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I Disobbedienti: "Bloccheremo il vertice della Ue"
Publie le sabato 27 settembre 2003 par Open-PublishingIl 4 ottobre a Roma un corteo contesterà la riunione dei capi
di Stato e di governo dell’Europa, previsti anche blocchi stradali
I Disobbedienti lanciano la sfida
"Bloccheremo il vertice della Ue"
In piazza, ma nel centro della Capitale, anche i sindacati europei
Perquisita la casa di Francesco Caruso ed altri sette attivisti
di ANDREA DI NICOLA
ROMA - "Al prefetto Serra diciamo: il Forum sociale di Firenze era un’altra cosa, era un appuntamento nostro, il 4 ottobre a Roma invece cercheremo di bloccare un vertice illegittimo. Sarà una giornata di ribellione". Tradotto: blocchi stradali, azioni di disturbo, avvicinamento "il più possibile" alla sede della Conferenza intergovernativa, mentre il giorno prima alla Sapienza si terrà un’assemblea generale a cui parteciperà anche il presidente dei sindacati europei. Inizia così la marcia di avvicinamento dei Disobbedienti alla giornata del 4 ottobre quando, a Roma, arriveranno i capi di Stato e di governo di 25 Paesi europei per dare il via al processo che dovrebbe portare alla Costituzione europea e diverse migliaia di persone per contestarli.
Una giornata difficile per la capitale che sarà attraversata in centro dal corteo dei sindacati europei e all’Eur, alle 14 dalla stazione Laurentino della Metro fino al palazzo dei Congressi, da quello del movimento. "Per evitare disagi - dice Anubi D’Avossa Lussurgiu, uno dei portavoce del movimento - hanno un’unica strada, abolire un vertice illegittimo".
Il movimento contesta l’Europa che sta per nascere nelle stanze della Convenzione e chiede "un processo costituente dal basso per creare l’Europa "pacifica e disarmata, antiliberista e antirazzista, che difenda i diritti e lo stato sociale, valorizzi la partecipazione e l’ambiente". "La terza Europa" la chiama Luca Casarini, "né quella di Berlusconi, né quella di Prodi. E il 4 ottobre la terza Europa deve entrare nel cuore di quei palazzi. Per loro dobbiamo essere ingovernabili e con la forza non ci governeranno".
Contestano i contenuti della carta proposta dalla Convenzione ma anche Berlusconi. "Questo governo - dice Guido Lutrario dei Disobbedienti romani - non può pensare di costruire l’Europa, è illegittimo il vertice ed anche il governo Berlusconi che deve andare a casa. In uno slogan si potrebbe dire L’Europa siamo noi, fuori Berlusconi dall’Europa". E D’Avossa rilancia: "Non accettiamo che Berlusconi prenda decisioni politiche sul nostro futuro. Noi disobbediremo".
Il prefetto di Roma Achille Serra, che ha convocato il movimento per il 30 settembre, tiene bassa la tensione e prova a mettere in atto la tattica di Firenze: dialogo e aperture, annuncia che non ci saranno zone rosse ma a Roma la questione sarà diversa. I Disobbedienti, accusati sui siti alternativi di essere "la polizia di movimento", forzano i toni. E intanto denunciano la perquisizione subita da Francesco Caruso e altri sette loro compagni su mandato della procura di Rovereto con annessa denuncia per furto aggravato e danneggiamenti a proposito di una paletta sottratta a Riva del Garda. "Se pensano di intimidirci su Roma si sbagliano di grosso", dicono i Disobbedienti.
Francesco Raparelli, degli studenti della Sapienza, spiega: "Non sarà una manifestazione di testimonianza ma di disturbo attivo. Per questo la mattina metteremo in atto blocchi stradali, nel pomeriggio azioni di conflitto". Probabilmente una pressione sulle forze dell’ordine disposte a difesa del vertice.
Momento pericoloso, quindi, quello del confronto diretto anche perché può degenerare in scontri. "Metteremo in gioco i nostri corpi per sottrarre spazi ai poteri illegittimi. Dicono che non ci saranno recinzioni di certo non le accetteremo, così come non accetteremo attacchi dalle forze dell’ordine, in quel caso ci sarà una resistenza".
E, a chi evoca la possibilità di scontri, D’Avossa risponde: "Sugli scontri la domanda va fatta a chi arriverà in piazza carico delle contestazioni dei magistrati genovesi. Chiedete a loro, ai poliziotti".