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I piloti renitenti accusati d’intesa col nemico.

Publie le giovedì 2 ottobre 2003 par Open-Publishing

Articolo tratto da L’Unità (01.10.2003) a firma di Red
http://www.unita.it/index.asp?SEZIONE_COD=HP&TOPIC_TIPO=&TOPIC_ID=29316


Israele, i piloti renitenti accusati d’intesa col nemico. La ribellione cresce: ora i prof

Prima un’élite di piloti dell’esercito, ora i professori. Circa duecento docenti e professori universitari israeliani hanno firmato una petizione a sostegno dei piloti renitenti sospesi dall’aviazione militare perchè hanno pubblicamente contestato la politica degli "omicidi mirati" nei Territori che produce spesso stragi tra i civili e essendo senza processo rappresenta una grave violazione di fondamentali principi di democrazia e diritti umani. Ventisette piloti tra cui un comandante pluridecorato hanno dichiarato la loro obiezione totale rispetto a ordini ritenuti «illegali e immorali»,cioè di prendere parte ad attacchi contro la popolazione civile nella Cisgiordania e nella Striscia di Gaza. «Il permanere dell’occupazione militarte mette in pericolo la sicurezza dello Stato di Israele così come la sua fibra morale», avevano scritto i piloti.

Con motivazioni analoghe ora i 200 prof contestano il governo di Tel Aviv. La petizione, che si rivolge anche agli studenti, appoggia la ribellione della settimana scorsa dei 27 piloti della riserva «che hanno avuto il coraggio di rifiutarsi di partecipare alla repressione e all’uccisione di un’altro popolo». «Noi - dicono i docenti - partecipiano ai loro sentimenti a proposito della perdita di valori morali e pensiamo che non ha senso alimentare il ciclo di violenza invece che lottare contro la vera causa del terrorismo, che è il seguito dell’occupazione dei Territori palestinesi».

L’appello firmato fino dai duecento professori è apparso questa mattiuna sul giornale Yédiot Aharonot.
I giornali israeliani dicono per altro che uno dei 27 piloti ha ritrattato le sue dichiarazioni dopo essere stato sospeso dell’aviazione. Mentre la commissione di Difesa reclama ora di perseguirli per «intesa con il nemico in tempo di guerra».
L’iniziativa dei piloti però sembra aver smosso l’opinione pubblica in Israele. Un gruppo pacifista, l’associazione«Yesh Gvoul», ieri ha presentato ricorso alla Corte suprema israeliana perchè svolga un’inchiesta per determinare se il bombardamento del luglio dell’ nno scorso su Gaza motivato per la "liquidazione" di un capo di Hamas possa essere definito «crimine di guerra». Durante quell’azione morirono 16 persone tra cui nove bambini.

«I fatti sono indiscutibili, resta di sapere le responsabilità» dice Ram Rahal, rappresentante di «Yesh Gvoul», che è un gruppo storico del pacifismo israeliano nato vent’anni fa tra i riservisti che si rifiutarono di partecipare all’invasione del Libano. I firmatari della denuncia tra cui scrittori come Sami Michael, Amos Keinan et Sameh Yizhar, fanno notare la dichiarazione con cui il comandante dell’aviazione Dan Haloutz si felicitò con i piloti per la «riuscita dell’operazione». L’associazione «Yesh Gvoul» lascia intendere che presenterà anche ricorso alla Corte internazionale di giustizia se non otterrà risposta dall’Alta Corte israeliana.