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I facchini Granarolo in corteo Il presidente: «Giro con la scorta»

par info (A)

Publie le lunedì 3 febbraio 2014 par info (A) - Open-Publishing

A Bologna oggi il corteo dei facchini della Granarolo che da mesi sono in lotta contro l’azienda dopo che alcuni lavoratori sono stati licenziati da una ditta in subappalto.

«Sarà una manifestazione di carattere nazionale», ha assicurato ieri Simone Carpigiani dei SiCobas. Ma a sostenere i lavoratori sono anche gli altri sindacati di base e i centri sociali.

Ieri il presidente di Granarolo e Legacoop Gianpiero Calzolari si è detto preoccupatissimo per la situazione, e ha riferito di essere costretto a girare «con la scorta», preoccupato «per la mia incolumità personale».

«Giro con la scorta, non mi era mai successo prima in vita mia», sottolinea Calzolarin a Il Sole 24 Ore. E aggiunge: «Stiamo ancora calcolando l’entità dei danni subiti per i blocchi e predisponendo l’azione legale per la richiesta di risarcimento. Di più non dico. Per la prima volta in vita mia, temo per la mia incolumità personale». Il presidente della Granarolo lancia dunque un nuovo allarme e una nuova richiesta di aiuto, dopo la lettera aperta di qualche giorno fa indirizzata alle istituzioni cittadine. «Noi siamo per la pax sociale», spiega ancora Calzolari al Sole 24 Ore. Ma ora, davanti alle reiterate proteste (anche violente) dei facchini, «come azienda non mi assumo impegni verso costoro. Il prefetto, peraltro, non ha che potere di moral suasion». E in ogni caso, ci tiene a precisare il numero uno Granarolo, «nelle ultime settimane davanti ai nostri cancelli non c’erano neppure loro a protestare, bensì Cobas e centri sociali». Intanto, la Cna di Bologna esprime «solidarietà alla Granarolo e al suo presidente Gianpiero Calzolari». L’associazione degli artigiani, si legge in una nota, «auspica che tutte le istituzioni, le forze politiche ed economiche facciano quadrato a difesa di una delle aziende più prestigiose del nostro territorio».

Nei giorni scorsi è arrivato anche il sostegno degli scrittori Wu Ming e Valerio Evangelisti.

«Non avrei mai pensato di dover assistere, nel 2014, a eventi degni degli inizi del ’900. Lavoratori licenziati per avere scioperato contro la riduzione ulteriore di paghe da fame, violenze contro poveri diavoli per spezzarne i picchetti, arresti arbitrari e pestaggi di sindacalisti, false promesse e false accuse da parte delle autorità, campagne stampa menzognere che addebitano le violenze a chi le subisce». Valerio Evangelisti "legge" così la vertenza dei facchini contro la Granarolo.

Ma quello che lo stupisce di più è altro. Più che da quello che capita ai facchini, «la sorpresa viene dall’identità dello sfruttatore: cooperative che mantengono arbitrariamente quella denominazione ormai solo formale, appoggiate dal consenso, dalla complicità attiva o dall’indifferenza di sindacati "ufficiali" di cui il tempo ha ingiallito il colore e deturpato le funzioni. Forze che non si vergognano di tradire clamorosamente la loro stessa storia». E dunque, confida lo scrittore, «io spero che i lavoratori della logistica tengano duro, in nome di quel valore supremo che ispirò proprio quei proletari come loro che fondarono cooperative e sindacati: la dignità. Auguro invece la sconfitta a coloro che l’hanno persa». Quello di Evangelisti è uno dei due contributi a sostegno della lotta che il collettivo Hobo diffonde in una nota in vista della giornata di sabato quando i facchini e le forze che li appoggiano (Cobas e collettivi) sfileranno per la città: l’altro è di Wu Ming 1. Che scrive: «Nella scena finale del film "Lo squalo", una bombola d’ossigeno viene conficcata tra i denti del mostro e fatta esplodere. Del mostro non rimangono che frattaglie, e i nostri eroi nuotano verso casa. Buona nuotata, compagne e compagni».

l’unità - (completo)