Home > Grazie Bertinotti per l’ennesima sberla
Lo sbocco negativo era del resto prevedibile: i referendum sono appuntamenti trasversali per eccellenza. Ciò significa che possono produrre (e hanno infatti prodotto nei primi anni Settanta e nei primi anni Novanta risultati molto apprezzabili per l’avanzamento della società italiana) i loro benefici effetti quando attorno ai valori e agli interessi che ne ispirano le proposte sia stata costruita una vasta alleanza di forze sociali, culturali, politiche. Affrontare una consultazione referendaria senza aver compiuto prima un lungo lavoro di pedagogia sociale e aver saggiato se i quesiti proposti siano condivisi da un arco trasversale di forze; affidarsi all’esito del "sì", del "no", dell’astensione con lo stesso spirito avventuroso con il quale si entra nella sala da gioco di una bisca e si giocano le proprie fiches su un numero en plein della roulette con 35 ipotesi negative contro una; ebbene, questo è un approccio infantile alla realtà e al funzionamento dell’istituto referendario. Oppure, da parte dei suoi promotori, un approccio non sempre (anzi quasi mai) edificante che nasconde altri scopi.
Nella fattispecie (personalmente lo scrissi un paio di mesi fa) nasconde l’obiettivo di regolare i conti nella sinistra radicale, sia quella politica che quella del sindacato. Inutile far nomi, visto che sono sulla bocca di tutti; ma è certo che un bersaglio così ristretto non può motivare l’ampio arco di alleanze che sono la premessa necessaria per vincere una consultazione referendaria spazzando via i valori e gli interessi antagonistici che vi si oppongono. Così avvenne per il divorzio e l’aborto; così per la riforma del sistema elettorale, così per l’abolizione della scala mobile. Ma così probabilmente non avverrà per il referendum sull’articolo 18. Penso che il centrosinistra e anche la vasta categoria dei lavoratori dipendenti abbiano poco da perdere e parecchio da guadagnare dal mancato raggiungimento del quorum referendario. [...]
Eugenio Scalfari