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Dopo "Milano contro la guerra" - riunione

Publie le martedì 9 settembre 2003 par Open-Publishing

ciao a tutte/i,

martedì della scorsa settimana ci siamo trovati in via Confalonieri,
poche/i ma motivate/i, per cominciare a discutere di come dare
continuità all’esperienza di "Milano contro la guera" e delle
iniziativa in vista (tenda "Piazza solidale" in Duomo,
manifestazione del 4 ottobre ecc.).

Vi segnalo subito che il prossimo incontro sarà ancira
MARTEDI’ 16 settembre, alle ore 21.00, c/o il circolo PRC di via
Confalonieri 10 - per proseguire la discussione.
Alcune considerazioni - che non possono valere come "resoconto"
della riunione - per vedere assieme come ripartire.

Lo scorso "anno politico" abbiamo cercato di costruire l’esperienza
di "Milano contro la guerra", prendendo atto del fallimento del
tentativo del Milano Social Forum, e concentrando gli sforzi comuni
all’iniziativa contro la guerra - che ovviamente si era imposta come
terreno principale del nostro impegno.

In questa fase non è più sufficiente - non certamente perchè "la
guerra è finita", visto che continua in molti luoghi, e in particolare in
Iraq l’occupazione militare vede la partecipazione di soldati italiani -
ma diventa necessario riprendere a costruire una rete che affronti
diverse questioni più volte definite "priorità", come possono ad
esempio essere le condizioni e i diritti dei migranti; privatizzazioni
e politiche neoliberiste; questione sociale, finanziaria e precarietà;
politiche militari; l’Europa che vogliamo ecc.

Dobbiamo anche in questo caso prendere atto che non siamo in
grado di costruire, almeno a breve, un coordinamento o una rete
che riesca a tenere assieme tutte le realtà e le esperienze del
movimento dei movimenti, che comunque si ritrovano in occasioni
di scadenze importanti (il Forum Sociale Europeo, i controvertici,
manifestazioni nazionali ecc.).

Dobbiamo allora capire se ha senso e se vogliamo costruire una
relazione più stabile e quindi un soggetto riconoscibile tra quelle
realtà - associazioni, forze politiche e sociali, tavoli tematici, singoli
 che si riconoscono in un "patto di lavoro" e quindi in una forma
organizzativa che possa renderlo praticabile: un "patto di lavoro"
che sia una carta di intenti e una struttura adeguata all’impegno
comune - qualcosa che dichiari "quest’anno a Milano faremo
queste cose...", e quindi "per fare queste cose ci organizziamo in
questa maniera", funzionale alle iniziative decise - che non
possono fermarsi alle "scadenze" imposte (senza per questo
eluderle).

La formalizazione delle adesioni al patto di lavoro sarebbe allora
una condizione necessaria a rendere esplicito l’impegno e a sapere
chi siamo e cosa realmente possaimo impegnarci a produrre - con
l’obiettivo ambizioso di mantenere e saldare un rete complessiva
di/con tutto il movimento.

Queste sono alcune riflessioni inziali, che nella scorsa riunione
abbiamo cominciato ad abbozzare: il prossimo incontro dovrebbe
aprtire da questo.

Sperando che questo percorso possa interessare, un abbraccio,.
Piero Maestri - Tavolo "bastaguerra" di Milano