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Il signore che rubo’ una televisione, anzi due.

Publie le martedì 10 giugno 2003 par Open-Publishing

Berlusconi nel 1985 aveva solo una rete di televisioni
locali che
trasmettevano non contemporaneamente gli stessi
programmi. Era una furbata
che permetteva di violare la legge, visto che allora
era vietato a soggetti
privati di possedere televisioni nazionali. Ma
Berlusconi si mette d’accordo
con Craxi che gli fa un decreto legge apposta.
E fin qui, lo sapevamo già...
Cosi’ Berlusconi ha finalmente tre televisioni
nazionali vere. Ma molti
storcono il naso perche’, essendo possibili solo 11
reti nazionali, e’un po’
anomalo che un solo imprenditore se ne prenda tre. Non
siamo nel Far West
che il primo che arriva si prende tutto...

Nel 1994 la Corte Costituzionale con la sentenza 420,
stabiliva in
difesa del pluralismo, che un unico soggetto privato
non potesse detenere
tre reti nazionali, concedendo un periodo di
transizione e rimettendo il
problema al legislatore per una soluzione definitiva
entro e non oltre
l’agosto1996.
Arriva il 1996, scade nell’indifferenza generale la
decisione
della Corte Costituzionale e Berlusconi continua ad
avere tre tv.
Nel 1997 la legge Maccanico stabiliva che un soggetto
non potesse detenere
piu’ di due reti, e che, finche’ non ci fosse stato un
"congruo sviluppo"
via satellite e cavo, Rete4 avrebbe potuto continuare
a trasmettere via
etere, quest’ultima decisione in palese contrasto con
le decisioni della
Corte Costituzionale che aveva deciso per un termine
definitivo entro
l’agosto 1996.

D’Alema, una volta diventato capo del governo, decide
di risolvere la
questione e indice una gara per l’assegnazione delle
concessioni delle reti
nazionali. La commissione nominata dal Ministero e’
presieduta da un
avvocato di Mediaset. Berlusconi si aspetta che
finalmente possa detenere
legittimamente, con un regolare mandato dello Stato,
le sue tre reti e
relative frequenze.
Nel luglio 1999 si svolge questa gara d’appalto, per
partecipare si
richiedono requisiti spaventosi e sembra chiaro che
nessuno riuscira’ a
scombinare i giochi.
Invece, colpo di scena.
Arriva un tipo con uno scatolone enorme pieno di
documenti e dice: "Buon
giorno sono Francesco Di Stefano di Europa 7, vorrei
due reti nazionali,
grazie." Panico! E chi e’ questo? E’ pazzo? No, non e’
pazzo, e’ il loro
peggior incubo. Iniziano a mettergli i bastoni tra le
ruote:
"Le manca il certificato 3457!"
"No e’ qui!"
"Il modulo 13 bis compilato in 8 lingue?"
"Ne ho due, bastano?"
Ma poi trovano la furbata: "Il bando di gara richiede
di avere 12 miliardi di
capitale versato per rete, lei ne ha solo 12, puo’
chiedere una sola tv."
"Balle!" Risponde il signor Di Stefano, "dodici
miliardi sono per concorrere
non per ognuna delle due frequenze".
Ricorre al Tar e poi al Consiglio di Stato e vince.
Insomma alla fine gli
devono dare una concessione per una rete nazionale e
presto anche una
seconda perche’ ne ha diritto e a Berlusconi ne
tolgono una, non che la
debba chiudere, deve traslocarla sul satellite che
ormai e’ ricevuto da 18
milioni di italiani.

Ma a questo Di Stefano non gli vogliono dare proprio
niente. Evidentemente
lui deve essere uno che da piccolo lo allenavano ad
abbattere i muri con la
cerbottana perche’ avvia na serie di procedimenti
giudiziari spaventosa.
Ingiunzioni, diffide, cause penali, civili,
regionali,Commissione Europea. E
vince tutti i ricorsi, tutti gli appelli, tutte le
perizie.

E alla fine arriva alla Corte Costituzionale che nel
novembre 2002, sentenza
numero 466-2002, ha stabilito inequivocabilmente che:
 Retequattro, dal 1
Gennaio 2004 dovra’ emigrare sul satellite - le
frequenze resesi disponibili
dovranno essere assegnate a Di Stefano!
L’avete sentito dire al telegiornale?
Abbiamo chiesto a Di Stefano come si sentisse in
questa storia e ci ha
risposto con un lieve sorriso: "Nonostante siano
trascorsi ben nove anni
dalla decisione della Corte Costituzionale, Mediaset
continua a detenere e
utilizzare appieno tre reti nazionali su un totale di
sette concessioni
assegnate sulle undici assegnabili (comprese quelle
Rai).

