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GUERRA "INTERNA" e GUERRA "ESTERNA"

Publie le lunedì 23 giugno 2003 par Open-Publishing

iniziative promosse dalla
RETE REGIONALE ANTICAPITALISTA E ANTIMPERIALISTA della Emilia Romagna
per contatti: regional_er-owner@yahoogroups.com

 CERVIA (RA)

SABATO 28 GIUGNO
GIORNATA DI LOTTA CONTRO LE BASI NATO IN ITALIA

*- MANIFESTAZIONE - CORTEO
CONCENTRAMENTO ORE 17,30
ROTONDA GRAZIA DELEDDA (LUNGOMARE) - CERVIA

*- INTERVENTI, MUSICA, TEATRO & RISTORO
dalla fine del corteo alle ORE 24
PIAZZALE DEI SALINARI (via Oriani)

*- TAVOLO DI INFORMAZIONE
dalle ore 21
in via Roma

La guerra interna continua: mentre procede il taglio dei servizi sociali 800
milioni di euro solo per acquistare 34 cacciabombardieri "F16".
10 di essi verranno dislocati alla BASE DI PISIGNANO-SANGIORGIO insieme ad
armamento con uranio impoverito, nuova arma di distruzione di massa contro i
popoli e i proletari.

LA GUERRA NON È FINITA:
CONTINUIAMO LA BATTAGLIA PER LA CHISURA DELLE BASI NATO, CONTRO GLI F16 E
L’URANIO IMPOVERITO;
DIFENDIAMO LA NOSTRA SALUTE E IL TERRITORIO DAI PREPARATIVI DI NUOVE GUERRE
IMPERIALISTE.

— —

Uranio impoverito in Romagna : rompiamo il muro del silenzio !

