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Al direttivo nazionale passa un documento pro-referendum
Filcea: «Impegnarsi per il Sì»
Continuano i pronunciamenti non proprio in linea sul referendum da
parte dei
vari organismi della Cgil. Pochi giorni fa il voto a favore di un
impegno
diretto per il "Sì" venuto fuori dall’attivo dei delegati della Cgil di
Piacenza, l’altro ieri il documento, assunto dalla presidenza, sempre
nella
stessa direzione presentato nel corso del Direttivo nazionale della
Filcea
(i chimici).
«Nei prossimi mesi, gli elettori italiani - è scritto nel testo del
documento - saranno chiamati a decidere con il voto se le tutele contro
i
licenziamenti senza giusta causa o giustificato motivo (che oggi la
legge
riconosce solo alle aziende numericamente al di sopra di 15 dipendenti)
siano estese a tutti i lavoratori che oggi ne sono esclusi». «Fermo
restando
le differenze di valutazione di metodo - continua - nel merito
proponiamo
alla Cgil che definisca quanto prima le leggi per l’estensione dei
diritti a
tutti i lavoratori dipendenti (atipici, co. co. co eccetera). Che non
hanno
tutele e ne sono esclusi». «Accertata però l’impossibilità - conclude -
di
pervenire in tempi utili ad una soluzione legislativa coerente con
quanto
dichiarato sopra l’organizzazione metta in campo tutte le iniziative
necessarie affinché si predisponga a indicare il "sì" al quesito
referendario».
Ieri, sull’articolo 18, e sulle posizioni della Cgil, è tornato il
segretario del Prc Fausto Bertinotti. La linea proposta dalla Cgil per
estendere i diritti previsti dall’articolo 18 anche alle aziende con
meno di
15 dipendenti «sarebbe ottima se potesse trasformarsi in una proposta
di
legge», dice Bertinotti. «Ma dubito che la maggioranza, Berlusconi e
una
parte del centrosinistra potrebbero votarla». E ier con le
dichiarazioni di
Sacconio è arrivata la conferma. Per il segretario del Prc «il
referendum
resta la prima possibilità per invertire una tendenza che da 20 anni a
questa parte vuol comprimere i diritti dei lavoratori».