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scusate se vi disturbo..forse sono rimasta l’unica in Italia che
ancora si indigna..ma non riesco ad assuefarmi ai tempi che corrono
ne a non incazzarmi difronte a ciò che leggo e vedo.Ma vi siete resi conto
di cosa è accaduto in Italia nelle ultime 48 ore piu’ o meno?
Martedì 17 Giugno ore 9:00
In un’intervista di 30 minuti a Radio 1 Bossi conferma che le navi
dei clandestini vanno prese a cannonate
MARTEDI 17 Giugno ore 11:00
Al processo SME Berlusconi prende la parola senza poter essere
controinterrogato: cito il peggio che ha detto:
"la legge è uguale per tutti ma io sono più uguale perché più del
50% degli italiani mi ha votato" (FALSO è stato votato dal 45 %)
"per nascondere delle prove favorevoli alla difesa i magistrati
hanno distrutto un cd con delle registrazioni "(Falso di quel cd ci
sono 4 copie tutte coincidenti..e nessun cd è danneggiato)
"nessun giudice è stato corrotto" (FALSO ci sono dei movimenti di
denaro che vanno da un conto privato e personale di Berlusconi al
conto privato e personale del giudice che di fatto ha fatto vincere
Berlusconi sia sulla SME che sul caso Mondadori)
"sono un eroe perche’ la mia contro offerta ha bloccato la vendita
della SME a un prezzo ridicolo" (FALSO l’offerta di Berlusconi
superava solo del 4% quella di De Benedetti, 10 anni dopo la SME è
stata venduta ad un prezzo maggiore del 900%& quindi anche l’offerta
di Berlusconi era ridicola!)
"rivolgendosi al magistrato di Milano Berlusconi afferma: sarò
pronto per parlare di nuovo il 25 giugno" ( FALSO E SPUDORATO!
sapeva benissimo che i sui scagnozzi al parlamento il giorno dopo
avrebbero approvato una legge che blocca immediatamente il
processo!)
MARTEDI17 Giugno ore 13:30
il TG1 parla dell’intervento a Milano di Berlusconi per soli 28
secondi dopo aver ampiamente parlato del caldo e dell’affare
Beckham..in quei 28 secondi si dice più volte Berlusconi
all’attacco??!!! (AGGHIACCIANTE!)
MARTEDI 17 Giugno ore 17:00
Tremonti ministro dell’Economia afferma che tra due mesi ci sarà una
forte crescita dell’azienda Italia
(lo dice ogni 2 mesi da almeno 2 anni e mezzo)
Mercoledì 18 ore 9:00
Inizia il tema di Maturità (o tema di Governo??!!)
Il primo tema della Maturità chiede agli studenti di parlare dei
Totalitarismi del 900:
Fascismo, Nazismo, Comunismo:
Mi chiedo?! e vi chiedo!?: il Liberismo uscito dalle università di
Harward o Chigago per come è stato
applicato in America Latina o in Africa è o non è totalitarismo? il
milione di morti in Guatemala è totalitarismo?o no?
Il ministro delleconomia del Guatemala uscito da Harward quale ISMO
adottava? Quale ISMO si applica in Bolivia, Bangladesh ecc&..?
&ma andiamo avanti:
la traccia per descrivere i totalitarismi è tratta dal libro nero
del Comunismo:
base scientifica ideale per giustificare un tema sui regimi
totalitari del ’900 nel quale (riassumo) il fascismo viene
presentato come una sgradevole robetta, il nazismo come una gran
brutta faccenda(4 righe) e il comunismo come il Male Assoluto,
Satana incarnato(8righe) .
A proposito del fascismo (solo 2 righe) si dice che il fascismo ha
fatto qualche prigioniero politico (non si parla di morti)..poi la
frase viene mitigata parlando subito dopo di foibe. Ovviamente degli
stermini in Africa e Jugoslavia non si parla! Delle leggi razziali
neanche!
Il secondo tema di Maturità è un innocuo e interessante tema
sull’acqua come risorsa fondamentale, il ministero è riuscito a
inserire, incredibilmente, una frase di Berlusconi, tratta
nientepopodimenoché
dall’Introduzione alla Celebrazioni Ufficiali Italiane per la
Giornata Mondiale dell’Alimentazione.
Il terzo tema di Maturità parla di Poesia, nella traccia si dice:
Un segno del crescente interesse per la Poesia è che sia stato
proprio il Pio Albergo Trivulzio di Milano ... ad aver organizzato
un concorso nazionale di poesia per anziani"
nulla da eccepire se non che i solerti funzionari della Moratti
hanno tolto dallarticolo una frase:
&.Pio Albergo Trivulzio, ’l’ospizio da cui partì Tangentopoli’,
avesse organizzato un concorso in versi per anziani.
AVETE CAPITO?
Hanno censurato dal tema di maturità la citazione completa dove si
parlava di Tangentopoli!!!