Lo scorso 18 Aprile, durante un’ispezione dentro la base NATO di Pisignano
di parlamentari dei verdi e di Rif. Com., il Comandante dell’aeroporto ha
ammesso, "candidamente", l’esistenza di un deposito-munizioni per missili e
proiettili ad uranio impoverito per l’armamento dei futuri F16 che verranno
dislocati presto presso la base stessa. La notizia è stata "snobbata" da
stampa e TV locali, come se si trattasse di un evento ordinario o "normale"
. Stesso atteggiamento, più che scontato visto i precedenti in merito, da
parte di enti e amministrazioni locali che continuano ad avallare
politicamente il rafforzamento di questa struttura militare nel territorio
all’insegna della "glo-calizzazione" della guerra. La popolazione è tenuta
accuratamente all’oscuro dei pericoli per tutta la Romagna dovuti alla
presenza di queste munizioni, che si aggiungono ai disagi dell’inquinamento
acustico, elettromagnetico e idrogeologico (carburanti nelle falde), di chi
vive in prossimità della base.
Negli ultimi anni si è parlato anche della possibile presenza di ordigni
nucleari. Ammesso e concesso che questi ordigni non ci siano, o siano
solamente "transitati" per un breve periodo nella suddetta base - ordigni
che comunque, per evidenti ragioni di funzionalità militare necessitano di
standard di prevenzione e sicurezza e di particolari procedure di
armamento - le munizioni ad uranio impoverito, dal punto di vista pratico e
quotidiano e dell’uso ormai "ordinario" fatto dai paesi della NATO in
operazioni di guerra e in esercitazioni, sono pericolosissime. Ricordiamo
che questo tipo di munizioni è ottenuto da scorie nucleari, quindi sono
incompatibili con leggi e convenzioni internazionali e rappresentano un
crimine contro l’umanità.
Qualcuno, come sempre, ci accuserà di essere i soliti "estremisti
allarmisti", ma chi è abituato a non farsi condizionare dalla
dis-informazione degli strateghi della guerra imperialista, potrà verificare
che esiste un’ampia documentazione di ricerca e denuncia da parte della
comunità scientifica e degli stessi scienziati e tecnici che lavorano per il
Pentagono. Inoltre sono sorte diverse associazioni di veterani della guerra
del Golfo (1991), che da anni denunciano gli effetti devastanti di questa
nuova arma dell’imperialismo che ha portato a 10.000 i decessi e 90.000 gli
ammalati/invalidi permanenti fra i soli militari USA. A questi vanno
aggiunti: canadesi,inglesi, francesi e successivamente italiani e spagnoli
per le missioni in Yugoslavia e in Somalia.
In una logica di guerra di sterminio e vendetta infinita i paesi membri
della NATO, Stati Uniti in testa, hanno utilizzato questa nuova arma di
distruzione di massa sulle carni del popolo iracheno, poi in Somalia,
Bosnia, Yugoslavia, Afghanistan .
Questi missili e proiettili ad uranio impoverito perché sono da considerarsi
"armi di distruzione di massa"?
Perché per i macellai imperialisti hanno il "pregio" di seminare morte
immediata e, fra la popolazione presa a bersaglio, morte lenta differita nel
tempo. Per questo gli "strateghi del terrore" la considerano una "medicina
taumaturgica" per i popoli resistenti . Le patologie provocate sono
diverse: tumori di ogni genere (polmoni, cervello, pelle, vescica, stomaco,
seno), leucemia, abbattimento permanente del sistema immunitario, orrende
malformazioni fra i neonati, aborti ecc..
L’uranio impoverito ha un altro effetto letale: contaminare, per milioni di
anni, la terra, l’acqua, l’intero ambiente.
Come avviene la contaminazione delle persone e dell’ambiente?
I primi a farne le spese, paradossalmente, sono proprio i militari, la
"truppa" che opera materialmente, considerati dai loro "datori di lavoro"
"carne da macello", anche se in forma subdola, con dosi massicce di
retorica militarista ammantata dal buonismo della "guerra umanitaria" e
delle "missioni di pace" supportate con gratifiche retributive. Sono già un
centinaio i militari italiani morti per la cosiddetta "sindrome del Golfo" e
alcune centinaia quelli che si sono ammalati o "sospetti ammalati". Tutti
hanno prestato servizio in Bosnia, Kosovo, Somalia, oppure in poligoni di
tiro in Italia contaminandosi al semplice contatto con munizioni ad uranio
impoverito non sparate.
Nel nostro caso i fattori di rischio per la popolazione sono tre:
1) Un F16 cade provocando l’incendio delle munizioni all’U238. In un breve
arco di tempo si crea "aerosol" di uranio di dimensione respirabile. La
colonna di aria calda sprigionata si disperde in micropolveri. Secondo le
ricerche, l’estensione del "fallaut" delle micropolveri di uranio può essere
superiore a 40 Km.!
2) S’incendia il deposito munizioni: sarebbe una catastrofe di proporzioni
immani! Causando lo stesso effetto di cui sopra, moltiplicato per cento.
3) Queste munizioni devono essere provate in esercitazioni nei poligoni di
tiro. Nel caso dei "nostri" F16 si parla di poligoni di tiro in Campania.
Quali le conseguenze sulle popolazioni locali? E sono state informate di
questo? In Sardegna, presso un poligono di tiro per proiettili all’uranio
impoverito, si è riscontrato un sensibile aumento di tumori, leucemie, e
nascite di bambini malformati.
E’ chiaro perché i poteri economici, politici, militari che ricorrono alla
pratica, alla pianificazione, del genocidio attraverso l’uranio impoverito
impongano il silenzio. E deve essere altrettanto chiaro che sono scelte
non peculiari di un governo, ma di sistema: ovvero condivise dal personale
politico a prescindere dal governo in carica.
Anzi se la destra è pagata per fare il suo "mestiere", spesso è molto più
pericolosa la "sinistra", abituata da tempo a nascondersi dietro la
"menzogna etica" della guerra intesa come "missione umanitaria".
Milioni di persone con le bandiere arcobaleno non hanno impedito un altro
massacro. Non sono riuscite a salvare la vita di un solo bambino iracheno.
Il "pacifismo opinionista" ha mostrato tutti i suoi limiti nell’accettare il
terreno della legalità borghese come terreno di confronto con il "partito
della guerra imperialista".
La radicalizzazione di un percorso di massa nell’opposizione alla guerra
economica , sociale, politica e militare è divenuta una necessità oggettiva
non più eludibile. Noi da qui ripartiamo e continuiamo la lotta cominciando
a rompere il silenzio, controinformando, come passaggio imprescindibile per
tutti coloro che sentono il bisogno di opporsi per davvero contro le guerre
di sfruttamento, di dominio di cui l’Occidente e l’Italia si rendono
protagonisti. Chi governa e amministra il territorio e tace su quanto sta
accadendo nella "base della morte", vicina alle nostre case, è anch’esso
complice e si assume la responsabilità politica ed "etica" di questi
processi che altro non sono, lo ribadiamo, che crimini contro l’umanità.
Noi spenderemo tutte le nostre energie e le nostre forze, insieme ai nostri
scarsi mezzi, per opporci senza mediazioni agli F16, all’uranio impoverito,
alla presenza di questa struttura che serve a generare morte e distruzione,
consapevoli che sarà un’importante contributo non di opinione o puramente
"ideologico", per impedire nuove guerre.

RETE REGIONALE ANTICAPITALISTA E ANTIMPERIALISTA
dell’EMILIA ROMAGNA

I Compagni e le Compagne della Rete Regionale sono presenti
a Parma, Modena, Bologna, Ferrara, Cesena, Ravenna, Rimini