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Dal presidio dei Forconi - Quarto giorno

par sollevazione

Publie le mercoledì 11 luglio 2012 par sollevazione - Open-Publishing
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Quarto giorno

«Qui se non blocchiamo tutto non ci sente nessuno»

Ieri sera ci sono stati momenti di parapiglia e di tensione. Mentre era in corso lo stop alla circolazione dei mezzi e i Forconi distribuivano volantini e spiegavano le ragioni della loro protesta, un paio di camionisti hanno tentato di forzare il blocco. Ne è nato un acceso diverbio. Dallo scontro verbale si è passati alle mani. Un paio di Forconi si sono dovuti medicare al pronto soccorso.

L’incidente ha improvvisamente animato il presidio, in corso oramai dal primo pomeriggio di domenica otto luglio tra il silenzio omertoso dei media. Guarda caso, questa mattina, "grazie" all’incidente di ieri sera, alcuni giornalisti si sono presentati, più che per capire le ragioni della protesta, a trattarla come fatto di cronaca nera. Vediamo i dispacci, addirittura uno dell’Ansa delle 12:42, ed altri. I titoli sono tutti del tipo "Forconi: tensioni coi camionisti. Tre feriti». Ma il fatto più importante è un altro, ed è stato detto chiaro e tondo ai giornalisti miracolosamente convenuti. Raccogliendo la volontà delle decine di Forconi al presidio, Mariano Ferro ha annunciato che se entro venerdì non giungeranno notizie dal Palazzo (il prefetto di Reggio si era impegnato martedì ad organizzare un incontro tra i Forconi e il governo) la protesta proseguirà e potrebbe sfociare nel blocco totale del transito sullo Stretto.

Mariano ha dichiarato: «A questo punto credo che se non arriviamo al blocco non ci considererà nessuno... Noi non ci fermiamo... La gente deve capire che in Italia i soldi esistono solo per la politica e la verità è che siamo nelle mani di deliquenti. Le tasse o li paghiamo tutti o nessuno. Noi di qui non ce ne andiamo. La protesta continuerà ad oltranza, finchè qualcuno non darà delle risposte».

Ma per potere attuare il blocco totale dello Stretto, occorrono ben altre forze. Qui tutti capiscono che, "alzare il tiro" è assolutamente necessario, ma che in queste condizioni ciò significherebbe esporrre lo zoccolo duro militante dei Forconi ad una durissima rappresaglia da parte delle autorità. "Ma qualcosa occorrerà pur fare!". Così si cerca di spingere i tanti amici siciliani dei Forconi a non restare alla finestra, a raggiungere Villa San Giovanni. Domani si vedrà se quest’appello sarà raccolto. Nel frattempo il controllo delle forze di polizia si fa più stringente e guardingo. Per chi scrive è evidente che non ci sarà alcun incontro a Roma tra Forconi e governo. E’ solo una promessa per mandarli a casa prima possibile. Andare a casa in queste condizioni sarebbe una sconfitta, anzi, un’umiliazione. Per il Movimento, che ha già perso per strada, non la simpatia popolare, ma il sostegno di tanti attivisti, un esito simile potrebbe essere esiziale. Forse è vero che la sola maniera di uscire da quest’impasse è alzare il tiro, anche a rischio di pagare un alto costo.

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