MERCOLEDI 18 ore 19:00
la Camera dei Deputati approva la legge che impedisce di processare
le prime 5 cariche dello stato ..poichè Ciampi , Casini, Pera e il
Presidente della Corte Costituzionale non hanno mai corrotto nessuno
l’unico beneficiario della legge è SILVIO BERLUSCONI!
MECOLEDI18 ore 22:30
Rai 1 trasmette in diretta il PREMIO TEATRALE GIORGIO ALMIRANTE tra
i premiati Lando Buzzanca, Albertazzi, Gabriella Carlucci,
Storace&.quali sono i meriti teatrali di Storace?
Per chi non lo conoscesse Giorgio Almirante è stato uno squadrista
della Repubblica di Salo, segretario del MSI, e negli anni 50
gridava squadracce di camice nere a Genova dove, dopo uno scontro,
morirono 5 anarchici
Messaggi
1. > ECCHECCAZZZO!!!, 20 giugno 2003, 18:34
cara tina tutto giusto ma il cavaliere è stato votato dal 43% non degli
italiani ma di cgi ha espresso voti validi (circa il 75%) quindi è stato
votato dal 32% degli italiani e gli altri 7 su 10 debbono essere proprio
fessi
serra
1. > ECCHECCAZZZO!!!, 20 giugno 2003, 18:52
ciao Paolo,
c’è una logica di fondo nelle tue considerazioni che trovo criticabile, che
ovviamente non ti attribuisco personalmente, ma che evidenzio qui, come
astrazione di discorsi più generali per la discussioen comune. Questa cosa
del Berlusconi che è andato al governo nonostante il suo conflitto
interessi, nonostante sia un cialtrone, ecc. rilanciata sempre in questo
modo, quasi scordandosi il contesto.
E il contesto era (ed è):
1) un sistema maggioritario che imponeva la scelta (o di qua o di là)
2) un voto arrivato alla fine di una intera legislatura del centro sinistra
che è stato il picco massimo di un’intera generazione ceto-dirigenziale che
ha fatto di quel obiettivo (andare al governo) il proprio progetto di vita,
e il picco più basso nella disillusione di una parte importante del paese
(la società civile) che in quel progetto ci aveva creduto, e che, fuori
dalla retorica del "partito che non mi ha sostenuto" (ipse dixit D’Alema,
2001), ha semplicemente constatato che un’altra idea di paese (quello
"normale" che piace al signore citato poc’anzi) non sarebbe nata in quel
modo, con quelle prerogative, tra la sudditanza culturale ad un modello che
non ha impedito ai "compagni" di fare una guerra ignobile nel ’99 e
condurre una serie di liberalizzazioni davvero scellerate.
Il dramma è qui: nel voto popolare alla destra, nello svuotamento
dell’indipendenza sindacale (Radio Popolare nell’occasione del voto anti
Lepen in Francia fece un bellissimo servizio sul voto operaio in Italia
dove, per la classe politica diessina, c’era da mettersi le mani nei
capelli - se ne hanno ancora!), negli scioperi generali che sono il
termometro più allarmante della situazione e di una prospettiva avviata dal
lento scivolamento su terreno dei diritti e che oggi è in piena fase di
deriva democratica.
Ora: mi si potrebbe obiettare che sono tutte cose assodate e che bisogna
ripartire da qui per andare avanti.
E invece io credo che non siano affatto assodate se si continua a pensare
che Berlusconi sia un problema democratico come se l’estremizzazione del
ripudio morale e sociale di questo governo sia l’unico peso possibile sui
piatti di una bilancia dove, dall’altra parte non ho ancora visto
contribuire con le responsabilità politiche di un ceto dirigente a cui ho
visto fare poca mea culpa, dal qaule ho visto pochi segnali di
controtendenza e che, per giunta, è tutto e ancora in sella. Fattori così
determinanti che i problema "partecipazione" reciso alla base (tra la base
e la "dirigenza") si è innestato nella rivendicazione più forte e limpida
dei movimenti che sono nati, guarda caso, proprio dal 2000 in poi.
Che si debba ripartire da qui è poco ma sicuro. Che si debba farlo sulla
strada dell’alternanza invece che dell’alternativa è tutto da dimostrare. E
mi sembra che i malumori legittimi sul metodo della candidatura Cofferati
siano tutti iscrivibili in una valutazione del genere che a vario titolo e
da contesti diversi mi sembra la considerazione più socialmente diffusa in
questo momento.
