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DUE SI’ PER UN SOLO DIRITTO

Publie le martedì 27 maggio 2003 par Open-Publishing

Costituito anche a Trieste il Comitato per il doppio SI’ ai referendum
DUE SI’ PER UN SOLO DIRITTO

A poche settimane dalla tornata referendaria del 15 giugno non possiamo non
considerare la scarsa attenzione che parte del mondo politico e i mezzi di
comunicazione stanno dedicando ai due referendum sociali ed in particolare a
quello sull’elettrosmog. Riteniamo pertanto urgente e fondamentale lanciare
questo appello per la costruzione, anche nella nostra regione, di COMITATI
per il DOPPIO SI ed invitare ad aderirvi tutte quelle realtà locali che
vogliono percorrere la strada, se pure lunga e faticosa, che porta alla
conquista di NUOVI DIRITTI, dei DIRITTI di CITTADINANZA.

Due SI’ per un unico diritto, quello ad una migliore e diversa qualità della
vita.
Estendere l’art.18 anche ai lavoratori in aziende con meno di 15 dipendenti
E abolire la servitù da elettrodotto: due questioni importanti che riguardano
due grandi tematiche, i diritti nel nuovo mondo del lavoro flessibile e il
diritto alla salute contro l’inquinamento da campi elettromagnetici.

Due diritti che attengono ad un unico grande diritto, quello ad una diversa
e migliore qualità della vita, due referendum per un UNICO SI’.

COSTRUIAMO I COMITATI PER IL SI’ AI DUE REFERENDUM
nei territori, nei quartieri e nelle città; nei luoghi di lavoro, in quelli
tradizionali e in quelli dove operano i lavoratori e le lavoratrici
"invisibili", privi dei diritti fondamentali, ovvero quelle persone che non
devono preoccuparsi di essere licenziate o meno in quanto non sono neanche
assunte: co.co.co., occasionali, interinali, atipici e spesso quando hanno
la "colpa" di essere migranti e di venire da un paese extracomunitario, in
nero.

COSTRUIAMO I COMITATI PER IL SI’ AI DUE REFERENDUM
nelle città e nei territori in cui ogni aspetto della vita è ormai messo a
profitto, in cui il diritto alla salute diviene facoltativo se cozza con gli
interessi della produzione industriale e della diffusione di tecnologie che
non sempre sono così "pulite" come vorrebbero farci credere, nei territori
ormai invasi dalla logica delle privatizzazioni imposte tramite
leggi vecchie di decenni per favorire il profitto delle multinazionali
a scapito della salute dei molti che in quei territori vivono, crescono,
studiano e lavorano.

Sostenere questa battaglia referendaria, significa rivendicare diritti
uguali per tutti e tutte, diritti che non sono separati o che vanno
conquistati singolarmente poichè riguardano il nostro vivere quotidiano di
cittadini e cittadine, di lavoratrici e di lavoratori.

Sostenere questa battaglia significa rivendicare che l’estensione
dell’articolo 18 e l’abolizione della servitù coattiva da elettrodotto sono
solo un passo nel cammino per la costruzione di nuovi diritti, di una
democrazia diversa basata sulla solidarietà e sulla partecipazione.

Una consistente parte del mondo del lavoro è formata da lavoratori e
lavoratrici migranti, che non possono incidere con il loro voto su una
questione che li riguarda direttamente: questo fatto più di altri ci sembra
emblematico della necessità di batterci in ogni modo, anche con i
referendum, per estendere i diritti.

La battaglia referendaria segna un momento decisivo tra chi vuole asservire
il nostro lavoro, la nostra salute, l’ambiente e la vita stessa agli
interessi del mercato e chi invece ritiene che i diritti vadano non
solamente difesi, ma estesi all’interno delle contraddizioni che il nuovo
mondo globalizzato ci impone.

Vogliamo che la battaglia referendaria viva attraverso la costruzione di
iniziative dirette nei luoghi dove le contraddizioni esistono e si
manifestano, nelle vertenze dei lavoratori precari, atipici, interinali,
extracomunitari, "coordinati e continuativi", autonomi, come nelle lotte
contro l’installazione di tralicci o antenne di telefonia mobile.

Una battaglia referendaria che si alimenta anche di conflitto, che punta a
ricomporre figure, tematiche e mondi a volte separati dalla loro
specificità, che intende costruire Comitati in grado di sviluppare questo
programma da oggi sino al 15 giugno, ma soprattutto oltre quella data,
perchè i due SI’ che andiamo ad esprimere saranno efficaci solo se
rappresenteranno un passaggio, pur importante, delle lotte per l’estensione
e la conquista di vecchi e nuovi diritti di cittadinanza per tutti e tutte.

COMITATO PER IL DOPPIO SI’

Promosso da: Verdi, Rifondazione Comunista, Sportelli degli Invisibili, Cobas Scuola Trieste, Movimento dei/delle disobbedienti, Renato Kneipp ( segreteria regionale CGIL )