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ECCHECCAZZZO!!!

Publie le venerdì 20 giugno 2003 par Open-Publishing
13 commenti

scusate se vi disturbo..forse sono rimasta l’unica in Italia che
ancora si indigna..ma non riesco ad assuefarmi ai tempi che corrono
ne a non incazzarmi difronte a ciò che leggo e vedo.Ma vi siete resi conto
di cosa è accaduto in Italia nelle ultime 48 ore piu’ o meno?

Martedì 17 Giugno ore 9:00
In un’intervista di 30 minuti a Radio 1 Bossi conferma che le navi
dei clandestini vanno prese a cannonate

MARTEDI 17 Giugno ore 11:00
Al processo SME Berlusconi prende la parola senza poter essere
controinterrogato: cito il peggio che ha detto:
"la legge è uguale per tutti ma io sono più uguale perché più del
50% degli italiani mi ha votato" (FALSO è stato votato dal 45 %)
"per nascondere delle prove favorevoli alla difesa i magistrati
hanno distrutto un cd con delle registrazioni "(Falso di quel cd ci
sono 4 copie tutte coincidenti..e nessun cd è danneggiato)
"nessun giudice è stato corrotto" (FALSO ci sono dei movimenti di
denaro che vanno da un conto privato e personale di Berlusconi al
conto privato e personale del giudice che di fatto ha fatto vincere
Berlusconi sia sulla SME che sul caso Mondadori)
"sono un eroe perche’ la mia contro offerta ha bloccato la vendita
della SME a un prezzo ridicolo" (FALSO l’offerta di Berlusconi
superava solo del 4% quella di De Benedetti, 10 anni dopo la SME è
stata venduta ad un prezzo maggiore del 900%& quindi anche l’offerta
di Berlusconi era ridicola!)
"rivolgendosi al magistrato di Milano Berlusconi afferma: sarò
pronto per parlare di nuovo il 25 giugno" ( FALSO E SPUDORATO!
sapeva benissimo che i sui scagnozzi al parlamento il giorno dopo
avrebbero approvato una legge che blocca immediatamente il
processo!)

MARTEDI17 Giugno ore 13:30
il TG1 parla dell’intervento a Milano di Berlusconi per soli 28
secondi dopo aver ampiamente parlato del caldo e dell’affare
Beckham..in quei 28 secondi si dice più volte Berlusconi
all’attacco??!!! (AGGHIACCIANTE!)

MARTEDI 17 Giugno ore 17:00
Tremonti ministro dell’Economia afferma che tra due mesi ci sarà una
forte crescita dell’azienda Italia
(lo dice ogni 2 mesi da almeno 2 anni e mezzo)
Mercoledì 18 ore 9:00
Inizia il tema di Maturità (o tema di Governo??!!)
Il primo tema della Maturità chiede agli studenti di parlare dei
Totalitarismi del 900:
Fascismo, Nazismo, Comunismo:
Mi chiedo?! e vi chiedo!?: il Liberismo uscito dalle università di
Harward o Chigago per come è stato
applicato in America Latina o in Africa è o non è totalitarismo? il
milione di morti in Guatemala è totalitarismo?o no?
Il ministro delleconomia del Guatemala uscito da Harward quale ISMO
adottava? Quale ISMO si applica in Bolivia, Bangladesh ecc&..?
&ma andiamo avanti:
la traccia per descrivere i totalitarismi è tratta dal libro nero
del Comunismo:
base scientifica ideale per giustificare un tema sui regimi
totalitari del ’900 nel quale (riassumo) il fascismo viene
presentato come una sgradevole robetta, il nazismo come una gran
brutta faccenda(4 righe) e il comunismo come il Male Assoluto,
Satana incarnato(8righe) .
A proposito del fascismo (solo 2 righe) si dice che il fascismo ha
fatto qualche prigioniero politico (non si parla di morti)..poi la
frase viene mitigata parlando subito dopo di foibe. Ovviamente degli
stermini in Africa e Jugoslavia non si parla! Delle leggi razziali
neanche!
Il secondo tema di Maturità è un innocuo e interessante tema
sull’acqua come risorsa fondamentale, il ministero è riuscito a
inserire, incredibilmente, una frase di Berlusconi, tratta
nientepopodimenoché
dall’Introduzione alla Celebrazioni Ufficiali Italiane per la
Giornata Mondiale dell’Alimentazione.
Il terzo tema di Maturità parla di Poesia, nella traccia si dice:
Un segno del crescente interesse per la Poesia è che sia stato
proprio il Pio Albergo Trivulzio di Milano ... ad aver organizzato
un concorso nazionale di poesia per anziani"
nulla da eccepire se non che i solerti funzionari della Moratti
hanno tolto dallarticolo una frase:
&.Pio Albergo Trivulzio, ’l’ospizio da cui partì Tangentopoli’,
avesse organizzato un concorso in versi per anziani.
AVETE CAPITO?
Hanno censurato dal tema di maturità la citazione completa dove si
parlava di Tangentopoli!!!

