un feticcio irrinunciabile, oltre a verificare con la Giunta modi e tempi di accesso a un’altra sede.
Purtroppo l’incontro è stato quanto mai deludente. I due assessori non sono andati oltre alla generica e fumosa proposta di un "tavolo di concertazione" (sic!) che dovrebbe coinvolgere "i giovani goriziani" e che "potrebbe accompagnare il vagliare le ipotesi pratiche per una sede". Ancora più generica e fumosa l’indicazione di un periodo di due-tre mesi per rendere disponibile tale sede. Di fronte a tali "proposte" sorge il dubbio che qualcuno nella maggioranza suddetta non voglia giungere a una soluzione, avvitando quindi il dialogo su sé stesso ma non considerando le conseguenze che ne deriverebbero: è inconcepibile che una giunta come quella goriziana - di cui parti politiche consistenti parteciperanno a novembre al Forum Europeo degli Enti Locali all’interno del Forum Sociale Europeo di Saint Denis- Parigi
– non sia capace di accordarsi per affrontare una forte richiesta che, localmente e dal basso, propone nient’altro che ciò che è già viva realtà accettata e propositiva nella maggior parte delle città italiane ed europee, ovvero spazi di proposta ed intervento sociale e culturale autogestiti e inseriti nel tessuto cittadino.
Non abbiamo la pretesa, né lo vogliamo, di rappresentare tutti i giovani di Gorizia. Siamo semplicemente consapevoli che ciò che sta accadendo tra le quattro mura di Casa Lenassi - ovvero la cooperazione attiva e autorganizzata di decine e decine di giovani e meno giovani che presentano riviste e libri, fanno arte e musica, intraprendono percorsi di solidarietà e di dignità con i migranti, si interrogano sul senso dei processi globali in corso - rappresenta un segno di forte discontinuità per Gorizia, una città che dopo decenni di isolamento geografico e politico può riscoprire oggi un suo ruolo al centro dell’Europa allargata che si va costruendo.
Proprio per questo ci chiediamo: perché questa giunta non è in grado di fare una proposta credibile, dove per credibilità intendiamo non il semplice dire "abbiate fiducia", ma la realizzazione di atti e riconoscimenti politici veri? Visto che a Saint Denis ci saremo anche noi - come eravamo a Genova e Firenze - dovremo forse denunciare in quell’occasione che le forze politiche che all’estero parlano di democrazia reale e di partecipazione, di dialogo con i movimenti e di Europa dei diritti, a casa loro non sono in grado di affrontare le questioni sociali se non come problemi di ordine pubblico e quindi utilizzando la forza degli atti giudiziari e la violenza dei manganelli?
Da parte nostra non possiamo che continuare a fare ciò che da una settimana stiamo facendo: continuare nel percorso costituente, ricco e avveniristico, dell’esperienza del centro sociale; riaffermare che le nostre uniche armi sono le parole e i nostri corpi; che un intervento repressivo di questa esperienza sarebbe, in ogni caso, responsabilità di tutta la giunta Brancati.
C.S.O. CLANDESTINO - GORIZIA, EUROPA, PIANETA TERRA