MT
2. > ECCHECCAZZZO!!!, 20 giugno 2003, 18:57
caro trotta,
anche io sarò sincero fino in fondo,
non nego che questa distinzione tra alternanza ed alternativa abbia avuto
molta logica fino alla rielezione di berlusconi ma,
oggi, mi sembra che la prima distinzione vada fatta fra una cosa che
assomiglia in modo eccessivo ad una nuova forma di monarchia patrimoniale
seicentesca, con la proprietà dell’etere al posto di quella dei terreni e la
ingiudicabilità del monarca, e qualcosa di imperfetto chiamato democrazia
rappresentativa che rimane pur sempre il meno peggiore dei sistemi
escogitati dall’uomo per governare le società complesse,
per quanto possano essere stati limitati ed impacciati i governi dell’ulivo
non possono essere paragonati ad uno che attua pratiche riscontrabili solo
in periodi storici di molto precedenti il 1789,
paolo serra
3. > ECCHECCAZZZO!!!, 20 giugno 2003, 19:08
ringrazio Tina , Paolo e Marco per il dibattito aperto,vorrei ricordare che
alcuni anni orsono ero l’unico (o uno dei pochi) a Bologna a predicare
certe cose che vorrei brevemente ricordare:
1 Berlusconi si è messo in politica altrimenti lui ed i suoi accoliti
avrebbero dovuto rispondere di fronte ai tribunali di tutto ciò che avevano
commesso in venti e più anni di cose descritte da Travaglio ed altri in più
di un libro, cito Travaglio perchè essendo lui un giornalista ciò che scrive
nonsono "teoremi" ma documenti presi da tribunali e contro cui Berlusconi
non ha mai potuto citarlo per calunnia, semmai lo ha citato per "diffusione
di informazioni lesive dell’immagine" con una richiesta di danni per venti
miliardi di vecchie lire
2 Berlusconi (il suo"impero") aveva circa 4.500 miliardi di vecchie lire di
debiti e solo il salto in politica gli ha permesso di colmare il buco
3 La bicamerale (con d’Alema) ha salvato e rilegittimato un Berlusconi che
altrimenti non sarebbe mai divenuto primo ministro, ricordo Violante
presidente della camera che diceva ai giudici basta col giustizialismo e
occorre capire i ragazzi di Salò"
4 Berlusconi era grande amicodi Craxi e della sua famiglia, il Craxi che
inaugurò la stagione dell’andate al mare piuttosto che votare cosa ben nota
alla pseudo sinistra attuale (referendum docet)
5 dopo che berlusconi è divenuto primo ministro sono nati "girotondi" che
hanno sicuramente ricordato un problema nazionale ed hanno avuto
unaimportanza nel panorama politico nazionale ma che nella sostanza si
referenziavano e si referenziano sempre al carrozzone del partitismo senza
apportare nuove idee e che oggi cercano di entrare nelle camere del potere
dalla porta di servizio con soggetti cuasi sempre autoreferenti di se stessi
senza una vera politica se non la concuista di una poltrona (non mi funziona
la cu di cuadro); costoro ben poco hanno a che vedere con il movimentismo o
con gruppi di cittadini costituiti in associazioni o comitati che protestano
contro problemi "locali" ma che propongono soluzioni che possono essere
riportate al "globale"
6 allo stato attuale delle cose l’informazione è completamente ingessata
dalla partitocrazia, nel nostro territorio basti pensare al Domani giornale
a tempo determinato poichènatocon lo scopo di servire il centro sinistra
perleelezioni dopodichè verrà chiuso, finanziatocon soldi pubblici da vari
enti locali;la destra come contropartita ha visto finanziare il Restodel
Carlino (giornale guazzalochiano) dalla regione (governata dal
centrosinistra)
la denuncia di Tina rappresenta la punta dell’iceberg di una situazione che
ha riportato nel nostro territorio lo scuadrismo fascista del ventennio e le
considerazioni di Marco (che condivido) sono ben poca cosa rispetto alla
descrizione dello scenario politico attuale;in altri termini siamo in un
golpe "televisivo" certamente suggestivo come definizione mache rispecchia
la realtà attuale; a Paolo che stimo ricordo che 7italiani su 10 non sono
fessi ma rapppresentano coloro istruiti prima da Craxi poi da altri di
sinistra (ricordate le amministrative di Bologna del 99?) e che fanno ciò
che il ( o i loro) partito dice; sono fessi? non lo so io dico male
informati e ingannati da coloro nei cuali credono...........
potrei andare avantiancora ma vi passo la palla........ (non ho comuncue
finito)
Mario Alvisi
4. > ECCHECCAZZZO!!!, 21 giugno 2003, 16:45
ciao Paolo,
e va bene: fin qui ci siamo. Silvio Berlusconi e il suo governo sono un
pericolo per l’ordinamento democratico e costituzionale in Italia. E tra
l’altro questo
Il punto è: come evitare che questo processo giunga a compimento? Che il
programma elettorale-pidduista di Forza Italia venga ulteriormente messo in
pratica?
A me sembra di aver detto una cosa molto chiara. E, in più, credo che sia
una consapevolezza diffusa: non ci potrà essere nessun processo di
rinnovamento democratico delle istituzioni che non passi da una
ridefinizione del nesso politica-società civile, partecipazione-consenso.
