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EUROPA: LONTANO DAGLI OCCHI, LONTANO DAL CUORE

par Perchè la sinistra

Publie le venerdì 12 giugno 2015 par Perchè la sinistra - Open-Publishing

LONTANO DAGLI OCCHI, LONTANO DAL CUORE.
LA COSIDDETTA “SINISTRA EUROPEA DI GOVERNO” RINCHIUSA NEL CHIOSTRO DELLE PROPRIE IDEOLOGIE E COMPLETAMENTE DISTACCATA DALLA DRAMMATICA REALTA’ DEL QUOTIDIANO DI MILIONI DI PERSONE PRIVATE DELLA DIGNITA’, DELLA RAPPRESENTANZA POLITICA, DEL MINIMO DI SOPRAVVIVENZA.
Questo documento (ricevuto per il tramite della cortesia di Felice Carlo Besostri) è stato redatto dai Ministri degli Affari Europei dei governi di centro-sinistra (diciamo così) dei paesi nei quali governo, appunto, questo tipo di schieramento compreso in Italia quello imperniato sul PD.
Un documento sorprendente, che è il caso di leggere, a dimostrazione dell’astrattezza (ai limiti della vera e propria insipienza) con la quale i temi europei sono trattati da una parte politica che detiene grandissimi livelli di responsabilità.
Mancano completamente alcuni punti di analisi che risultano fondamentali per comprendere lo stato di cose in atto e alcune valutazioni appaiono, francamente, del tutto sballate.
Non si fa cenno, prima di tutto, allo spostamento d’asse complessivo che la politica internazionale sta facendo registrare, in questa fase, attorno al nodo del confronto tra USA e Russia, facilmente (e drammaticamente) identificabile con il conflitto ucraino.
Un confronto molto duro che sta assumendo nuovamente tratti di bipolarismo e che sta portando a un generale riarmo, a una sovrapposizione dell’atlantismo sulla possibilità di dinamiche autonome sul piano europeo, al mantenimento di sanzioni economiche molto pericolose e negative.
Non vi è cenno alla situazione del Medio Oriente e del Nord Africa, né tantomeno della ripresa di una spinta colonialista nelle zone dell’Africa sub - sahariana.
Una situazione che porta con sé focolai di guerra, terrorismo, spinte migratorie incontrollate dettate da una vera e propria “disperazione dei popoli”.
Non c’è parola sulla crisi interna dell’Unione Europea, sotto l’aspetto economico e politico, con la divisione tra Nord e Sud, il tentativo egemonicamente soffocante della Germania, la questione dei PIGS e, soprattutto, quello che sembra l’apparentemente inesplicabile rebus greco: paesi nel quale una parte rivelante della popolazione vive in condizioni di vera e propria emergenza umanitaria, verso la quale non pare esserci soluzione prevalendo le spinte monetariste imposte da una trojka divisa al suo interno soltanto dalla difesa di reciproci egoismi di conservazione di potere.
Nel documento non ci s’interroga neppure sulle ragioni di fondo del “deficit politico”, sull’assenza di ruolo del Parlamento Europeo che persiste non applicando neppure, nella pratica, il trattato di Lisbona.
Si sorvola sulla situazione economica, su quella sociale e soprattutto sul ritorno dei pericoli di guerra e sul dramma dell’immigrazione proveniente dalle parti più povere del mondo che portato all’esasperazione, come sta avvenendo, è sul punto di produrre tensioni incontrollabili.
Ci si culla nell’idea indistinta della “crescita” e non si esaminano neppure da lontano i termine delle diseguaglianze considerati dagli economisti, da Piketty a Stilgtz a Krugman (non certo dei marxisti, ma dei keynesiani “liberali illuminati”) la fonte della gran parte dei guai dell’economia e della società a livello globale.
Un quadro sconsolante, quello tracciato da questi presunti governanti del progresso, che dimostra, per intero, il deficit di politica che sta attraversando il continente e di cui si stanno avvantaggiando pericolosamente movimenti populistici, di estrema destra, di ritorno a scenari che qualcuno ingenuamente pensava ormai superati dalla storia.