MERCOLEDI 18 ore 19:00
la Camera dei Deputati approva la legge che impedisce di processare
le prime 5 cariche dello stato ..poichè Ciampi , Casini, Pera e il
Presidente della Corte Costituzionale non hanno mai corrotto nessuno
l’unico beneficiario della legge è SILVIO BERLUSCONI!

MECOLEDI18 ore 22:30
Rai 1 trasmette in diretta il PREMIO TEATRALE GIORGIO ALMIRANTE tra
i premiati Lando Buzzanca, Albertazzi, Gabriella Carlucci,
Storace&.quali sono i meriti teatrali di Storace?
Per chi non lo conoscesse Giorgio Almirante è stato uno squadrista
della Repubblica di Salo, segretario del MSI, e negli anni 50
gridava squadracce di camice nere a Genova dove, dopo uno scontro,
morirono 5 anarchici

Messaggi

  • cara tina tutto giusto ma il cavaliere è stato votato dal 43% non degli
    italiani ma di cgi ha espresso voti validi (circa il 75%) quindi è stato
    votato dal 32% degli italiani e gli altri 7 su 10 debbono essere proprio
    fessi
    serra

    • ciao Paolo,
      c’è una logica di fondo nelle tue considerazioni che trovo criticabile, che
      ovviamente non ti attribuisco personalmente, ma che evidenzio qui, come
      astrazione di discorsi più generali per la discussioen comune. Questa cosa
      del Berlusconi che è andato al governo nonostante il suo conflitto
      interessi, nonostante sia un cialtrone, ecc. rilanciata sempre in questo
      modo, quasi scordandosi il contesto.

      E il contesto era (ed è):
      1) un sistema maggioritario che imponeva la scelta (o di qua o di là)
      2) un voto arrivato alla fine di una intera legislatura del centro sinistra
      che è stato il picco massimo di un’intera generazione ceto-dirigenziale che
      ha fatto di quel obiettivo (andare al governo) il proprio progetto di vita,
      e il picco più basso nella disillusione di una parte importante del paese
      (la società civile) che in quel progetto ci aveva creduto, e che, fuori
      dalla retorica del "partito che non mi ha sostenuto" (ipse dixit D’Alema,
      2001), ha semplicemente constatato che un’altra idea di paese (quello
      "normale" che piace al signore citato poc’anzi) non sarebbe nata in quel
      modo, con quelle prerogative, tra la sudditanza culturale ad un modello che
      non ha impedito ai "compagni" di fare una guerra ignobile nel ’99 e
      condurre una serie di liberalizzazioni davvero scellerate.

      Il dramma è qui: nel voto popolare alla destra, nello svuotamento
      dell’indipendenza sindacale (Radio Popolare nell’occasione del voto anti
      Lepen in Francia fece un bellissimo servizio sul voto operaio in Italia
      dove, per la classe politica diessina, c’era da mettersi le mani nei
      capelli - se ne hanno ancora!), negli scioperi generali che sono il
      termometro più allarmante della situazione e di una prospettiva avviata dal
      lento scivolamento su terreno dei diritti e che oggi è in piena fase di
      deriva democratica.

      Ora: mi si potrebbe obiettare che sono tutte cose assodate e che bisogna
      ripartire da qui per andare avanti.

      E invece io credo che non siano affatto assodate se si continua a pensare
      che Berlusconi sia un problema democratico come se l’estremizzazione del
      ripudio morale e sociale di questo governo sia l’unico peso possibile sui
      piatti di una bilancia dove, dall’altra parte non ho ancora visto
      contribuire con le responsabilità politiche di un ceto dirigente a cui ho
      visto fare poca mea culpa, dal qaule ho visto pochi segnali di
      controtendenza e che, per giunta, è tutto e ancora in sella. Fattori così
      determinanti che i problema "partecipazione" reciso alla base (tra la base
      e la "dirigenza") si è innestato nella rivendicazione più forte e limpida
      dei movimenti che sono nati, guarda caso, proprio dal 2000 in poi.

      Che si debba ripartire da qui è poco ma sicuro. Che si debba farlo sulla
      strada dell’alternanza invece che dell’alternativa è tutto da dimostrare. E
      mi sembra che i malumori legittimi sul metodo della candidatura Cofferati
      siano tutti iscrivibili in una valutazione del genere che a vario titolo e
      da contesti diversi mi sembra la considerazione più socialmente diffusa in
      questo momento.

