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"Datemi la tessera elettorale o vi licenzio!!"

Publie le venerdì 13 giugno 2003 par Open-Publishing

13/06/2003
Il capo: "Non votate". E li licenzia

Denuncia della Cgil calabrese: licenziati in tronco
tre lavoratori che si sono rifiutati di consegnare al
titolare dell’azienda il libretto elettorale per
evitare che domenica votassero "sì".
Catanzaro
Pretendeva che gli consegnassero i libretti elettorali
per evitare che andassero a votare domenica per il
referendum sull’articolo 18. Quando i tre lavoratori
gli hanno risposto picche, e hanno riaffermato la loro
volontà di votare, non ha trovato di meglio che
licenziarli. E ora scende in campo il sindacato che
denuncia: è soltanto l’ennesimo episodio di questo
generare accaduto nelle ultime settimane.

La vicenda ha per teatro Catanzaro, e viene denunciata
dal segretario generale della Cgil della Calabria,
Fernando Pignataro. Secondo quanto dice Pignataro, in
altre aziende della provincia di Cosenza altri
lavoratori sono stati minacciati dai datori di lavoro
per non andare a votare e sono stati costretti a
consegnare, per evitare il licenziamento, il
certificato elettorale.

I tre lavoratori licenziati, di età compresa tra i 26
ed i 30 anni, hanno confermato la loro intenzione di
recarsi alle urne per esprimere il voto sul referendum
sull’articolo 18 e per questo sono stati licenziati.
"Ci sono datori di lavoro di piccole aziende del
settore dei servizi del cosentino - ha detto Pignataro
 che stanno facendo pressioni, utilizzando anche la
minaccia del licenziamento, sui lavoratori affinché
questi non si rechino a votare per il referendum
sull’articolo 18. In un’ azienda, in particolare, è
accaduto che tre giovani si sono rifiutati di
consegnare il certificato elettorale al datore di
lavoro e questi li ha licenziati con la scusa di non
avere più bisogno di loro".

Moltissimi lavoratori delle piccole imprese, intanto,
stanno "cedendo al ricatto dei datori di lavoro -
aggiunge Pignataro - e stanno consegnando i loro
certificati elettorali che i datori di lavoro terranno
come una garanzia dell’effettiva astensione dal voto.
Gli episodi accaduti in provincia di Cosenza
dimostrano come gli imprenditori stanno mistificando
un referendum che è finalizzato solamente a garantire
i diritti dei lavoratori".

Il segretario regionale della Cgil ritiene anche che
il referendum sull’articolo 18 "non risolve il
problema dei diritti ma, una eventuale vittoria del Sì
consentirà di spostare in avanti la discussione sulla
tutela e l’estensione dei diritti". In Calabria le
imprese con un numero di lavoratori inferiore alle
quindici unità rappresentano oltre l’80%, con una
percentuale "molto alta sia per la natalità - prosegue
Pignataro - che per la mortalità delle piccole
aziende. Non credo che il mancato sviluppo delle
piccole imprese calabresi è stato provocato dagli
effetti dell’applicazione dell’articolo 18 visto che,
fino ad ora, questo diritto dei lavoratori non è
esteso a questa categoria imprenditoriale".

In questi ultimi giorni, prima della conclusione della
campagna elettorale referendaria, i dirigenti della
Cgil calabrese hanno intensificato le iniziative per
promuovere il Sì al referendum sull’articolo 18. Al
termine dei comizi "c’é molta gente che ci chiede - ha
concluso Pignataro - notizie sul referendum e
sull’articolo 18. Credo che questi ultimi giorni
saranno fondamentali per incrementare la percentuale
di quanti si recheranno a votare".