Home > Il cuore rosso dell’India
Mi sono trovato con Mohan Mani, direttore di NTUI, la più grande Unione Sindacale indipendente dell’India, in mezzo ad una folla straboccante, fonte di suoni assordanti con centinaia di tamburi e canti pieni di parole d’ordine. La fisionomia placida e serena di Mohan ricorda tanto i saddu, gli uomini santi dell’India che hanno raggiunto l’illuminazione. Tranquillo e sempre sorridente, nonostante gli impegni per organizzare le attività del New Trade Union Iniziative, si accumulino una dietro l’altra. Ogni tanto alterna i suoi sorrisi con quella sorta di dondolio della testa che gli indiani fanno quando sono concentrati in una conversazione e prendono tempo per pensare.
Gli occhi del Forum...
A: - Mohan, mi puoi dire dove sei nato e raccontarmi quello che fai nella New Trade Union Initiative?
M: - Sono nato a Kampul nel Nord dell’India. Sto lavorando con la NTUI da 15 anni. La mia formazione professionale è come manager, ma ho cambiato nel 1989 quando mi sono messo dentro la NTUI per far capire e intendere ai lavoratori la gestione del loro lavoro.
A: - Puoi raccontare un po’ della storia della NTUI?
M: - Con piacere. La New Trade Union Initiative ha nel proprio nome, appunto, la parola "nuova" ed è nata nelle organizzazioni indipendenti di lavoratori attraverso il Paese, vicino a Bombay e fino a Bangalore, un po’ allo stesso tempo dappertutto. La globalizzazione e la spinta della politica neo liberale praticata da alcune unioni sindacali hanno spinto i lavoratori a unirsi per provare qualcosa di diverso, di nuovo. Questa è la radice della NTUI, che cerca di aiutare il popolo del lavoro a prendere il destino nelle proprie mani. Ci sono state delle assemblee nel Nord e nel Sud del Paese con la partecipazione di più di 200 sindacati, che hanno espresso il desiderio di unificarsi.
A: - Qual è l’importanza delle Cooperative in questa grande Unione?
M: - Per rispondere a questa domanda c’è bisogno di tornare indietro nella storia. Già nell’inizio della NTUI abbiamo avuto importanti associati, come la Kamani Tubes Experience, che, dal 1989, a causa delle difficoltà provocate da una amministrazione incompetente da parte dei padroni, è stata trasformata dai lavoratori in Cooperativa. Questa storia è un modello ripetuto in diversi casi: la trasformazione di molte aziende in Cooperative è dovuta a problemi gestionali, ma anche a problemi creati nell’ambito del mercato. In India stiamo vivendo un momento nel quale l’organizzazione Cooperativa offre un’alternativa concreta alla prepotenza neo liberale e ci aiuta perfino quando c’è bisogno di negoziare con i padroni. Possiamo sempre dire: trasformiamoci in Cooperativa ed è finita. In questi ultimi 10 anni abbiamo discusso molto sulla Cooperazione come forma di incrementare la democrazia del lavoro nel mondo. È diritto dei lavoratori perseguire migliori forme di lavoro e gestire il proprio lavoro ovunque.
A: - Alcuni intellettuali italiani dicono che il Forum è soltanto una sorta di grande fiera delle proteste, ma non genera benefici concreti per nessuno. Come valuti i risultati della partecipazione della NTUI in questo IV FSM?
M: - Nella mia opinione abbiamo ottenuto grandi risultati tramite la nostra partecipazione al FSM. Non solo le attività organizzate dalla NTUI ma anche la partecipazione dei lavoratori sono un motivo di grande soddisfazione per noi. Loro hanno potuto ascoltare e scambiarsi esperienze con persone venute da posti molto lontani, le cui esperienze concrete e metodi utilizzati in altri contesti possono diventare fondamentali per le loro vite. E’ stato un momento di apprendistato per tutti, credo. Per esempio, la presenza della Cooperativa Itaca, venuta dall’Italia, in un nostro workshop insieme al Professor Thomas Isaacs, della Cornell University negli USA, hanno messo insieme l’analisi scientifica dei problemi di due delle più grandi Cooperative a noi associate e le possibili strategie per risolverli. Tenga presente, Alberto, che la Dinesh Beedi, una di queste Cooperative della regione di Kerala, possiede un complessivo di 40.000 lavoratori. Fare un tentativo per salvare questi posti di lavoro non è una protesta, è pura azione per cambiare le cose e prendere il destino nelle proprie mani. Il Forum va avanti anche con gente che parla male. Credo siano un po’ disorientati questi intellettuali.
Cooperativa Itaca