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E’ UN’ITALIA CHE HA PAURA

Publie le martedì 6 maggio 2003 par Open-Publishing
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GENOVA, 5 MAG - E’ stato archiviato il procedimento
a carico di Mario Placanica, il carabiniere indagato di omicidio
volontario per la morte di Carlo Giuliani, avvenuta il 20 luglio
del 2001, in piazza Alimonda. Lo ha deciso il Gup Elena Daloiso,
su richiesta del pm Silvio Franz che aveva chiesto l’
archiviazione per legittima difesa. (SEGUE).


LA CONTROINCHIESTA SU PIAZZA ALIMONDA:

www.piazzacarlogiuliani.org/pillolarossa
www.sherwood.it
www.italy.indymedia.org


COMITATO VERITA’ E GIUSTIZIA PER GENOVA
(presidente onorario Giulietto Chiesa, presidente Enrica Bartesaghi)

Comunicato stampa
E’ UN’ITALIA CHE HA PAURA

Quest’archiviazione è la sentenza di un’Italia che ha paura. Un paese più
coraggioso, un’opinione pubblica più forte avrebbero ottenuto un dibattimento
pubblico, un approfondimento dei fatti di piazza Alimonda alla luce del
sole, nelle aule di un tribunale. Dopo quasi due anni d’inchiesta, trascorsi
fra perizie contrastanti, dichiarazioni contraddittorie, ricostruzioni sempre
nuove, l’archiviazione dell’inchiesta è una beffa atroce. Di fronte a tante
ombre, la sola via maestra verso la verità e la giustizia è quella di un
processo pubblico, in cui confrontare tutte le testimonianze, le prove,
le perizie. Con quest’archiviazione si accontenta solo la voglia di oblio
sui fatti di Genova che attraversa il paese.

Noi siamo invece convinti che nel luglio 2001 a Genova la democrazia e lo
stato di diritto siano stati calpestati, come hanno riconosciuto AMNESTY
INTERNATIONAL e altre organizzazioni internazionali. Noi non abbiamo paura
di fare i conti con questa preoccupante verità e anzi riteniamo indispensabile
una ricostruzione completa e convincente dei fatti. Perciò continuiamo a
chiedere la costituzione di una COMMISSIONE PARLAMENTARE d’inchiesta sui
fatti di Genova.

Siamo convinti che i cittadini abbiano diritto ad un rigoroso accertamento
pubblico di tutte le responsabilità, per l’uccisione di Carlo Giuliani come
per i fatti della Diaz, di Bolzaneto, per le aggressioni ai cortei e ai
manifestanti inermi, per i 18 colpi di pistola sparati dalle forze dell’ordine.

Alla famiglia Giuliani, a tutti i democratici, diciamo che non accettiamo
questa archiviazione e che continueremo a batterci per la ricerca della
verità e della giustizia.

Genova, 5 maggio 2003


DAL SITO DI REPUBBLICA

Amareggiato Giuliano Giuliani, il padre di Carlo: "Non chiedevamo la condanna
di Placanica, ma che si andasse a un dibattimento. Invece con l’archiviazione
ho il sospetto che si voglia nascondere la verità". Giuliani non sembra
però rassegnato alla notizia giunta da Genova. Infatti dice: "A questo punto
faremo tutti i passi previsti dalla legge". Il leader del Social Forum Vittorio
Agnoletto parla invece di "decisione gravissima, con la quale lo Stato si
autoassolve da ogni responsabilità".
Agnoletto annuncia che in occasione del secondo anniversario della morte
di Carlo Giuliani, il movimento "ricostruirà in modo pubblico e con tutta
la documentazione attualmente disponibile la verità di quanto accaduto in
piazza Alimonda". "E’ evidente - spiega - che non c’è la volontà di ricercare
la verità con l’obiettivo di una vera giustizia. D’altra parte non possiamo
dimenticare che solo qualche giorno dopo l’omicidio di Carlo un importante
esponente della procura di Genova già parlava di legittima difesa e le stesse
parole erano state utilizzate da esponenti del governo fino al presidente
del Consiglio che voleva addirittura offrire una vacanza omaggio a Placanica".


ARCHIVIAZIONE
MORTE GIULIANI: UN NUOVO MISTERO DI STATO

Dichiarazione di Patrizia Sentinelli responsabile movimenti della segreteria
nazionale di Rifondazione comunista:

Con l’archiviazione del procedimento sull’uccisione di Carlo Giuliani un
nuovo "mistero di stato" si va ad aggiungere agli altri casi irrisolti d’Italia.
Si scrive una nuova, oscura pagina della storia del nostro paese.
Un ragazzo è morto, ma questo, evidentemente, per la magistratura italiana,
sembra un fatto mai accaduto. L’archiviazione, senza un processo pubblico,
lascia senza verità e quindi senza giustizia la
morte di Carlo. L’opinione democratica e tra questa Rifondazione comunista
non si rassegna a ciò ma continua a credere che soltanto attraverso l’accertamento
giudiziario della verità, in questo caso attraverso un processo, possa realizzarsi
la giustizia.


LA POLIZIA DELL’IMPERO (INDYMEDIA)

Il primo maggio 18 carabinieri della seconda brigata mobile sono partiti
per l’Iraq. Faranno parte del gruppo comandato dal generale Leonardo Leso,
che era a capo delle truppe speciali dei Cc scatenate al G8 di Genova. Leso
e’ in corsa per il comando dell’intero contingente di polizia internazionale
in Iraq. D’altronde, nonostante le menzogne e le reticenze di fronte al
Parlamento e alla Procura e malgrado tutto quello che e’ accaduto a Genova,
nessuno degli alti ufficiali coinvolti ha perso il posto.
Anzi, sono stati cosi’ bravi a Genova che li mandano in missione speciale
in Iraq. Persino Placanica, il carabiniere che avrebbe sparato a Carlo Giuliani,
e’ tornato in servizio e la gip Elena D’Aloiso decidera’ entro la meta’
di maggio sulla richiesta di archiviazione per legittima difesa: ad uccidere
Carlo sarebbe stato un calcinaccio assassino.
L’archiviazione non chiuderebbe solo l’inchiesta sull’omicidio Giuliani,
una storia piena di fatti per niente chiari, ma cancellerebbe le responsabilità
di chi ha gestito l’ordine pubblico in piazza Alimonda [1 - 2] e dai palazzi
del potere. E rischierebbe di diventare pietra di paragone per gli altri
procedimenti in corso su Genova.
Molti pestaggi saranno archiviati, se non sarà possibile individuare i responsabili:
il Genova legal forum ha scritto un appello per trovare video, foto e testimonianze.
Perche’ Genova non si chiude qui. Perche’ gli ufficiali che hanno avuto
il comando al G8 erano gia’ stati in Somalia. E adesso vanno in Iraq.


LA CONTROINCHIESTA SU PIAZZA ALIMONDA:

www.piazzacarlogiuliani.org/pillolarossa
www.sherwood.it
www.italy.indymedia.org

Messaggi

  • Il povero Giuliani viveva con i cani da anni come un barbone,i genitori fino alla sua morte nn sapevano dove fosse finito,nn l’hanno neanche riconosciuto in televisione.E lui se ne andava in giro con un estintore in mano minacciando di tirarlo in faccia ad un suo coetaneo.Voi che avreste fatto?Io mi sarei difeso come il Carabiniere.E avrei chiesto ad Amnesty International come mai non va a recuperare certa gente che vive per strada...