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FRANCIA, PER LE PROTESTE CONTRO GLI OGM

Publie le mercoledì 25 giugno 2003 par Open-Publishing

Arrestato Josè Bovè
leader No global
ma sarà graziato
Josè Bovè, il leader contadino diventato leader dei No global francesi, è
stato arrestato ieri all’alba dai gendarmi che sono entrati nella sua
fattoria per rendere esecutiva una sentenza a 10 mesi di carcere per
distruzione di colture Ogm. Durissime le proteste ma molto probabilmente
Bovè potrà uscire già il 14 luglio, festa nazionale, perché otterrà la
grazia presidenziale.
Torna in carcere il baffuto capo della Confederation Paysanne, come si
prevedeva ormai da giorni. In molti lo avevano intervistato, seduto al
tavolo di casa sua a Millau, nel Larzac in attesa da un momento all’altro
della polizia che lo avrebbe portato nel carcere di
Villeneuve-les-Maguelone.
È accaduto ieri mattina alle 6: Bovè, 50 anni, stava dormendo, non ha
opposto resistenza ed è stato trasferito in elicottero al penitenziario. L’
operazione è stata piuttosto decisa e organizzata nei minimi particolari,
"un’azione da commando", come l’ha definita l’avvocato di Bovè, Francois
Roux, trovando "incomprensibile un tale spiegamento di forze per un non
violento che ha sempre detto che non avrebbe opposto resistenza". Secondo il
legale, gli agenti hanno "forzato la porta" della casa di Bovè, "portandolo
via come un bandito, senza neppure lasciargli il tempo di prendere gli
effetti personali, lo spazzolino da denti...".
Dominique Perben, il ministro della giustizia, ha spiegato lo schieramento
davvero impressionante di uomini dalla casa di Bovè fino al penitenziario
con la necessità di "misure di sicurezza" per evitare "ogni scontro", dal
momento che lo stesso Bovè aveva "fatto sapere che i suoi amici avrebbero
ostacolato l’operazione".
Bovè è recidivo ed ha già scontato 44 giorni di carcere l’estate scorsa per
i danni provocati ad un McDonald’s. La lunga vicenda processuale per la
distruzione di piante di riso trangenico si è conclusa con la condanna a 10
mesi di carcere il 26 febbraio da parte della Corte d’Appello di
Montpellier. Da diversi giorni Bovè stava aspettando l’esecuzione della
sentenza nella sua fattoria, dopo aver rifiutato qualsiasi patteggiamento
sulla pena. Avrebbe accettato soltanto una grazia del presidente della
Repubblica, chiesta dai suoi fedelissimi con lettera all’Eliseo firmata da
800 mila cittadini. Finora nulla era trapelato sulle intenzioni di Jacques
Chirac, ma ieri, dopo l’arresto, è intervenuto il guardasigilli Perben a
gettare acqua sul fuoco. Il ministro, mentre dai seguaci di Bovè giungevano
accuse alla polizia di essersi comportata "come in un paese sudamericano",
ha lasciato capire che il sindacalista contadino potrà "godere del decreto
di grazia del 14 luglio", il giorno della presa della Bastiglia, festa
nazionale. Sarà lui, Perben, in un intento pacificatore, a scrivere un suo
"parere segreto a Chirac sull’eventuale grazia a titolo individuale".
Dovrebbe forse bastare a calmare la rabbia degli amici di Bovè, che hanno
acceso un fuoco davanti alla gendarmeria di Millau, il paese del loro capo,
rivolgendo un appello a manifestare rumorosamente davanti a tutte le carceri
di Francia e ai terreni in cui si sperimentano gli ogm.