Ne sono convinto perché vedo che il fossato tra gente come Fassino,
D’Alema, ecc. e il resto della società italiana è ormai incolmabile nella
misura in cui ci troviamo di fronte a persone che vivono ed hanno vissuto
la loro carriera politica come espressione di un meccanismo istituzionale
fine a se stesso, sganciato per lo più dai processi vivi di trasformazione
della società italiana. Fassino ha detto di non essere un pacifista alla
Gino Strada perché non può umanamente comprendere cosa significa oggi una
guerra, quali sono le sue conseguenze. E quello che comprende è un ruolo
che intende ancora svolgere nella vecchia idea, tutta in testa solo alla
sua generazione e alla nomenklatura che ha prodotto, di mediazione
istituzionale, di "responsabilità di governo" che concepisca un riformismo
come argine agli impeti peggiori del mercato, alle distorsioni più
inaudite, alle estreme conseguenze che porta.
Il problema è che questa idea è fallita nel 2001. Nella disillusione di un
progetto governativo subalterno al modello economico, chiusa dall’esito
disastroso di elezioni fatte vincere all’avversario sdoganato solo qualche
mese prima dalla bicamerale (altro esempio di meccanismo istituzionale fine
a sé stesso, senza più riferimenti con la società reale), con Genova (non
sono d’accordo con Mario Alvisi, io credo che ben prima dei girotondi
l’opposizione nel paese sia nata lì) e con l’11 Settembre in un crescendo
di dinamiche che chiama in causa tutt* e che mette in luce il problema di
quale progetto di società vogliamo sostenere ora. Il "senza se e senza ma"
nasce dalla da qui, dalla consapevolezza che non ci sono più terze vie: o
l’unilateralismo criminale, la società del controllo, della paranoia e
della militarizzazione dei governi Bush, Aznar, Berlusoni o un’altra idea
di società da ricostruire invertendo la rotta e partendo da una lettura più
rigorosa dei problemi reali che abbiamo davanti e di come si sta cercando
di risolverli sui principi della partecipazione, dell’inclusione,
dell’estensione con gli unici esempi che concretamente potevano mettere in
moto queste idee coinvolgendo sul locale le istanze di un movimento plurale
che li ha portati avanti fin qui.
Cosa c’entra tutto questo con Berlusconi? C’entra nella misura in cui mi
rifiuto di pensare che il problema "democratico" sia solo il conflitto
d’interessi e non un’intera classe politica che per ignavia, cialtroneria
od opportunismo ne ha assecondato la direzione. Se devo scorrere la lista
di supporters della Fondazione ItalianiEuropei di Massimo D’Alema certi
dubbi mi vengo persino meno
(http://www.italianieuropei.it/fondazione/fondazione/patrimonio.asp) e ai
tanti democratici che credono di trovare su Repubblica notizie
"indipendenti" sui processi di Milano, perché sfuggono al controllo
massmediatico Rainvest, ricordo che l’Espresso è di proprietà del signor De
Benedetti, parte in causa (dall’altra parte) in quei processi. Per questo
cha solo da guadagnare dal permettere a un Marco Travaglio di scrivere
quelle cose e in quel modo.
Diceva Andrea Purgatori l’altra sera a BolognAlegre che una legge sul
conflitto d’interessi bisogna farla sì, ma perché valga per tutti, anche
per gli illuminati imprenditori che flirtano col centro-sinistra per poter
fare, eventualmente, quello che non gli sarebbe concesso se un’altra
cordata fosse al potere. (leggetevi un po’ questo commento qui:
http://www.zeusnews.it/news.php?cod=1740)
Ora, la domanda che si potrebbe fare è "questo vuol dire che il movimento
dei movimento rappresenta l’alternativa?" No di certo se si fa ammaliare
dagli uomini della provvidenza a sinistra che pensano che movimenti e
politica devono parlare, ma quest’ultima ha una sua maturità e
reponsabilità intrinseca per interpretarne le istanze in un ipotetico
mandato. No di certo quando il movimento nelle sue strutture organizzate
dimentica di rappresentare meno del 10% delle storie, delle biografie, dei
volti, delle persone che sono scese in piazza, che hanno animato dibattiti,
che hanno comprato libri, riviste, che hanno ragionato con la loro testa e
si sono riconosciuti nell’idea di un altro mondo possibile. No di certo
quando viene messo in fibrillazione dai tentativi di ridurlo ad un ceto
politico, quando si tenta di tirarlo sul terreno sindacale classico per
giustificarne prese di posizione a qualsiasi titolo sugli scioperi generali
(e si dimentica che per sua natura il problema è la generalizzazione).