      MT

    • caro trotta,
      anche io sarò sincero fino in fondo,
      non nego che questa distinzione tra alternanza ed alternativa abbia avuto
      molta logica fino alla rielezione di berlusconi ma,
      oggi, mi sembra che la prima distinzione vada fatta fra una cosa che
      assomiglia in modo eccessivo ad una nuova forma di monarchia patrimoniale
      seicentesca, con la proprietà dell’etere al posto di quella dei terreni e la
      ingiudicabilità del monarca, e qualcosa di imperfetto chiamato democrazia
      rappresentativa che rimane pur sempre il meno peggiore dei sistemi
      escogitati dall’uomo per governare le società complesse,
      per quanto possano essere stati limitati ed impacciati i governi dell’ulivo
      non possono essere paragonati ad uno che attua pratiche riscontrabili solo
      in periodi storici di molto precedenti il 1789,

      paolo serra

    • ringrazio Tina , Paolo e Marco per il dibattito aperto,vorrei ricordare che
      alcuni anni orsono ero l’unico (o uno dei pochi) a Bologna a predicare
      certe cose che vorrei brevemente ricordare:

      1 Berlusconi si è messo in politica altrimenti lui ed i suoi accoliti
      avrebbero dovuto rispondere di fronte ai tribunali di tutto ciò che avevano
      commesso in venti e più anni di cose descritte da Travaglio ed altri in più
      di un libro, cito Travaglio perchè essendo lui un giornalista ciò che scrive
      nonsono "teoremi" ma documenti presi da tribunali e contro cui Berlusconi
      non ha mai potuto citarlo per calunnia, semmai lo ha citato per "diffusione
      di informazioni lesive dell’immagine" con una richiesta di danni per venti
      miliardi di vecchie lire

      2 Berlusconi (il suo"impero") aveva circa 4.500 miliardi di vecchie lire di
      debiti e solo il salto in politica gli ha permesso di colmare il buco

      3 La bicamerale (con d’Alema) ha salvato e rilegittimato un Berlusconi che
      altrimenti non sarebbe mai divenuto primo ministro, ricordo Violante
      presidente della camera che diceva ai giudici basta col giustizialismo e
      occorre capire i ragazzi di Salò"

      4 Berlusconi era grande amicodi Craxi e della sua famiglia, il Craxi che
      inaugurò la stagione dell’andate al mare piuttosto che votare cosa ben nota
      alla pseudo sinistra attuale (referendum docet)

      5 dopo che berlusconi è divenuto primo ministro sono nati "girotondi" che
      hanno sicuramente ricordato un problema nazionale ed hanno avuto
      unaimportanza nel panorama politico nazionale ma che nella sostanza si
      referenziavano e si referenziano sempre al carrozzone del partitismo senza
      apportare nuove idee e che oggi cercano di entrare nelle camere del potere
      dalla porta di servizio con soggetti cuasi sempre autoreferenti di se stessi
      senza una vera politica se non la concuista di una poltrona (non mi funziona
      la cu di cuadro); costoro ben poco hanno a che vedere con il movimentismo o
      con gruppi di cittadini costituiti in associazioni o comitati che protestano
      contro problemi "locali" ma che propongono soluzioni che possono essere
      riportate al "globale"

      6 allo stato attuale delle cose l’informazione è completamente ingessata
      dalla partitocrazia, nel nostro territorio basti pensare al Domani giornale
      a tempo determinato poichènatocon lo scopo di servire il centro sinistra
      perleelezioni dopodichè verrà chiuso, finanziatocon soldi pubblici da vari
      enti locali;la destra come contropartita ha visto finanziare il Restodel
      Carlino (giornale guazzalochiano) dalla regione (governata dal
      centrosinistra)

      la denuncia di Tina rappresenta la punta dell’iceberg di una situazione che
      ha riportato nel nostro territorio lo scuadrismo fascista del ventennio e le
      considerazioni di Marco (che condivido) sono ben poca cosa rispetto alla
      descrizione dello scenario politico attuale;in altri termini siamo in un
      golpe "televisivo" certamente suggestivo come definizione mache rispecchia
      la realtà attuale; a Paolo che stimo ricordo che 7italiani su 10 non sono
      fessi ma rapppresentano coloro istruiti prima da Craxi poi da altri di
      sinistra (ricordate le amministrative di Bologna del 99?) e che fanno ciò
      che il ( o i loro) partito dice; sono fessi? non lo so io dico male
      informati e ingannati da coloro nei cuali credono...........

      potrei andare avantiancora ma vi passo la palla........ (non ho comuncue
      finito)

      Mario Alvisi

    • ciao Paolo,
      e va bene: fin qui ci siamo. Silvio Berlusconi e il suo governo sono un
      pericolo per l’ordinamento democratico e costituzionale in Italia. E tra
      l’altro questo
      Il punto è: come evitare che questo processo giunga a compimento? Che il
      programma elettorale-pidduista di Forza Italia venga ulteriormente messo in
      pratica?

      A me sembra di aver detto una cosa molto chiara. E, in più, credo che sia
      una consapevolezza diffusa: non ci potrà essere nessun processo di
      rinnovamento democratico delle istituzioni che non passi da una
      ridefinizione del nesso politica-società civile, partecipazione-consenso.

