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Equitalia è una pistola fumante

par Antonio Musella

Publie le venerdì 25 maggio 2012 par Antonio Musella - Open-Publishing
8 commenti

24 / 5 / 2012

Le mobilitazioni contro Equitalia nel nostro paese si sono susseguite nelle ultime settimane. Per mobilitazioni qui si intende le proteste pubbliche, popolari ed alla luce del sole come quelle di Napoli e Mestre o come quella degli operai di Termini Imerese all’Agenzia delle Entrate. Un tema, quello del debito privato, che trova ancora poca centralità, suo malgrado, nello spazio dell’analisi politica.

E’ vero che il tema della pressione fiscale lascia spazio a facili sortite demagogiche, come quelle in salsa verde dei leghisti contro le “tasse di Roma ladrona”. Bisogna innanzitutto centrare il tema, ed in questo le recenti mobilitazioni napoletane hanno avuto il merito di definire bene lo spazio rivendicativo. Le tasse vanno pagate e gli evasori fiscali devono essere perseguiti. Partiamo da questo dato, per tranquillizzare da subito tutti quelli che hanno letto con leggerezza le mobilitazioni contro Equitalia: nessuno di quelli che hanno manifestato a Napoli o a Mestre reclama la fine dei tributi.

Fatta questa necessaria premessa, passiamo alla disamina della questione.

Equitalia è una società per azioni a capitale pubblico – Ministero delle Finanze ed Agenzia delle Entrate – che risponde dunque alle esigenze di tutte le s.p.a. ovvero la necessità di fare profitti. La società si configura così come un esempio di quelle mostruosità giuridiche che sono le multiutility contro cui gli italiani si sono già espressi attraverso il referendum dell’estate del 2011.

Equitalia riscuote i tributi per conto dello stato e degli enti locali che hanno esternalizzato la riscossione delle tasse. La sua natura di s.p.a., porta Equitalia ad accumulare interessi attraverso un complesso sistema di aumenti del credito da riscuotere nei confronti degli evasori. Un agio del 9% su ogni tassa non pagata. Una percentuale che è circa il doppio del tasso di interesse medio che gli istituti di credito impongono sui prestiti privati. A questa percentuale di interesse da usura si sommano le spese di notifica, le spese legali e la maturazione degli ulteriori interessi. Nel pieno rispetto di una legge visibilmente singolare ed ingiusta, Equitalia diventa così una macchina da strozzinaggio.

A finire nel mirino di Equitalia ci sono tutti gli evasori fiscali senza nessun tipo di distinzione, siano essi evasori di una semplice multa per divieto di sosta oppure grandi evasori fiscali per milioni di euro. Il carico affidato ad Equitalia durante il 2010 è salito del 43% rispetto al 2007 ed attualmente è di 72 miliardi di euro*, più o meno due finanziarie.

Ma la rigidità della s.p.a. dei tributi sembra sciogliersi come neve al sole davanti ai grandi evasori fiscali a cui vengono proposti accordi con enormi vantaggi. Di contro il resto dei creditori di Equitalia, principalmente lavoratori autonomi, precari e pensionati, vede solo la possibilità di rateizzazione del debito fissata in griglie strette ed inflessibili. La mission di Equitalia contribuisce così alla configurazione di un sistema fiscale palesemente discriminatorio, che risulta inflessibile coi deboli e malleabile con i forti. Una visione suffragata ulteriormente dal rifiuto del governo dei professori di istituire la tassazione dei capitali scudati che avevano goduto della norma del precedente governo sul rientro dei capitali evasi all’estero e l’istituzione di una tassa patrimoniale per finanziare la spesa sociale.

In caso di mancato pagamento dopo la prima notifica della cartella esattoriale, Equitalia può procedere alla variegata gamma di azioni che rientrano nella riscossione coatta. Pignoramento del quinto dello stipendio, fermo amministrativo dei beni immobili, vendita coatta di auto, moto e case, fino al sequestro dei conti correnti come ha fatto Equitalia Calabria nei confronti dei pensionati. E così mentre si consente ai grandi evasori di chiudere accordi al ribasso recuperando qualche milione di euro rispetto a decine di milioni di evaso, sulle fasce sociali più deboli si abbatte la mannaia della riscossione coatta.

