Home > Il suicidio di Bruno e le cartelle di Equitalia

Il suicidio di Bruno e le cartelle di Equitalia

par comiromanord

Publie le lunedì 4 giugno 2012 par comiromanord - Open-Publishing
14 commenti

Bruno aveva 53 anni e faceva il macellaio a Canale Monterano, un piccolo comune a nord di Roma situato sulla via Braccianese, 40 km dal GRA. A Bruno era stata riconosciuta anche un’invalidità al 100% a causa di alcuni interventi chirurgici al cuore. La propria salute compromessa, il mutuo da pagare, la moglie malata... erano già un fardello pesante da sostenere che riempiva di angoscia la propria esistenza. Ma si dice che, a volte, al peggio non c’è mai fine. Infatti a questi suoi dispiaceri si era aggiunta implacabile una cartella fiscale di Equitalia per una cifra di 14mila euro.

Canale, un comune tranquillo e vivibile, meta turistica per i suoi reperti archeologici e per i suoi paesaggi naturalistici, non viveva da tempi remoti il suicidio di un proprio cittadino che ha scelto di togliersi la vita impiccandosi nel suo garage.

Si potrebbe dire che Equitalia non c’entra nulla con questo e con altri suicidi, anche se un avvocato ha lasciato l’incarico per i troppi suicidi, e che bene ha fatto Monti, dopo gli attentati alle sedi di Equitalia, a supportare con la sua visita ufficiale la società di riscossione.

Ma noi riteniamo che il Presidente del Consiglio debba almeno visitare anche le famiglie "violentate" dalle cartelle, magari a campione, per accertarsi quanto l’attuale metodo delle esazioni coatte sia spesso irrazionale e selvaggio e possa costituire un vero e proprio attentato alla dignità e ai diritti costituzionali delle persone.

Vogliamo suggerire al Presidente Monti, così come ha fatto giustamente con Equitalia spa vittima di attentati, di recarsi a far visita alla vedova di Bruno e ad altri due cittadini "vittime" di Equitalia, residenti nella stessa area geografica di Bruno e che meritano di essere annoverati nella storia della burocrazia perversa del nostro paese.

A Campagnano di Roma abita Pino, un cittadino con invalidità riconosciuta, padre di 3 figli. Egli non aveva pagato negli anni scorsi la nettezza urbana. Sarà stata una semplice dimenticanza oppure c’era e c’è una sua difficoltà economica, visto il mutuo da pagare, la precarietà lavorativa della moglie, i figli da mantenere. Si tratta quindi di un debito di qualche centinaio di euro quale tassa non pagata per l’immondizia. Ecco che a Pino qualche tempo fa arriva implacabile la cartella Gerit Equitalia dalla sede di Bracciano. Ma l’Ente di riscossione non si limita ad un pignoramento o ad un’ipoteca, si spinge oltre. Quando Pino, a seguito di smarrimento del certificato di proprietà della sua autovettura, chiede un duplicato si accorge che è stato imposto un fermo amministrativo alla sua autovettura. Quindi per lui, che è invalido e che ha una grossa difficoltà a deambulare e accompagnare a piedi i propri figli a scuola, questo fermo è una scoperta terribile e allucinante. Non poter usare la vettura per il lavoro e per la famiglia è la pena massima che potevano applicargli per non aver pagato alcune bollette della nettezza urbana.
C’è da chiedersi, Presidente Monti, se questa vessazione esattoriale, che si spinge oltre il blocco della vendita di un bene e condiziona la vita quotidiana di una persona, che ne mortifica la dignità, che ne soffoca la libertà di movimento, abbia un suo collegamento con la civiltà di questo paese e con la sua Carta Costituzionale o non sia ancora più vile degli attentati alle serrande di Equitalia.

Ma vorremmo, onorevole Monti, rappresentarLe anche un altro caso paradossale: la storia di Laura che nel 92 vende la sua casa di Manziana e si trasferisce a Roma. Sei sette anni dopo a Laura iniziano ad arrivare, ogni anno, strane cartelle Gerit Equitalia che non recano la motivazione del tributo ma solo l’Ente impositore: "Consorzio Bonifica Tevere e Agro Romano". Laura scrive alla Commissione tributaria pensando ad una tassa ingiusta sulla casa di Roma perchè gli utenti Acea già pagano nella bolletta il tributo. Solo dopo aver scritto al difensore civico regionale e provinciale, al Presidente della Repubblica, ai giornali, Laura viene a sapere che le cartelle pervenute da Equitalia spa relative ad un arco di tempo fiscale che va dagli anni 1998 al 2010 riguardano una casa che non possiede più dal 1992.

Laura intorno al 2004 manda via fax al Consorzio Bonifica Tevere e Agro Romano l’atto notarile con la quale dimostra di non essere più proprietaria dal 1992 di quella casa di Manziana, riscrive altre lettere ai giornali, esegue le procedure online per fare ricorso. Ma la risposta di Equitalia spa è... LEGGI TUTTO su: http://www.ciardullidomenico.it/ARTICOLI/equitalia.htm

Portfolio

Messaggi