      Ne sono convinto perché vedo che il fossato tra gente come Fassino,
      D’Alema, ecc. e il resto della società italiana è ormai incolmabile nella
      misura in cui ci troviamo di fronte a persone che vivono ed hanno vissuto
      la loro carriera politica come espressione di un meccanismo istituzionale
      fine a se stesso, sganciato per lo più dai processi vivi di trasformazione
      della società italiana. Fassino ha detto di non essere un pacifista alla
      Gino Strada perché non può umanamente comprendere cosa significa oggi una
      guerra, quali sono le sue conseguenze. E quello che comprende è un ruolo
      che intende ancora svolgere nella vecchia idea, tutta in testa solo alla
      sua generazione e alla nomenklatura che ha prodotto, di mediazione
      istituzionale, di "responsabilità di governo" che concepisca un riformismo
      come argine agli impeti peggiori del mercato, alle distorsioni più
      inaudite, alle estreme conseguenze che porta.
      Il problema è che questa idea è fallita nel 2001. Nella disillusione di un
      progetto governativo subalterno al modello economico, chiusa dall’esito
      disastroso di elezioni fatte vincere all’avversario sdoganato solo qualche
      mese prima dalla bicamerale (altro esempio di meccanismo istituzionale fine
      a sé stesso, senza più riferimenti con la società reale), con Genova (non
      sono d’accordo con Mario Alvisi, io credo che ben prima dei girotondi
      l’opposizione nel paese sia nata lì) e con l’11 Settembre in un crescendo
      di dinamiche che chiama in causa tutt* e che mette in luce il problema di
      quale progetto di società vogliamo sostenere ora. Il "senza se e senza ma"
      nasce dalla da qui, dalla consapevolezza che non ci sono più terze vie: o
      l’unilateralismo criminale, la società del controllo, della paranoia e
      della militarizzazione dei governi Bush, Aznar, Berlusoni o un’altra idea
      di società da ricostruire invertendo la rotta e partendo da una lettura più
      rigorosa dei problemi reali che abbiamo davanti e di come si sta cercando
      di risolverli sui principi della partecipazione, dell’inclusione,
      dell’estensione con gli unici esempi che concretamente potevano mettere in
      moto queste idee coinvolgendo sul locale le istanze di un movimento plurale
      che li ha portati avanti fin qui.

      Cosa c’entra tutto questo con Berlusconi? C’entra nella misura in cui mi
      rifiuto di pensare che il problema "democratico" sia solo il conflitto
      d’interessi e non un’intera classe politica che per ignavia, cialtroneria
      od opportunismo ne ha assecondato la direzione. Se devo scorrere la lista
      di supporters della Fondazione ItalianiEuropei di Massimo D’Alema certi
      dubbi mi vengo persino meno
      (http://www.italianieuropei.it/fondazione/fondazione/patrimonio.asp) e ai
      tanti democratici che credono di trovare su Repubblica notizie
      "indipendenti" sui processi di Milano, perché sfuggono al controllo
      massmediatico Rainvest, ricordo che l’Espresso è di proprietà del signor De
      Benedetti, parte in causa (dall’altra parte) in quei processi. Per questo
      cha solo da guadagnare dal permettere a un Marco Travaglio di scrivere
      quelle cose e in quel modo.
      Diceva Andrea Purgatori l’altra sera a BolognAlegre che una legge sul
      conflitto d’interessi bisogna farla sì, ma perché valga per tutti, anche
      per gli illuminati imprenditori che flirtano col centro-sinistra per poter
      fare, eventualmente, quello che non gli sarebbe concesso se un’altra
      cordata fosse al potere. (leggetevi un po’ questo commento qui:
      http://www.zeusnews.it/news.php?cod=1740)

      Ora, la domanda che si potrebbe fare è "questo vuol dire che il movimento
      dei movimento rappresenta l’alternativa?" No di certo se si fa ammaliare
      dagli uomini della provvidenza a sinistra che pensano che movimenti e
      politica devono parlare, ma quest’ultima ha una sua maturità e
      reponsabilità intrinseca per interpretarne le istanze in un ipotetico
      mandato. No di certo quando il movimento nelle sue strutture organizzate
      dimentica di rappresentare meno del 10% delle storie, delle biografie, dei
      volti, delle persone che sono scese in piazza, che hanno animato dibattiti,
      che hanno comprato libri, riviste, che hanno ragionato con la loro testa e
      si sono riconosciuti nell’idea di un altro mondo possibile. No di certo
      quando viene messo in fibrillazione dai tentativi di ridurlo ad un ceto
      politico, quando si tenta di tirarlo sul terreno sindacale classico per
      giustificarne prese di posizione a qualsiasi titolo sugli scioperi generali
      (e si dimentica che per sua natura il problema è la generalizzazione).
      Perché, invece, la caratteristica più importante di questo movimento,
      l’alternativa, è nella natura innovativa dei processi di relazione che sono
      nati nel dibattito sociale e politico di questi due anni. Processi
      inclusivi, di protagonismo attivo, di partecipazione attraverso i quali
      cominciare a progettare per conseguire i prossimi risultati. Perché
      vent’anni di dissoluzione e cinismo che hanno prodotto questo sistema, che
      ne hanno consolidato una classe politica ed economica al potere, non
      potranno essere cambiati in breve tempo e serve una strategia di lungo
      respiro. Perché questa strategia di lungo respiro passerà per le piazze ma
      dovrà trovare concretizzazione quotidiana nei processi di trasformazione
      dal basso, sugli stili di vita, nelle scelte, nei consumi, nei conflitti
      sui luoghi dei lavori, nella rivendicazione di vecchi e nuovi diritti.