Un meccanismo perverso che contribuisce, ai tempi della più grande crisi che il nostro paese abbia mai conosciuto, all’aumento esponenziale del debito privato. Ed è proprio questo il cuore della questione: Equitalia funge da moltiplicatore del debito privato delle fasce sociali più deboli del paese. All’aumento della pressione fiscale dovuta alla “ricetta” dei professori guidati da Mario Monti, che incide sulla consistenza dei salari e delle pensioni, si unisce l’aumento del debito privato nei confronti dello Stato.

Un vero tritacarne soprattutto per i lavoratori autonomi che mentre fanno i conti con l’abbassamento del proprio potere d’acquisto devono contemporaneamente versare al fisco le tasse di oggi e quelle di ieri con gli aumenti da usura imposti da Equitalia. Ai lavoratori dipendenti della pubblica amministrazione, su cui gli aumenti delle aliquote Irpef agiscono direttamente in busta paga, il tritacarne di Equitalia rischia di ridurre a poche centinaia di euro i salari attraverso il pignoramento del quinto dello stipendio. Il pignoramenti verso terzi operati da Equitalia sono circa 133.000 con un aumento del 50% tra il 2007 ed il 2010*. Una prospettiva che riduce in miseria una persona non per un periodo temporale, ma per tutta la vita che ti resta.

Ecco cosa spinge un cittadino a puntarsi una pistola alla testa. In particolar modo accade nel Mezzogiorno, dove oltre allo Stato spesso l’altro creditore del debito privato è il sistema criminale. Creditori diversi, ma spesso sistemi di riscossione molto simili. Eppure non si comprende come mai in troppi facciano finta di non capire.

Appena un mese fa la CGIL prospettava uno sciopero generale – l’ennesimo solo annunciato e mai praticato – contro le tasse. Eppure a nessuno venne in mente di parlare di demagogia. Nessuno ha mai chiesto la fine delle tasse, eppure sindaci di grandi città come Bologna si lanciano in iperboliche dichiarazioni su camorristi che protestano contro Equitalia. Cogliamo l’occasione per portare a conoscenza del sindaco di Bologna Virginio Merola che i camorristi sono tra quei grandi evasori a cui Equitalia offre accordi molto flessibili.

Dal prossimo anno tutti gli Enti Locali possono dismettere il contratto con Equitalia. Moltissimi sindaci hanno già dismesso il contratto, altri come quello di Napoli hanno annunciato che lo faranno dal gennaio del 2013. Ma il problema, come è evidente, non è Equitalia in sé ma il meccanismo con cui si pensa di riscuotere i tributi per le fasce sociali maggiormente colpite dalla crisi. Se ci si affiderà nuovamente ad una s.p.a. che dovrà fare profitti, se sarà consentito alle nuove società la riscossione coatta dei tributi, allora sarà solo maquillage. C’è da dire che solo il 16% dell’attività di Equitalia è legata però alla riscossione dei tributi dei Comuni, una percentuale comunque piccola rispetto alla fetta di lavoro svolta per lo Stato e le Regioni che è del 48%*.

I professori continuano a parlare della necessità di misure per la crescita economica del paese, ma non serve una laurea alla Bocconi per capire che senza un alleggerimento del debito privato per le fasce più povere non potrà mai esserci nessuna ripresa. Accanto allo smantellamento del welfare ed alla dismissione dello statuto dei lavoratori con il Ddl Fornero, il tema del debito privato per i lavoratori dipendenti risulta avere una drammatica centralità.

Le mobilitazioni delle ultime settimane pongono dei punti di rivendicazioni semplici e chiari: sospensione della riscossione coatta dei tributi per le fasce sociali deboli (a tal proposito è stato già votato a maggioranza un ordine del giorno alla Camera), cessazione dei contratti tra gli Enti Locali ed Equitalia, internalizzazione del servizio di riscossione dei tributi da parte degli Enti Locali, istituzione di una tassa patrimoniale per finanziare la spesa sociale, tassazione dei capitali scudati.