Perché, invece, la caratteristica più importante di questo movimento,
l’alternativa, è nella natura innovativa dei processi di relazione che sono
nati nel dibattito sociale e politico di questi due anni. Processi
inclusivi, di protagonismo attivo, di partecipazione attraverso i quali
cominciare a progettare per conseguire i prossimi risultati. Perché
vent’anni di dissoluzione e cinismo che hanno prodotto questo sistema, che
ne hanno consolidato una classe politica ed economica al potere, non
potranno essere cambiati in breve tempo e serve una strategia di lungo
respiro. Perché questa strategia di lungo respiro passerà per le piazze ma
dovrà trovare concretizzazione quotidiana nei processi di trasformazione
dal basso, sugli stili di vita, nelle scelte, nei consumi, nei conflitti
sui luoghi dei lavori, nella rivendicazione di vecchi e nuovi diritti.
Il problema reale, però, è che non c’è molto tempo. Io non sono d’accordo
con chi pensa che bisogna aspettare nuove elezioni perché con un altro
governo si può di scutere di diritti, di articolo 18. Sarebbe un errore
enorme, sarebbe la prova tangibile che di tutto quello che è successo si è
capito ben poco. Il risultato dei referendum, pur insufficiente, se da un
lato deve far riflettere su quanta strada ancora ci voglia, dall’altro
indica chiaramente che tutto l’impegno profuso in questi anni non è andato
disperso visto l’esito che è andato ben oltre il tradizionale radicamento
dei promotori del Sì e nonostante gli espedienti politici utilizzati dal
governo aiutato dal fronte trasversale dell’astensione.
Non so se è motivo di ipocrito ottimismo ma mi sembra giusto interpretarne
una tendenza e francamente non vedo altre alternative.
MT
5. > ECCHECCAZZZO!!!, 22 giugno 2003, 21:59
carissimi paolo e marco
è accattivante questa discussione in un sabato assolato a caldissimo in cui
il 90% dei bolognesi saranno al mare!
meriterebbe, questa sì, caro paolo, un approfondimento, una riflessione
organica all’interno della nostra mozione berlinguer e di Aprile cui ho
aderito pensando che di questi temi si parlasse, si ragionasse insieme agli
amici del social forum e non solo dei girotondini che, mi chiedo sempre,
stimo per la loro mobilitazione sui temi della giustizia ma mi chiedo dove
fossero quando, negli anni 90, il liberismo imperante a livello mondiale e
quindi anche da noi, mieteva sempre più le sue vittime, da noi riducendo i
diritti e gli spazi decisionali, concentrati ai vertici degli oligopoli
economici, e nei tre quatri del mondo ponendosi come causa di impoverimento
e di morte per milioni di persone.
io che in quel decennio, da un piccolo ufficio di una piccola ma seria
redazione di area cattolica, leggevo, studiavo, intervistavo i missionari,
i volontari, i milianti attivisti di tante battaglie in giro per il mondo
per una giustizia sociale ed economica che pareva semrpe più allontanarsi,
dall’america latina all’africa, e così facendo constatavo l’esistenza di
strutture economiche semplicemente mostruose di cui la politica sembrava
non accorgersi, specie quella nostrana, o riusciva ben poco ad arginare, mi
chiedo ora che senso abbia un qualsiasi progetto politico e di cambiamento
sociale se non abbia chiaro nella mente quel che è successo in quel decenio.
concordo con l’analisi di marco in tutto e per tutto, parola per parola...
non di alternanza ma di reale alternativa abbiamo tutti bisogno, tutti, non
solo noi simpatizzanti e attivisti del movimento pacifista e no/new global,
ma anche gli imprenditori, che, quelli veri e seri, ben sanno quanto poco
si va avanti se non c’è pace sociale, se non ci sono diritti affermati per
tutti, se non ci sono opportunità di formazione per tutti....
per tornare a vincere si è chiamata la nostra mozione (della sinistra DS)
al congresso di pesaro... ma non basta tornare a vincere, personalmente
l’ho sempre detto, si deve tornare a vincere con un progetto politico
realmente rinnovato, in cui ci si crede realmente, e non solo scritto sulla
carta (come nel documento politico di aprile approvato alla nosta as.
nazionale), ma "osato" nella quotidianità dell’agire politico....
cosa da cui mi pare siamo molto lontani sia per l’eccessivo individualismo
che ci connota, come area, ma anche perchè forse non ci si crede fino in
fondo..
avrei tante cose da dire e ora non ho tempo ma lancio la proposta che di
questo tema alternanza e/o alternativa si possa ragionare insieme a bologna
in iniziative ad hoc, specie ora che con Coferrati potrebbero, forse, porsi
le basi per un cammino diverso, per una reale contaminazione delle culture
politiche e delle singole esperienze culturali e sociali già avviate...
perchè marco la tua prospettiva è quella giusta ma non può essere relegata
a una minoranza superacculturata in materia (così come succede anche nel
circuito dell’ "informazione alternativa" di cui mi sento parte) e deve
uscire e provare a contaminare il resto..