      Il problema reale, però, è che non c’è molto tempo. Io non sono d’accordo
      con chi pensa che bisogna aspettare nuove elezioni perché con un altro
      governo si può di scutere di diritti, di articolo 18. Sarebbe un errore
      enorme, sarebbe la prova tangibile che di tutto quello che è successo si è
      capito ben poco. Il risultato dei referendum, pur insufficiente, se da un
      lato deve far riflettere su quanta strada ancora ci voglia, dall’altro
      indica chiaramente che tutto l’impegno profuso in questi anni non è andato
      disperso visto l’esito che è andato ben oltre il tradizionale radicamento
      dei promotori del Sì e nonostante gli espedienti politici utilizzati dal
      governo aiutato dal fronte trasversale dell’astensione.

      Non so se è motivo di ipocrito ottimismo ma mi sembra giusto interpretarne
      una tendenza e francamente non vedo altre alternative.
      MT

    • carissimi paolo e marco
      è accattivante questa discussione in un sabato assolato a caldissimo in cui
      il 90% dei bolognesi saranno al mare!
      meriterebbe, questa sì, caro paolo, un approfondimento, una riflessione
      organica all’interno della nostra mozione berlinguer e di Aprile cui ho
      aderito pensando che di questi temi si parlasse, si ragionasse insieme agli
      amici del social forum e non solo dei girotondini che, mi chiedo sempre,
      stimo per la loro mobilitazione sui temi della giustizia ma mi chiedo dove
      fossero quando, negli anni 90, il liberismo imperante a livello mondiale e
      quindi anche da noi, mieteva sempre più le sue vittime, da noi riducendo i
      diritti e gli spazi decisionali, concentrati ai vertici degli oligopoli
      economici, e nei tre quatri del mondo ponendosi come causa di impoverimento
      e di morte per milioni di persone.
      io che in quel decennio, da un piccolo ufficio di una piccola ma seria
      redazione di area cattolica, leggevo, studiavo, intervistavo i missionari,
      i volontari, i milianti attivisti di tante battaglie in giro per il mondo
      per una giustizia sociale ed economica che pareva semrpe più allontanarsi,
      dall’america latina all’africa, e così facendo constatavo l’esistenza di
      strutture economiche semplicemente mostruose di cui la politica sembrava
      non accorgersi, specie quella nostrana, o riusciva ben poco ad arginare, mi
      chiedo ora che senso abbia un qualsiasi progetto politico e di cambiamento
      sociale se non abbia chiaro nella mente quel che è successo in quel decenio.
      concordo con l’analisi di marco in tutto e per tutto, parola per parola...
      non di alternanza ma di reale alternativa abbiamo tutti bisogno, tutti, non
      solo noi simpatizzanti e attivisti del movimento pacifista e no/new global,
      ma anche gli imprenditori, che, quelli veri e seri, ben sanno quanto poco
      si va avanti se non c’è pace sociale, se non ci sono diritti affermati per
      tutti, se non ci sono opportunità di formazione per tutti....
      per tornare a vincere si è chiamata la nostra mozione (della sinistra DS)
      al congresso di pesaro... ma non basta tornare a vincere, personalmente
      l’ho sempre detto, si deve tornare a vincere con un progetto politico
      realmente rinnovato, in cui ci si crede realmente, e non solo scritto sulla
      carta (come nel documento politico di aprile approvato alla nosta as.
      nazionale), ma "osato" nella quotidianità dell’agire politico....
      cosa da cui mi pare siamo molto lontani sia per l’eccessivo individualismo
      che ci connota, come area, ma anche perchè forse non ci si crede fino in
      fondo..
      avrei tante cose da dire e ora non ho tempo ma lancio la proposta che di
      questo tema alternanza e/o alternativa si possa ragionare insieme a bologna
      in iniziative ad hoc, specie ora che con Coferrati potrebbero, forse, porsi
      le basi per un cammino diverso, per una reale contaminazione delle culture
      politiche e delle singole esperienze culturali e sociali già avviate...
      perchè marco la tua prospettiva è quella giusta ma non può essere relegata
      a una minoranza superacculturata in materia (così come succede anche nel
      circuito dell’ "informazione alternativa" di cui mi sento parte) e deve
      uscire e provare a contaminare il resto..
      e perchè, paolo, o abbiamo il coraggio di scelte vere, che vanno nella
      direzione di cambiamenti altri dal pensiero unico debole della sinistra
      riformista anni 90, che è pensiero subordinato alle logiche liberiste, come
      sempre ci ricorda il nostro caro giovanni berlinguer, oppure non ha neppure
      senso che perdiamo ore in incontri sempre più privi di senso....
      almeno per me, che di tempo da perdere non ne ho proprio, e certamente se
      ne ho un po’ non intendo dedicarlo a pensieri e prassi già ultraconsunti,
      laddove invece esperienze e pensieri vivi e realmente innovativi esistono,
      a bologna come nel resto del mondo