Proposte rispetto alle quali, i tanti che a sinistra hanno storto il naso davanti alle proteste contro Equitalia, farebbero bene a rispondere nel merito.

* dati del Sole 24 Ore

Antonio Musella ( tratto da Micromega )

Messaggi

  • Non capisco questo risentimento verso Equitalia.Mi spiego:ad Equitalia il governo, le regioni, provinciee comuni danno un compito che è quello di recuperare rapidamente i propri crediti (veri o presunti) e sia il governo sia il Parlamento hanno dato all’ente i poteri per farlo nella maniera più rapida e brutale possibile. Ma cosa c’entra Equitalia con questo? E’ come prendersela col boia se il giudice ti ha condannato a morte! Perchè non prendersela con Tr(a)monti che ha consentito ad Equitalia di pretendere interessi che arrivano al 60% in contrasto con la legge sull’usura?Perchè non chiedere a Tr(a)monti perchè ha autorizzato Equitalia a mettere ipoteca sulla casa per crediti presunti di poche migliaia di euro?michele

    • Beh, a Genova 2001 certamente i poliziotti avevano ricevuto ordini precisi da Berlusconi e da Scaiola.

      Ma non mi sembra che nessuno abbia detto qua sopra "poveri poliziotti, hanno ricevuto ordini ..."

      E per fortuna ...

      Oggi l’agenzia privata di riscossione è l’equivalente di quei poliziotti ...

    • Non si capisce poi perchè su questo sito, al solo nominare la società dei gabellieri, scatta la "moderazione".

      K.

    • Comunque l’articolo di Antonio Musella, non si sa perchè "moderato" - addirittura è stato pubblicato su Micromega, gruppo Espresso/Repubblica - è leggibile a questo link :

      http://www.globalproject.info/it/in_movimento/equitalia-e-una-pistola-fumante/11619

      Sempre sullo stesso argomento, un articolo di Ugo Marani tratto da Repubblica - cronaca di Napoli :

      http://www.globalproject.info/it/in_movimento/imprese-e-famiglie-leconomia-e-larte-del-possibile/11620

    • Equitalia - Manifestazione a Bari

      BARI – “Sperare in un semplice venire incontro delle istituzioni in questo momento, è pura utopia”. Questa l’ amara considerazione di Donato, uno dei militanti che questa mattina, presso la sede Equitalia di via Re David, hanno inscenato una protesta tappezzando l’area di fogli raffiguranti lapidi con su scritti i nomi di quanti, negli ultimi mesi, si sono suicidati per difficoltà economiche. L’uomo, interpellato telefonicamente, ha sottolineato la gravità della situazione. “Abbiamo fatto questa manifestazione – ha detto Donato – per denunciare i morti dovuti a motivi economici e di cui Equitalia, lo ‘strozzino legalizzato’, come lo chiamiamo noi, ha gran parte delle colpe”.

      La protesta ha visto la partecipazione di una sessantina di manifestanti che hanno accuratamente affisso le lapidi simboliche tutt’intorno la sede, oltre a ricoprirne il pavimento perimetrale. Quanto scritto sui fogli per ricordare i suicidi è stato letto da alcuni dei partecipanti. “Abbiamo cercato di concentrarle in particolar modo di fronte ai due ingressi, chiedendo a quanti entrassero in sede, di non calpestarle”. “

      Inutile dire che la loro azione è stata organizzata capillarmente, “lanciando un appello attraverso Internet, facebook, opere di volantinaggio in uffici postali, luoghi di lavoro e università”. “Abbiamo tentato di entrare nella sede per portare all’interno la nostra rivendicazione, la nostra protesta. C’erano diverse agenzie giornalistiche, diverse persone che filmavano”.

      “Abbiamo appena pubblicato un comunicato sulla giornata di oggi” ci ha tenuto a sottolineare Donato, ricordando i siti di riferimento delle loro azioni: http://radiorottaindipendente.noblogs.org/ e la pagina di Facebook “Villa Roth Occupata”.