"Il fatto che un soggetto, a cui e’ stata data una
concessione (in
concessione si da’ un bene pubblico, in questo caso le
frequenze), non
riceva poi materialmente il bene e’ un avvenimento che
non ha precedenti al
mondo.
Nel luglio 1999 Centro Europa 7 aveva fatto richiesta
di due
concessioni, una (Europa 7) l’ha ottenuta, per l’altra
(7 Plus) c’e’ stato
un diniego, in quanto non ritenuta idonea per la
mancanza del requisito del
capitale sociale. Una sentenza del Consiglio di Stato
ha riconosciuto
esistente il requisito del capitale sociale, per cui
siamo in attesa di una
seconda concessione, anche se il Ministro Gasparri
prende tempo.

"Nel frattempo Centro Europa 7 per iniziare le
trasmissioni, si
e’ dotata di una struttura di oltre 20.000 mq, di otto
grandi studi di
registrazione per le proprie eventuali produzioni, di
una library di oltre
3000 ore di programmi e di tutto cio’ che e’
necessario per una rete
televisiva nazionale con 700 dipendenti. Questa
preparazione e’ stata
necessaria poiche’ la legge stabilisce che, entro sei
mesi dall’ottenimento
della concessione, la neo-emittente ha l’obbligo di
iniziare le
trasmissioni.
Attualmente Centro Europa 7 e’ una societa’
praticamente
ferma, non ha alcun introito, poiche’ non e’ stata
messa in condizione di
operare, ma ha avuto, e continua ad avere, pesanti
oneri per la gestione
della struttura, l’adeguamento della library,
l’adeguamento tecnologico, le
ingenti spese legali, i costi dei dipendenti..."

Ma ora altro colpo di scena: Gasparri si sta muovendo
per salvare Rete4. Il
D.D.L. Gasparri, art. 20 comma 5 e art. 23 comma 1,
realizza in pratica un
condono, riconoscendo il diritto di trasmettere a
"soggetti privi di titolo"
che occupano frequenze in virtu’ di provvedimenti
temporanei, discriminando
cosi’ le imprese come Europa 7 che hanno legittima
concessione, il tutto
sempre al fine di salvaguardare Retequattro. Infatti,
quest’ultima potra’
continuare a trasmettere, in barba alla sentenza del
’94 e del 2002 della
Corte Costituzionale e della legge 249/97, pur non
avendo ormai da quasi
quattro anni la concessione, mentre Europa 7 non
potra’ mai trasmettere,
dimenticando che nel luglio 1999 c’e’ stata una
regolare gara dello Stato
per assegnare le concessioni, gara persa da
Retequattro e vinta da Europa 7.

Si realizza quindi un ennesimo gravissimo
stravolgimento del diritto. In
pratica, chi ha perso la gara (Retequattro) puo’
continuare tranquillamente
a trasmettere, e chi l’ha vinta (Europa 7), perde
definitivamente tale
diritto. Non vi sembra straordinario? Travolti da un
miracoloso afflato
civico i deputati del Polo bocciano alla Camera dei
Deputati il decreto
Gasparri proprio laddove vuol tagliare la gola a
Europa 7. E’ chiaro che le
urla di Berlusconi di questi giorni sono anche per
ricompattare i suoi, che
se lo mollano adesso...

Ora bisogna vedere cosa fa il Senato... e poi la legge
deve tornare alla
Camera... E poi bisogna vedere se Ciampi la firma una
legge del genere.
Saremmo all’oltraggio definitivo del concetto stesso
di stato di diritto. Un
conto e’ fare una legge per non finire in galera, un
conto e’ fare una legge
per prendersi qualche cosa che appartiene a un altro.
Si comincia cosi’ e
poi si pretende il Jus Primae Noctis.

Quindi, cara cittadina, caro cittadino, sappi che in
questo momento si sta
giocando una partita incredibile. Se questa legge
passa quel che e’ tuo e’
suo. Vedi tu se riesci a far girare questa mail.
Che secondo me anche solo se si sa in internet un po’
li rende nervosi...
Che poi casomai gli viene di fare un altro passo
falso...
Che internet non conta niente in borsa ma siamo
comunque una decina di milioni...

Dario Fo & Franca Rame