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IL GERME ITALICO DELL’ IPOCRISIA

par Adalberto de’ Bartolomeis

Publie le martedì 24 aprile 2012 par Adalberto de’ Bartolomeis - Open-Publishing

Questo strano Paese lo è per le sue contraddizioni che lo annodano ad un popolo, che di unito ha solo la sua geografia politica, perchè quella amministrativa non lo è mai stata!
I Savoia decisero un giorno, con la complicità del generale in giubba rossa, G. Garibaldi, di fare un accordo: unire i meridionali ai settentrionali a suon di cannonnate, ammazzamenti vari, usurpazioni e, forse, piccoli genocidi sporadici, un po’ di qua ed un po’ di là. Il 1970 segnò un limite temporale che piegò il papa re ed il suo Stato al nuovo vessillo unitario, per meriti o più demeriti di un esercito, unico, riunito.
E lì cominciarono i dilemmi di una politica fortemente piemontese, quindi rigida, autoritaria, di rigore, soprattutto nelle nuove imposizioni di tasse, a tutti. L’anticipazione "montiana" della pressione fiscale finì per impoverire non solo il sud, depredato dell’ industria per trasferirla al nord, ma anche lo stesso nord che, nonostante si attrezzasse per competere con gli stati centrali d’ Europa, sul piano tecnologico innovativo, di fatto, spostò molti italiani in altri Paesi lontani, per necessità di sopravvivenza. Tuttavia i governi dichiararono sempre che la crescita dell’ economia era ormai un dato certo. Tra malumori, impulsi anarcoidi, semi rivoluzionari, suggestioni nazionalistiche, l’ Italia fronteggiò, male, due guerre mondiali. Nella prima uscì "vincitrice" per il rotto della cuffia, mentre nella seconda fu solo conseguenza disastrosa di un regime che, in corso d’opera, perse completamente la trebisonda! E venne la tanto sospirata democrazia. Non si sa se per inganno o meno, nel 1946, comunque, tutti gli italiani, uomini e donne votarono. Il suffragio divenne universale e la sovranità fu conclamata al popolo che potè, da quell’anno, decidere l’orientamento del suo evolvere sociale. In parte sì, in molta altra parte no! La Costituzione conferisce un dettame rigido e molto articolato, ma sulle vie di fatto, la repubblica italiana attò dei veri e propri principi autarchici: chi governa e chi fa opposizione è sì sostenuto dal popolo, ma delega ai capi partito di decidere se essi stessi devono restare in politica vita natural durante, insieme ad alcuni "scherani". Il film è lungo e gli antagonismi tra i cosiddetti partiti dell’arco costituzionale si manifestarono da subito, spedito in esilio il figlio del Re inglorioso. L’ espressione dialettica di saper fare politica era dettata dai "soloni" del sapere doroteo, di cui nessuno, dalla strada provò a mettere in discussione, salvo quando, purtroppo, si materializzarono come ectoplasma gli eversori dello Stato. Anni di strazi e di tragedie consegnarono alla storia di questa Nazione parecchi morti per niente, perchè la violenza non appaga mai nessun merito nella civiltà degli umani!
Eppure c’è oggi gente che si smarca totalmente da quelle militanze, esponendosi alla conoscenza della collettività attraverso ruoli anche importanti! Così va la vita e così cancella e perdona, ma non tutti...!!! Solo in Italia è così.
Nel frattempo la politica assume sempre più le sembianze più infabulatorie che ideologiche e filosofiche, perde, insomma, la sua primordiale connotazione teoretica, da cui si dipanarono pure tante rivoluzioni sociali. Volgendo sempre più verso le competizioni innovative e di crescita economica, la politica italiana visse una completa interazione di adattamento alle trasformazioni sociali, come il crollo di vecchi regimi, l’abbattimento di muri ideologici e una parvenza di democratizzazione uniforme. Con finzione prima e scarsa conoscenza dopo le vecchie ideologie cedettero il posto alle debolezze materiali, individuali. Perse, insomma, la connotazione di leader carismatico contrapposto. Perse talmente tanto che si ridusse ad uno schieramento che da un’osservazione esterna sembrerebbe quasi omogeneo, identitario in un unico "plasma", tanto mi risulta vedere, ogni giorno, negli attuali soggetti politici che ci rappresentano, un po’ dovunque. E allora, di colpo, un capo dello Stato che fa: si dimentica che anche lui fece parte dell’elaborazione degli atti costituzionali che promulgarono la carta rigida della nostra Costituzione e, spegnendo la luce, con un bell’ ...omissis... ecco che consegna al Parlamento la formazione di un nuovo governo, non scelto dal popolo, questa volta. Niente rimpasti, niente ribaltoni, niente di tutto ciò. Chiuso, punto. I politici del momento sono messi all’angolo, non possono più parlare, solo votare e sostenere, spintaneamente, un governo di professori, banchieri, dirigenti di grandi società, scienziati, insomma. Questa squadra, scaraventando giù nel burrone il predecessore di dilemmi, anche tragici di non scelte ovviamente, con un atteggiamento, tipico della persona professorale, dottorale, eccetera, hanno pensato di annunciarsi al popolo dicendogli che loro sarebbero stati i salvifichi, i "messia", i curatori di un malato cronico, terminale, che è l’ Italia. Hanno subito incominciato a denigrare la povera Grecia e lo continuano a fare. Io, se fossi Papadopulos verrei in Italia e me lo farei ripetere da questi personaggi, "de visu", se hanno il coraggio di farlo, ma non lo hanno! Piemontesi nei modi e per condizionamento di provenienza geografica altro non stanno facendo che emulare il Rattazzi ed il Minghetti, con un inasprimento fiscale inaudito, alimentando, così, tensione sociale, odio di classe e chissà cosa ancora...! Invece di guardare alla vicina Francia, da cui potrebbero, forse, imparare qualcosa, no, si genuflettono agli eurobond tedeschi, alla BCE, a Sarkozy e "Mercozy", andando a spiatellare in giro che è l’ora di finirla con le stagnazioni di vecchie abitudini lavorative! La pensione va cambiata ancora in corso d’opera, per cui i limiti di età si spostano più avanti, chi aveva maturato il diritto ad uscire con le finestre, ora si trova con il culo per terra perchè un ministro piemontese ha deciso di porre lo spartiacque dal 2011 al 2012, per cui chi è andato a casa il primo gennaio del 2012 ha annoverato questo famoso numero di, bruttissima parola, esodati! Non parliamo, poi, della riforma del lavoro: una sorta di mistura ad incastro di provvedimenti insignificanti. Mah... Quanto alla riduzione della spesa pubblica nemmeno se ne parla, ma intanto gli italiani e comunque residenti stranieri in Italia dovranno cacciare fuori soldi per tasse, balzelli, aumento delle accise sulla benzina, aumento dell’ Iva e, a fine anno non vado tanto lontano a pensare che finalmente questo popolo, forse, conoscerà quello che i francesi fecero due secoli fa, però!