      Proprio nella villa, dopo la manifestazione, “ci siamo visti appunto con tutte le persone che sono state coinvolte stamattina, le abbiamo chiamate per fare un’assemblea utile sia a tirare le somme di quanto avvenuto, sia per capire come procedere, come andare oltre”.

      Quello di Equitalia e del rapporto con i cittadini, ci tiene a sottolineare Donato, è un tema caldo dell’attualità che non può e non deve riguardare ‘quattro comunisti’, come li avrebbero etichettati alcuni “governi precedenti”, ma “è un argomento scottante per chiunque, imprenditori, disoccupati, chiunque abbia subito una multa, una sanzione da 70 euro e dopo pochi mesi se n’è ritrovata una da 300”.

      Viene inoltre sottolineata la possibilità che le procedure utilizzate da Equitalia non siano del tutto trasparenti: “In una precedente assemblea di costruzione di questa data, abbiamo ritenuto opportuno, e abbiamo avuto anche la possibilità di farlo, di costruire uno sportello legale, con due avvocati tributari, ai quali gratuitamente ci si può rivolgere per qualsiasi cartella di Equitalia. Ci siamo resi conto che la maggior parte delle loro cartelle è illegale, cioè presenta procedure davvero da strozzini, ci sono diverse illegalità. Dalle 18 in poi, chiunque vorrà e avrà bisogno potrà venire qui a Villa Roth e parlare con gli avvocati”.

      “Chi ha esperienza del campo legale – mette in luce Donato – ha però sottolineato questa cosa, l’illegalità delle loro pratiche ma anche la possibilità di vincere, di vincere il “mostro”. Semplicemente non si è fatto fino ad oggi perchè le persone già devono pagare la multa, pagare anche l’avvocato….”

      Capitolo Forze dell’ordine. “Nel clima pacifico di questa mattina sono arrivate una camionetta con uomini in assetto antisommossa, più cinque o sei uomini della Digos – ha denunciato Donato – In più, a 50 metri, c’era un’ altra pattuglia dei carabinieri e addirittura una camionetta blindata dell’esercito. Saremo stati etichettati come terroristi, ma questo rende evidente l’idea di quanto le istituzioni vogliano difendere questo mostro fiscale”.

      25 Maggio 2012

      Angelo Fischetti

      http://bari.ilquotidianoitaliano.it/notizie-in-evidenza/2012/05/news/protesta-presso-la-sede-equitalia-di-via-re-david-la-voce-di-uno-dei-protagonisti-11701.html/

      FOTO da Repubblica :

      http://bari.repubblica.it/cronaca/2012/05/25/foto/foto-35923059/1/

    • Oristano, Sassuolo, Sorso, Bari, Valle di Cadore, Calalzo, Morazzone, San Donà di Piave, Zanica, Merate, Thiene, Ottana. Cosa hanno in comune queste località? Si sono liberate in anticipo dalle catene di Equitalia. Sono diventate libere, umane, efficienti.

      Dal primo gennaio 2013 la legge 201/2011 prevede che i Comuni gestiscano da soli l’attività di riscossione. Perché aspettare? Non c’è una sola buona ragione per affidarsi a Equitalia.

      Il comune di Oristano ne è la dimostrazione. La gestione diretta dei tributi ha portato sia risparmi sui costi di 150,000 euro (Il Comune che riscuote in proprio i suoi tributi non deve pagare l’aggio a Equitalia), sia un aumento del gettito di 650.000 euro. Meno costi, più ricavi. Non solo, anche più liquidità in cassa. "Risorse immediatamente disponibili a differenza di quanto avveniva con la gestione Equitalia quando la liquidazione delle somme avveniva entro i due anni successivi all’emissione del ruolo’’, da una nota del Comune di Oristano.

      Di fronte a questi dati la domanda è allora "A cosa è servita Equitalia in questi anni? A che è servito un intermediario che si è frapposto tra i cittadini e gli enti? All’aumento dei tassi di interesse? Al pignoramento delle case? Alla lentezza amministrativa?" Oristano è un esempio, ma non è il solo, dell’inutilità del ricorso a Equitalia per l’ente che gli affida la riscossione dei tributi. Se cittadini e Comuni non traggono benefici da Equitalia perché continuare e, soprattutto, di chi è stata questa brillante idea di disintermediare i pagamenti a un ente terzo? A che pro?