e perchè, paolo, o abbiamo il coraggio di scelte vere, che vanno nella
direzione di cambiamenti altri dal pensiero unico debole della sinistra
riformista anni 90, che è pensiero subordinato alle logiche liberiste, come
sempre ci ricorda il nostro caro giovanni berlinguer, oppure non ha neppure
senso che perdiamo ore in incontri sempre più privi di senso....
almeno per me, che di tempo da perdere non ne ho proprio, e certamente se
ne ho un po’ non intendo dedicarlo a pensieri e prassi già ultraconsunti,
laddove invece esperienze e pensieri vivi e realmente innovativi esistono,
a bologna come nel resto del mondo
vi abbraccio
sabrina
PS per marco: tutto ok il pc! grazie
6. > ECCHECCAZZZO!!!, 22 giugno 2003, 22:38
cari ragazzi trotta e magnani,
permettete di chiamarvi ragazzi a chi è nato nella prima metà del secolo
scorso, ho fatto troppe volte questa discussione per non sapere come va a
finire: con l’amara constatazione che il muro fra la mia pragmaticità,
cinica?, squallida?, e la vostre idealità, utopistiche?, inconcludenti?,
risulta invalicabile (notate che evito accuratamente di usare ogni parola
che termini con
– ismo, suffisso quanto mai ingannatore, fra essere riformisti ed essere
riformatori c’è la stessa differenza che fra il dire ed il fare).
eppure voglio provare ancora una volta a spiegarvi come vedo la situazione:
berlusconi è come una meningite batterica che causa una febbre tanto alta da
uccidere i tessuti cerebrali, è assolutamente ovvio, come dite voi, che non
si guarisce se non si estirpa il bacillo, ma è altrettanto ovvio che se non
riporto in fretta la temperatura corporea a livelli accettabili per i miei
neuroni non avrò ne tempo ne modo di prendere antibiotici.
è pure incontestabile che i bacilli che causano questa infezione, familismo,
mancanza di senso dello stato, qualunquismo, irrazionalità superstiziosa,
sono ben presenti e radicati nella nostra società da secoli, prova ne sia
che la nostra borghesia non ha mai fatto la sua rivoluzione liberale, che il
nostro è il paese della controriforma, quello dove la massima autorità
morale riconosciuta è il capo della organizzazione meno democratica che sia
mai stata concepita, quello dove dai tempi di cicerone la res pubblica in
realtà è considerata res nullius da saccheggiare in forme più o meno
organizzate, convengo anche che è presente nelle organizzazioni e negli
individui che si dichiarano di "sinistra".
di fronte a questo quadro che fare? consolarsi raccontandoci che noi siamo i
buoni gli altri sono i cattivi e rimanere per sempre
una minoranza sociale o cercare di salvare il malato, grave, e provare ad
aggregare tutte, "tutte", le alleanze necessarie per riportarlo in
condizioni almeno di poter scegliere il tipo di comvalescenza?
paolo serra
7. > ECCHECCAZZZO!!!, 22 giugno 2003, 23:27
ok paolo, sono molto pragmatica anch’io e lo so benissimo che occorre prima
ripotare il malato una temperatura accettabile, ma vogliamo o no
cominciare a estirpare veramente i bacilli? altrimenti quel malato tornerà,
prima o poi, ad avere le stesse temperature inacettabili?
vedi, se dopo la caduta del muro di berlino si fosse capito cosa stava
accadendo a livello mondiale con il piano di nuovo ordine mondiale di bush
padre e ci si fosse attivati realmente per contrastarlo forse dieci anni
tra la prima guerra del golfo e l’attuale guerra all’iraq non sarebbero
passati invano, se, tanto per fare un altro esempio, quando ibrahim rugova
chiedeva, già dal 1991-92 sostegno internazionale per la sua lotta
nonviolenta contro i serbi non si sarebbe arrivati alla guerra del Kossovo,
e così via dicendo..
ok per tutto ciò che ora si può fare per portare la situazioni a livelli
meno tragici, ma qui il punto è che noi ora siamo a un bivio fondamentale:
o il mondo cambia rotta o in pochi decenni la situazione sarà ancora più
drammatica, in tutti gli ambiti (da quello ambientale a quello sociale a
quello della detenzione del potere e delle leve decisionali)...
ogni azione politica vera deve muoversi su varie linee contemporaneamente:
di breve e medio periodo, per risolvere le emergenze e risolvere
parzialmente una data situazione, e di lungo peridodo in cui individuare le
prime due, il disegno di ampi orizzonti che si intende perseguire, e su cui
coinvolegere e far partecipare un numero sempre più largo di soggetti
politici e di persone, facendo cultura a 360 gradi e valorizzando tutte le
esperienze e i pensieri che emeregono dalla ceatività e impegno di tanti.
avremmo modo di riparlarne
a presto
sabri
8. > ECCHECCAZZZO!!!, 22 giugno 2003, 23:39
... e se il problema fosse un altro... e scusatemi se lo leggero da una
prospettiva che utilizza un ’’ismo’’... narcisismo, il mio.