      vi abbraccio

      sabrina

      PS per marco: tutto ok il pc! grazie

    • cari ragazzi trotta e magnani,
      permettete di chiamarvi ragazzi a chi è nato nella prima metà del secolo
      scorso, ho fatto troppe volte questa discussione per non sapere come va a
      finire: con l’amara constatazione che il muro fra la mia pragmaticità,
      cinica?, squallida?, e la vostre idealità, utopistiche?, inconcludenti?,
      risulta invalicabile (notate che evito accuratamente di usare ogni parola
      che termini con
       ismo, suffisso quanto mai ingannatore, fra essere riformisti ed essere
      riformatori c’è la stessa differenza che fra il dire ed il fare).
      eppure voglio provare ancora una volta a spiegarvi come vedo la situazione:
      berlusconi è come una meningite batterica che causa una febbre tanto alta da
      uccidere i tessuti cerebrali, è assolutamente ovvio, come dite voi, che non
      si guarisce se non si estirpa il bacillo, ma è altrettanto ovvio che se non
      riporto in fretta la temperatura corporea a livelli accettabili per i miei
      neuroni non avrò ne tempo ne modo di prendere antibiotici.
      è pure incontestabile che i bacilli che causano questa infezione, familismo,
      mancanza di senso dello stato, qualunquismo, irrazionalità superstiziosa,
      sono ben presenti e radicati nella nostra società da secoli, prova ne sia
      che la nostra borghesia non ha mai fatto la sua rivoluzione liberale, che il
      nostro è il paese della controriforma, quello dove la massima autorità
      morale riconosciuta è il capo della organizzazione meno democratica che sia
      mai stata concepita, quello dove dai tempi di cicerone la res pubblica in
      realtà è considerata res nullius da saccheggiare in forme più o meno
      organizzate, convengo anche che è presente nelle organizzazioni e negli
      individui che si dichiarano di "sinistra".
      di fronte a questo quadro che fare? consolarsi raccontandoci che noi siamo i
      buoni gli altri sono i cattivi e rimanere per sempre
      una minoranza sociale o cercare di salvare il malato, grave, e provare ad
      aggregare tutte, "tutte", le alleanze necessarie per riportarlo in
      condizioni almeno di poter scegliere il tipo di comvalescenza?
      paolo serra

    • ok paolo, sono molto pragmatica anch’io e lo so benissimo che occorre prima
      ripotare il malato una temperatura accettabile, ma vogliamo o no
      cominciare a estirpare veramente i bacilli? altrimenti quel malato tornerà,
      prima o poi, ad avere le stesse temperature inacettabili?
      vedi, se dopo la caduta del muro di berlino si fosse capito cosa stava
      accadendo a livello mondiale con il piano di nuovo ordine mondiale di bush
      padre e ci si fosse attivati realmente per contrastarlo forse dieci anni
      tra la prima guerra del golfo e l’attuale guerra all’iraq non sarebbero
      passati invano, se, tanto per fare un altro esempio, quando ibrahim rugova
      chiedeva, già dal 1991-92 sostegno internazionale per la sua lotta
      nonviolenta contro i serbi non si sarebbe arrivati alla guerra del Kossovo,
      e così via dicendo..
      ok per tutto ciò che ora si può fare per portare la situazioni a livelli
      meno tragici, ma qui il punto è che noi ora siamo a un bivio fondamentale:
      o il mondo cambia rotta o in pochi decenni la situazione sarà ancora più
      drammatica, in tutti gli ambiti (da quello ambientale a quello sociale a
      quello della detenzione del potere e delle leve decisionali)...
      ogni azione politica vera deve muoversi su varie linee contemporaneamente:
      di breve e medio periodo, per risolvere le emergenze e risolvere
      parzialmente una data situazione, e di lungo peridodo in cui individuare le
      prime due, il disegno di ampi orizzonti che si intende perseguire, e su cui
      coinvolegere e far partecipare un numero sempre più largo di soggetti
      politici e di persone, facendo cultura a 360 gradi e valorizzando tutte le
      esperienze e i pensieri che emeregono dalla ceatività e impegno di tanti.
      avremmo modo di riparlarne
      a presto
      sabri