      Il Comune non è un ente impersonale, è sul territorio, conosce spesso il contribuente e le sue difficoltà. Può in caso di necessità di una famiglia indigente posporre, dilazionare, cancellare un pagamento. Si chiama umanità. I Comuni dovrebbero accelerare l’uscita da Equitalia già nel 2012 e predisporsi per il gennaio 2013.

    • Certo è normale che Equitalia è solo lo strumento non il "mandante". Seguendo questo ragionamento, l’unica protesta giusta sarebbe quella contro i grandi poteri internazionali...

      Bisogna combattere sia lo strumento che chi lo manovra ma senza dover cercare sempre il vero nemico che sta dietro... altrimenti rischi di combattere contro i mulini a vento... roba da militanti

    • Equitalia gli aveva portato via tutto, ora l’incubo è finito

      Madre disperata e indebitata "Equitalia si è presa anche il mio stipendio"

      Lo scorso ottobre i funzionari di Equitalia avevano pignorato e bloccato il conto corrente. L’altro ieri, grazie alla democratica Lucia Codurelli, il deposito bancario è stato dissequestrato

      Merate, 27 maggio 2012 - «È la fine di un incubo». A tirare un sospiro di sollievo è la madre separata 35enne di due figli piccoli alla quale lo scorso ottobre i funzionari di Equitalia avevano pignorato e bloccato il conto corrente su cui le viene versato accreditato lo stipendio oltre che gli assenti di mantenimento, privandola di fatto della sua unica fonte di reddito. L’altro ieri, grazie anche all’intervento dell’onorevole democratica Lucia Codurelli, il deposito bancario è stato dissequestrato ed è tornato nella disponibilità dell’intestararia, sebbene completamente prosciugato.

      Il provvedimento infatti era illegale, perché lei, aveva già concordato il versamento di un quinto della busta paga. Il brutto sogno da cui non riusciva a svegliarsi perdurava dal 2000, a causa di un errore commesso, senza volerlo, dai genitori quando era appena maggiorenne. Il papà e la mamma erano imprenditori e le avevano chiesto di partecipare all’attività, con l’intento di offrirle un futuro. Purtroppo non è andata come desideravano, perché la ditta è fallita e la donna adesso deve sobbarcarsi parte del debito, circa 120mila euro, 20mila dei quali solo per interessi, more e spese legali, il 17% dell’intera somma.

      Lei non si è mai sottratta alle sue responsabilità, sebbene « ereditate», e ha sempre assicurato che intende pagare fino all’ultimo centesimo, tanto che aveva appunto già accettato il versamento del quinto della busta paga. Sette mesi fa, tuttavia, la brutta sorpresa con la scoperta che non poteva più prelevare nulla, perché, senza alcuna comunicazione, le era stato sottratto il conto su cui custodiva i pochi risparmi, il denaro per i figli e su cui riceveva il frutto della sua professione in modo da poter assicurare una vita decorosa alla propria famiglia. Le rischieste di spiegazioni sono cadute nel vuoto, come del resto i tentativi di risolvere la questione per vie legali.

      Alla fine a risolvere il problema ci ha pensato la parlamentare lecchese, che ha preso a cuore la situazione dopo essere venuta a conoscenza della vicenda grazie a un servizio del nostro giornale. «Vi ringrazio infinitamente per quello che avete fatto», racconta adesso la protagonista della disavventura, la quale ora mira a recuperare almeno parte di quello che le è stato sottratto indebitamente, ovvero sette mesi di stipendio e la tredicesima, dato che per riuscire a vivere ha dovuto chiedere aiuto a parenti e amici che almeno loro le hanno dato una mano.

      Daniele De Salvo

      Link:
      http://www.ilgiorno.it/lecco/cronaca/2012/05/27/719163-equitalia-merate-mamma-debiti-sequestro-conto-banca.shtml

      27.05.2012