L’Unione Economica e Monetaria ha bisogno di un pilastro sociale"
3 giugno 2015
Ecco il testo firmato dai responsabili dei dicasteri degli Affari Europei di cinque governi socialisti e democratici in vista del Consiglio europeo di fine giugno.
Nei prossimi giorni, avremo un’altra opportunità per migliorare ulteriormente l’economia europea e le vite dei nostri cittadini. I nostri leader sono determinati a discutere i nuovi passi per rafforzare l’Unione Economica e Monetaria quando s’incontreranno al Consiglio europeo di fine mese. Come Ministri degli Affari Europei di cinque Paesi guidati da governi socialisti e democratici crediamo in una riforma coraggiosa che rafforzi ulteriormente il funzionamento e la credibilità dell’UEM. Siamo dell’opinione che debba esser fatto di più per mettere al sicuro le economie europee e il modello sociale europeo.
L’Euro è uno dei più grandi successi dell’UE. Condividere la stessa moneta ha portato enormi benefici in termini politici ed economici ai cittadini ed ha aiutato a mitigare gli effetti negativi della crisi finanziaria ed economica globale in Europa. Ciò nonostante, la crisi ha anche rivelato che una moneta comune non è abbastanza. Considerati i ben noti limiti, tuttavia, vogliamo assicurarci che l’Unione Economica e Monetaria funzioni al meglio per il ben essere delle persone. Quindi, ci schieriamo a favore di un’Unione Economica e Monetaria più equa e più democratica che sostenga la crescita economica e che sia rivolta alle persone.
Per poter raggiungere questi obiettivi, l’Unione ha bisogno di un pilastro sociale. La crisi e le politiche di austerity hanno colpito severamente la vita di milioni di persone in diversi Paesi europei. Ciò ha mostrato l’urgenza di una vera dimensione sociale dell’Unione Economica e Monetaria che offra soluzioni alle sfide sociali contemporanee, prima fra tutte quella della disoccupazione.
Siamo convinti che ciò possa essere raggiunto attraverso delle riforme concrete che introducano degli standard sociali minimi, tra cui dei salari minimi accettabili rispetto al livello di sviluppo economico dei singoli Stati Membri. La società viene prima dei mercati, e non viceversa. Vogliamo anche un’UEM che incoraggi la crescita economica. La responsabilità fiscale deve essere combinata con delle riforme bilanciate socialmente e degli investimenti tesi ad accelerare la ripresa delle nostre economie. Finanze solide non sono un fine in sé, ma un prerequisito per sistemi sociali robusti. Abbiamo bisogno di una ’E’ più forte, una vera Unione Economica come componente dell’UEM. In pratica, ciò significa un maggior coordinamento delle politiche economiche anche per riequilibrare le disuguaglianze tra e nei Paesi dell’UEM. Abbiamo bisogno di assicurarci che l’equilibrio di bilancio non venga prima dell’inclusione sociale o della sostenibilità del welfare. Il nostro obiettivo per l’UEM è la stabilità economica, la coesione sociale e il pieno impiego. Di conseguenza, vogliamo maggiori tutele, per assicurarci che i cittadini non debbano più pagare per gli errori del settore bancario. Vogliamo anche la solidarietà di bilancio con quei Paesi che stanno affrontando una dura congiuntura economica che ha portato a una crescita immediata della disoccupazione.
La vera ripresa economica dell’Europa dovrebbe essere un obiettivo comune di tutti, e la giustizia fiscale e sociale dovrebbero essere al centro di questi sforzi. Per combattere l’evasione e l’elusione fiscale, i Paesi dovrebbero dotarsi di uno scambio automatico di informazioni in materia fiscale, scoraggiare la pianificazione fiscale aggressiva e chiudere i paradisi fiscali. Inoltre, dovrebbero essere introdotte e rafforzate anche misure fiscali che assicurino una tassazione equa e redistributiva, che sostengano la transizione a un’economia più verde, e che limitino la speculazione finanziaria. A tal fine sosteniamo l’introduzione rapida di una Tassa sulle Transazioni Finanziarie.
Infine, vogliamo un’UEM più democratica. È nostra responsabilità ricostruire la fiducia dei cittadini nell’Unione Europea e assicurarsi che abbiano la possibilità di dire la propria opinione sulle politiche che li investono. La strada da percorrere per far ciò è rinforzare sia il ruolo del Parlamento Europeo che la titolarità degli Stati Membri nel processo decisionale all’interno dell’UEM. Sosteniamo una migliore cooperazione fra il Parlamento Europeo e i parlamenti nazionali, vogliamo una vera e propria partnership tra i parlamenti dell’Europa.
Come Ministri per gli Affari Europei di governi socialisti e democratici, puntiamo a raggiungere questi obiettivi all’interno del quadro legale esistente. Tuttavia, nessuna misura dovrebbe essere off-limits e quindi prenderemo in considerazione tutte le misure possibili necessarie al fine di completare l’UEM nel medio e nel lungo periodo. La nostra visione è quella di un’unione che sia inclusiva, che promuova un modello sociale solido, che assicuri la sostenibilità economica, e che influenzi positivamente le vite dei cittadini europei.

Miroslav Lajcák, Vice-premier e Min. Affari Esteri ed Europei, Slovacchia
Lubomir Zaorálek, Ministro degli Affari Esteri, Repubblica Ceca
Harlem Désir, Segretario di Stato per gli Affari Europei, Francia
Michael Roth, Ministro Federale per gli Affari Europei, Germania
Sandro Gozi, Sottosegretario di Stato agli Affari Europei, Italia