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INTERVISTA
Il Manifesto
I pacifisti Usa: cacciate via Bush da Roma
Kerry non è una vera alternativa Forrest Schmidt, coordinatore della
coalizione pacifista Answer che sta organizzando manifestazioni contro la
guerra negli Stati uniti per il 5 giugno: «Il candidato democratico non ci
convince. Ha lo stesso programma del presidente su guerra pensioni e tasse»
MICHELANGELO COCCO
Sappiamo che ci è stata spedita una lettera con cui i pacifisti italiani ci
invitano a Roma per manifestare contro Bush il 4 giugno. Ne siamo
orgogliosi, anche se non so se potremo mandare una delegazione, perché siamo
impegnati a organizzare le manifestazioni che si svolgeranno negli Usa il
giorno successivo». Forrest Schmidt, organizzatore della coalizione
pacifista Answer, ci tiene a mandare a un invito esplicito: «Cacciatelo via.
Bush deve essere cacciato dall’Iraq ma, ancora prima, dall’Italia». Fondata
all’indomani dell’11 settembre 2001, Answer (acronimo di Act now to stop war
& end racism, agisci ora per fermare la guerra e il razzismo) è un consorzio
di organizzazioni pacifiste che riunisce migliaia di aderenti. Con Schmidt
abbiamo provato a fare il punto sul movimento pacifista americano.
Cosa state preparando per il 5 giugno?
Faremo grandi manifestazioni a Washington, Los Angeles e San Francisco per
chiedere il ritiro delle truppe e la fine dell’occupazione in Iraq. In
queste tre città ci saranno grandi cortei; quello principale si svolgerà a
Washington, dove marceremo dalla Casa bianca al Pentagono.
Ma state organizzando anche delle dimostrazioni per le convention dei
democratici e dei repubblicani, rispettivamente il 25 luglio a Boston e il
29 agosto a New York...
Sì, le loro convention per noi sono appuntamenti che non hanno niente a che
fare con la democrazia. Entrambi i partiti sostengono la guerra: Bush la sta
portando avanti materialmente; Kerry continua a promettere che, se verrà
eletto, manderà altre truppe. Riteniamo quindi che sia importante andare a
queste convention per chiedere il ritiro dall’Iraq e l’avvio di programmi
sociali al posto di quelli di guerra.
Quindi per rispedire Bush in Texas Kerry non serve?
Crediamo che Kerry non rappresenti un’alternativa credibile a Bush. Bush
dice: «Continueremo comunque la guerra in Iraq». Kerry risponde: «Anch’io
farò la stessa cosa». Bush annuncia un’ulteriore riduzione delle tasse per i
ricchi e Kerry propone la stessa misura. Bush promette tagli ai programmi
sociali per lavoratori, bambini e anziani e Kerry si muove nella stessa
direzione. Noi abbiamo bisogno che finisca la guerra in Iraq, che le truppe
siano rispedite a casa. Answer crede che questo possa accadere se la gente
scende in strada, in Italia, negli Stati uniti, in Iraq e in tutto il
pianeta.
In Europa la maggior parte dei progressisti vede Kerry come
un’alternativa...
Bisogna ribaltare questa prospettiva. Voglio dire, da quando Bush ha
lanciato queste guerre, prima contro l’Afghanistan e ora contro l’Iraq, il
movimento pacifista è diventato l’alternativa all’Amministrazione Bush. La
Casa bianca è stata limitata nei suoi disegni imperiali proprio dalle
persone che stanno scendendo in strada ovunque: ricorda che
l’Amministrazione ha intimato al mondo intero che «deve imparare la lezione
dell’Iraq». Ha detto che avrebbe invaso l’Iran, la Siria, la Corea del nord,
Cuba...ma niente di tutto ciò è accaduto, perché la gente si è svegliata.
Kerry non ha avuto alcun ruolo in questo processo, non ne fa parte.
Come spiegarsi quel 45% di elettori che sembra disposto a sostenere Bush
comunque?
La responsabilità è in gran parte dei corporate media, la maggior parte dei
quali si percepisce come un agente dell’Amministrazione, riportando come la
verità di dio i comunicati del governo e del Pentagono: è per questo che
stiamo sviluppando i nostri media alternativi. Ora, tuttavia, le immagini
delle torture stanno iniziando a svegliare gli americani.
La Cbs ha mostrato per prima quelle immagini, poi sulle foto è calata una
sorta di censura soft. Puoi spiegarci cosa è successo?
La Cbs si è autocensurata per oltre un mese. Il governo americano un mese fa
ha intimato alla rete di non mostrare quelle fotografie, perché avrebbero
danneggiato la guerra di Bush e loro hanno obbedito; per un mese le hanno
tenute nascoste. Anche la Croce rossa americana e la la Croce rossa
internazionale le hanno tenute segrete per un mese. Sono stati tutti molto
comprensivi per le esigenze dell’Amministrazione, ma la verità non poteva
essere tenuta nascosta per sempre...
E le immagini di Nick Berg che effetto avranno sugli americani?
L’effetto è confusione, delusione, rabbia. Tuttavia, come movimento contro
la guerra è importante che noi diciamo le cose chiaramente: Nick Berg era
andato in Iraq per cercare opportunità di guadagno... perché cercare
opportunità di guadagno lì? I sequestratori avevano offerto al governo
americano uno scambio con prigionieri di Abu Ghraib, ma l’Amministrazione ha
rifiutato. Anche la famiglia Berg si è indignata, accusando il governo di
non aver cercato di recuperare il prigioniero.
Un messaggio per le iniziative di Roma?
Siamo entusiasti della manifestazione che state organizzando contro Bush e
contro il vostro governo che è coinvolto nella guerra all’Iraq. Non solo
solidarizziamo con voi ma prenderemo anche ispirazione da quello che farete.