è ’emozionante’, per un narcisista come me sentirsi scopiazzare da
berlusconi, anche se non ti cita e lo fa senza saperlo
breve spiegazione... nel tema di maturita su cibo e acqua c’è una frase di
berlusca, una di quelle che dicono tutto e niente, dove il nostro si
esprime per uno sviluppo AUTOSOSTENIBILE... curioso, mi dico, so di avere
inventato io questo termine nel 92, stufo del termine ’sviluppo
sostenibile’, usato a destra e a manca come pura formuletta
tecnico-ecologica, una sorta di bollino blu che alcuni tecnici illuminati
si sentivano autorizzati a dare ai progetti rispettosi dell’ambiente...
come se scrivere un progetto che salvaguarda risorse non rinnovabili fosse
garanzia della sua riuscita... e allora ho provato a metterci un AUTO-
davanti per chiarire che se un progetto non è endogeno, non è frutto delle
strategie locali di chi lo deve poi mettere in pratica, finisce col fallire
oppure entra a far parte di una logica da colonnelli verdi che, in nome
oggi dell’ambiente e domani non so di cosa pretendono di controllare ogni
tua mossa... qualcuno la chiamera impero. autosostenibilita diventa cosi
una parola chiave del gruppo di amici e colleghi (magnaghi, allegretti,
beppe caccia, paolo cacciari ecc) che dara vita alla carta dei nuovi
municipi, per lo sviluppo locale autosostenibile (a porto alegre) e ai
documenti successivi e che si è fatto tra l’altro portavoce in italia di
proposte sulla falsariga dei bilanci partecipativi. capita che uno di noi
che si occupa di acque (trevisiol), si trova nella delegazione italiana che
va alla conferenza sul clima di kioto, entra in polemica con gli esperti
dei nostri ministeri sul termine sostenibilita e alla fina la spunta,
almeno culturalmente, sul concetto di auto.... evidentemente berlusca legge
i documenti, fiuta qualcosa di utilizzabile, e ci rifila la sua versione
che finisce anche in un tema della maturita... ovviamente sull’acqua, a
dimostrazione della scopiazzatura.
che c’entra tutto questo con la polemica di ECCHECCAZZZO!!! ? c’entra molto
perche in tutti questi anni mi è capitato di assistere alle convulsioni di
una sinistra che, nove volte su dieci, anziche andare alla radice dei
problemi di contenuto, ha effettuato su questi argomenti, fin troppo
numerosi girotondi (o passerelle?) attorno a se stessa... se erano di
matrice verde dimenticandosi troppo spesso l’auto... nella penna, se
rifondaroli limitandosi il piu delle volte a rielaborare concetti (allora
di avanguardia) di una cultura cattocomunista degli anni 50 sulla
partecipazione, se diessini dando prevalentamente l’immagine di
un’operazione di puro rinnovamento laddove il punto è quello di ribaltare
l’ottica... partire dal locale, dal complesso, dalla dimensione dei
rapporti sociali, economici e politici quotidiani, per affrontare come
centrali temi che il maggioritario e il decisionismo hanno relegato alla
periferia del dibattito politico... con la conseguenza di ritrovarceli,
mostruosamente distorti e caricaturali, nel localismo leghista.
... e adesso pure berlusconi... e allora mi chiedo se il problema non sia
quello di un’alternativa tra radicalita e moderazione, ma piu semplicemente
tra scelte che vogliono scavare nelle cose, andando al cuore dei contenuti
e trovare li, prima della soluzione, il terreno reale e attuale dello
scontro politico, e scelte che, timorose di perdere una virgola di
consenso, girano alla periferia di problemi piu evocati che analizzati, e
regalano all’avversario campo libero sui temi emergenti, sui nuovi modi di
affrontarli e sulle svolte che davvero contano.
va beh, adesso rischio di farla lunga oppure di rimanere nel vago.
preferisco fermarmi qui, ma vorrei tanto che si parlasse un po’ piu di
quanto pure si fa, dei nostri progetti autosostenibili, nel nostro ambiente
locale e cosmopolita, CON il terzo mondo, CON gli immigrati, COI popoli
vittime delle nostre guerre e un po meno del nostro ruolo di demiurghi nel
farci portavoce (PER gli altri) della democrazia, della giustizia e della
liberta.
alberto.
9. > ECCHECCAZZZO!!!, 23 giugno 2003, 00:00
Paolo Serra:
berlusconi è come una meningite batterica che causa una febbre tanto alta da
uccidere i tessuti cerebrali, è assolutamente ovvio, come dite voi, che non
si guarisce se non si estirpa il bacillo, ma è altrettanto ovvio che se non
riporto in fretta la temperatura corporea a livelli accettabili per i miei
neuroni non avrò ne tempo ne modo di prendere antibiotici.
Carlo Loiodice:
Il ragionamento sarà anche giusto, ma è la metafora sbagliata.