    • ... e se il problema fosse un altro... e scusatemi se lo leggero da una
      prospettiva che utilizza un ’’ismo’’... narcisismo, il mio.
      è ’emozionante’, per un narcisista come me sentirsi scopiazzare da
      berlusconi, anche se non ti cita e lo fa senza saperlo
      breve spiegazione... nel tema di maturita su cibo e acqua c’è una frase di
      berlusca, una di quelle che dicono tutto e niente, dove il nostro si
      esprime per uno sviluppo AUTOSOSTENIBILE... curioso, mi dico, so di avere
      inventato io questo termine nel 92, stufo del termine ’sviluppo
      sostenibile’, usato a destra e a manca come pura formuletta
      tecnico-ecologica, una sorta di bollino blu che alcuni tecnici illuminati
      si sentivano autorizzati a dare ai progetti rispettosi dell’ambiente...
      come se scrivere un progetto che salvaguarda risorse non rinnovabili fosse
      garanzia della sua riuscita... e allora ho provato a metterci un AUTO-
      davanti per chiarire che se un progetto non è endogeno, non è frutto delle
      strategie locali di chi lo deve poi mettere in pratica, finisce col fallire
      oppure entra a far parte di una logica da colonnelli verdi che, in nome
      oggi dell’ambiente e domani non so di cosa pretendono di controllare ogni
      tua mossa... qualcuno la chiamera impero. autosostenibilita diventa cosi
      una parola chiave del gruppo di amici e colleghi (magnaghi, allegretti,
      beppe caccia, paolo cacciari ecc) che dara vita alla carta dei nuovi
      municipi, per lo sviluppo locale autosostenibile (a porto alegre) e ai
      documenti successivi e che si è fatto tra l’altro portavoce in italia di
      proposte sulla falsariga dei bilanci partecipativi. capita che uno di noi
      che si occupa di acque (trevisiol), si trova nella delegazione italiana che
      va alla conferenza sul clima di kioto, entra in polemica con gli esperti
      dei nostri ministeri sul termine sostenibilita e alla fina la spunta,
      almeno culturalmente, sul concetto di auto.... evidentemente berlusca legge
      i documenti, fiuta qualcosa di utilizzabile, e ci rifila la sua versione
      che finisce anche in un tema della maturita... ovviamente sull’acqua, a
      dimostrazione della scopiazzatura.
      che c’entra tutto questo con la polemica di ECCHECCAZZZO!!! ? c’entra molto
      perche in tutti questi anni mi è capitato di assistere alle convulsioni di
      una sinistra che, nove volte su dieci, anziche andare alla radice dei
      problemi di contenuto, ha effettuato su questi argomenti, fin troppo
      numerosi girotondi (o passerelle?) attorno a se stessa... se erano di
      matrice verde dimenticandosi troppo spesso l’auto... nella penna, se
      rifondaroli limitandosi il piu delle volte a rielaborare concetti (allora
      di avanguardia) di una cultura cattocomunista degli anni 50 sulla
      partecipazione, se diessini dando prevalentamente l’immagine di
      un’operazione di puro rinnovamento laddove il punto è quello di ribaltare
      l’ottica... partire dal locale, dal complesso, dalla dimensione dei
      rapporti sociali, economici e politici quotidiani, per affrontare come
      centrali temi che il maggioritario e il decisionismo hanno relegato alla
      periferia del dibattito politico... con la conseguenza di ritrovarceli,
      mostruosamente distorti e caricaturali, nel localismo leghista.
      ... e adesso pure berlusconi... e allora mi chiedo se il problema non sia
      quello di un’alternativa tra radicalita e moderazione, ma piu semplicemente
      tra scelte che vogliono scavare nelle cose, andando al cuore dei contenuti
      e trovare li, prima della soluzione, il terreno reale e attuale dello
      scontro politico, e scelte che, timorose di perdere una virgola di
      consenso, girano alla periferia di problemi piu evocati che analizzati, e
      regalano all’avversario campo libero sui temi emergenti, sui nuovi modi di
      affrontarli e sulle svolte che davvero contano.
      va beh, adesso rischio di farla lunga oppure di rimanere nel vago.
      preferisco fermarmi qui, ma vorrei tanto che si parlasse un po’ piu di
      quanto pure si fa, dei nostri progetti autosostenibili, nel nostro ambiente
      locale e cosmopolita, CON il terzo mondo, CON gli immigrati, COI popoli
      vittime delle nostre guerre e un po meno del nostro ruolo di demiurghi nel
      farci portavoce (PER gli altri) della democrazia, della giustizia e della
      liberta.

      alberto.

    • Paolo Serra:
      berlusconi è come una meningite batterica che causa una febbre tanto alta da
      uccidere i tessuti cerebrali, è assolutamente ovvio, come dite voi, che non
      si guarisce se non si estirpa il bacillo, ma è altrettanto ovvio che se non
      riporto in fretta la temperatura corporea a livelli accettabili per i miei
      neuroni non avrò ne tempo ne modo di prendere antibiotici.