Non userei la metafora della malattia per connotare un processo storico e/o
uno scontro sociale. Se così facessi, dovrei poter dimostrare che il medico
che fa la diagnosi non è stato lui stesso attaccato dal morbo, cosa
impossibile se il medico si autoproclama tale. Purtroppo le metafore che
descrivono la politica sono ancora quelle militari o le loro parodie
sportive. Si parla di "vincere" senza apparentemente rendersi conto che in
guerra anche chi vince perde qualcosa e che nel calcio la condizione
materiale del tifoso non subisce alterazione alcuna se la sua squadra vince
o perde.
Io temo che, con la discesa in campo - di battaglia o da calcio - di
Cofferati i linguaggi saranno questi: vincere, perdere. Però la gente in
giro per la città non ha mica capito bene in che senso la metropolitana è di
destra e il tram di sinistra; e nell’indecisione va in macchina o in
motorino... Non sono interessato al risultato della partita se non comincio
a vedere attorno a me quelle inversioni di tendenza che mi possano incitare
a credere ancora in un futuro.
Eccheccazzo!
10. > ECCHECCAZZZO!!!, 23 giugno 2003, 00:03
La democrazia rappresentativa è in crisi (in Italia forse meno che in altre
parti del mondo tipo gli usa dove va a votare il 30% della popolazione,
oppure tipo i paesi dell’Est Europeo dove hanno la democrazia da appena
dieci anni e già si annoiano). Pensate al bordello che succederà alle
prossime elezioni quando voteranno anche gli Italiani all’estero, non ci
voglio nemmeno pensare......
Ma scusate la metafora tennistica se a me non riesce la voleè io non
abolisco il gioco a volo oppure non spengo la tv quando vedo un tennista che
la gioca da dio!!
La democrazia rappresentativa non ha in una società complessa alternative
credibili, qualche aspetto gestionale può vedere forme partecipative (tipo i
piani regolatori, comunque stiamo parlando di attuazione complessa).
Però un conto è dire "Cofferati segna per noi !" come ad una partita di
calcio e poi lasciargli fare quello che vuole per cinque anni, senza
controllo, un conto è SOGNARE altre forme, ma de che ?? O esiste un altro
nome che si ritiene più rappresentativo oppure bisogna rompere i coglioni a
Cofferati perchè prenda in considerazione tutti i problemi che sono emersi
in questi in una città governata malissimo da sguazza e malino da vitali.
L’uomo della provvidenza esiste solo perchè c’è qualche coglione che ci
crede (di destra o di sinistra). Il pragmatismo non è scendere a compromessi
ma è cercare di cambiare le cose QUELLE CHE SI POSSONO CAMBIARE, tendo conto
del livello decisionale. Cosa può dare un sindaco ? Abbattere il debito dei
paesi del Terzo Mondo ? Non far passare gli oleodotti (si forse se è in
carica Bogotà) ??
Cambiare subito, dal basso, ma senza seghe mentali !!!
ciao Valentina
11. > ECCHECCAZZZO!!!, 23 giugno 2003, 13:29
verissimo caro serra, ne abbiamo parlato tante volte noi quarantenni, c’è
pero’ da chiedersi ancora una volta perchè queste nostre parole non sono mai
decollate in fatti e politica concreta.
per questo motivo sono assolutamente solidale con il movimento dei
movimenti, a noi quarantenni l’analisi della mancanza di sbocchi concreti
per il passato, ai piu’ giovani va l’assoluto appoggio; sono certa che si
possa insieme costruire una politica finalmente concreta e non sono
disfattista (scusami ma mi è parso di leggere nelle tue mail come una sorta
di rassegnazione delusa).nadia
12. > ECCHECCAZZZO!!!, 23 giugno 2003, 15:50
condivido in pieno cio’ che marco ha scritto, non si puo’ aspettare e
lasciar fare.
certo c’è l’appuntamento delle amministrative del 2004, ma ci sono anche le
europee. e comunque cio’ che in questi mesi è accaduto il movimento contro
la guerra, l’art.18 e le posizioni che i politici di sempre hanno tenuto -la
sinistra istituzionale è immobile e ingessata su vecchie e frustre
posizioni- ci obbliga moralmente a uscire, a rendere visibile e pubblico, a
proporsi senza indugio in una lotta che marco ha spiegato nella sua
ideologia molto bene in maniera pratica e vitale. i girotondini hanno
secondo me la responsabilita’ di essere stati assenti nel dibattito contro
la guerra e non mi pare siano stati troppo coinvolti sull’articolo 18. per
cui senza se e senza ma lavoriamo per dare voce e peso al movimento dei
movimenti, a portare a ’’palazzo’’ (a quei politici chiusi nelle stanzette
da oltre vent’anni e sordi alla realta’) la nostra politica di strada
consapevoli di avere l’esperienza dei veri bisogni/desideri della gente
comune.
nadia