      Carlo Loiodice:
      Il ragionamento sarà anche giusto, ma è la metafora sbagliata.
      Non userei la metafora della malattia per connotare un processo storico e/o
      uno scontro sociale. Se così facessi, dovrei poter dimostrare che il medico
      che fa la diagnosi non è stato lui stesso attaccato dal morbo, cosa
      impossibile se il medico si autoproclama tale. Purtroppo le metafore che
      descrivono la politica sono ancora quelle militari o le loro parodie
      sportive. Si parla di "vincere" senza apparentemente rendersi conto che in
      guerra anche chi vince perde qualcosa e che nel calcio la condizione
      materiale del tifoso non subisce alterazione alcuna se la sua squadra vince
      o perde.
      Io temo che, con la discesa in campo - di battaglia o da calcio - di
      Cofferati i linguaggi saranno questi: vincere, perdere. Però la gente in
      giro per la città non ha mica capito bene in che senso la metropolitana è di
      destra e il tram di sinistra; e nell’indecisione va in macchina o in
      motorino... Non sono interessato al risultato della partita se non comincio
      a vedere attorno a me quelle inversioni di tendenza che mi possano incitare
      a credere ancora in un futuro.
      Eccheccazzo!

    • La democrazia rappresentativa è in crisi (in Italia forse meno che in altre
      parti del mondo tipo gli usa dove va a votare il 30% della popolazione,
      oppure tipo i paesi dell’Est Europeo dove hanno la democrazia da appena
      dieci anni e già si annoiano). Pensate al bordello che succederà alle
      prossime elezioni quando voteranno anche gli Italiani all’estero, non ci
      voglio nemmeno pensare......

      Ma scusate la metafora tennistica se a me non riesce la voleè io non
      abolisco il gioco a volo oppure non spengo la tv quando vedo un tennista che
      la gioca da dio!!

      La democrazia rappresentativa non ha in una società complessa alternative
      credibili, qualche aspetto gestionale può vedere forme partecipative (tipo i
      piani regolatori, comunque stiamo parlando di attuazione complessa).
      Però un conto è dire "Cofferati segna per noi !" come ad una partita di
      calcio e poi lasciargli fare quello che vuole per cinque anni, senza
      controllo, un conto è SOGNARE altre forme, ma de che ?? O esiste un altro
      nome che si ritiene più rappresentativo oppure bisogna rompere i coglioni a
      Cofferati perchè prenda in considerazione tutti i problemi che sono emersi
      in questi in una città governata malissimo da sguazza e malino da vitali.
      L’uomo della provvidenza esiste solo perchè c’è qualche coglione che ci
      crede (di destra o di sinistra). Il pragmatismo non è scendere a compromessi
      ma è cercare di cambiare le cose QUELLE CHE SI POSSONO CAMBIARE, tendo conto
      del livello decisionale. Cosa può dare un sindaco ? Abbattere il debito dei
      paesi del Terzo Mondo ? Non far passare gli oleodotti (si forse se è in
      carica Bogotà) ??
      Cambiare subito, dal basso, ma senza seghe mentali !!!

      ciao Valentina

    • verissimo caro serra, ne abbiamo parlato tante volte noi quarantenni, c’è
      pero’ da chiedersi ancora una volta perchè queste nostre parole non sono mai
      decollate in fatti e politica concreta.
      per questo motivo sono assolutamente solidale con il movimento dei
      movimenti, a noi quarantenni l’analisi della mancanza di sbocchi concreti
      per il passato, ai piu’ giovani va l’assoluto appoggio; sono certa che si
      possa insieme costruire una politica finalmente concreta e non sono
      disfattista (scusami ma mi è parso di leggere nelle tue mail come una sorta
      di rassegnazione delusa).nadia

    • condivido in pieno cio’ che marco ha scritto, non si puo’ aspettare e
      lasciar fare.
      certo c’è l’appuntamento delle amministrative del 2004, ma ci sono anche le
      europee. e comunque cio’ che in questi mesi è accaduto il movimento contro
      la guerra, l’art.18 e le posizioni che i politici di sempre hanno tenuto -la
      sinistra istituzionale è immobile e ingessata su vecchie e frustre
      posizioni- ci obbliga moralmente a uscire, a rendere visibile e pubblico, a
      proporsi senza indugio in una lotta che marco ha spiegato nella sua
      ideologia molto bene in maniera pratica e vitale. i girotondini hanno
      secondo me la responsabilita’ di essere stati assenti nel dibattito contro
      la guerra e non mi pare siano stati troppo coinvolti sull’articolo 18. per
      cui senza se e senza ma lavoriamo per dare voce e peso al movimento dei
      movimenti, a portare a ’’palazzo’’ (a quei politici chiusi nelle stanzette
      da oltre vent’anni e sordi alla realta’) la nostra politica di strada
      consapevoli di avere l’esperienza dei veri bisogni/desideri della gente
      comune.
      nadia