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Incidenti a Riva, indagati Caruso e Casarini

Publie le mercoledì 1 ottobre 2003 par Open-Publishing

Sotto inchiesta nove disobbedienti per l’assalto alla Esso e alle auto della polizia
IL VERTICE DEI MINISTRI

TRENTO. Francesco Caruso, il leader disobbediente campano, lo hanno buttato giù dal letto alle sei del mattino. Indagato per danneggiamento e furto di una paletta della polizia in quel di Riva del Garda. Dieci agenti Digos - «in perfetto stile cileno», secondo l’inquisito - gli hanno perquisito l’abitazione che divide con i genitori. Non hanno trovato ciò che cercavano: «Per fortuna non si sono portati via il computer».
Caruso è in buona compagnia. Oltre a lui altri sette disobbedienti sono stati perquisiti ieri mattina, su ordine del pm Marco Gallina, il magistrato di Rovereto che indaga sugli incidenti accaduti a Riva del Garda durante il vertice dei ministri degli Esteri.

Per tutti l’accusa è di danneggiamento. Perquisita l’abitazione (senza che ciò ha comportato l’iscrizione nel registro degli indagati) di una nona persona, F.P. 29 anni, l’operatore triestino di Global tv, l’emittente del movimento, a cui sono state sequestrate due videocassette che conterebbero le immagini degli incidenti. Il reporter avrebbe filmato l’assalto al distributore Esso in via Santa Caterina ad Arco (le cui pompe furono tranciate durante il corteo di sabato 6 settembre) e il danneggiamento di quattro auto della polizia, avvenuto il giorno prima in piazza Erbe a Riva, a pochi passi dal teatro del summit.

Non sono coinvolti disobbedienti trentini nell’operazione. La Digos ha operato a Trieste, Padova, Udine, Gorizia, Milano, Napoli e Palermo. Durissima la reazione di Luca Casarini, il capo dei Disobbedienti del Nord-Est, indagato dalla Procura per istigazione a delinquere: «Il dottor Gallina deve vergognarsi. Sappia però che non ci intimidirà. E’ come se ci avesse perquisiti tutti». Casarini ipotizza che la lista degli inquisiti sia molto più lunga. Dentro vi figura anche il suo vice, Max Gallo, portavoce del centro sociale Pedro di Padova. «Sono stato io - dice Casarini - a gestire l’azione alla Esso. E ne rivendico la paternità senza problemi. E’ stata un’azione di boicottaggio contro una multinazionale che con il suo petrolio ha foraggiato la guerra di Bush in Irak. Questo è un mondo brutto. Noi siamo costretti ad agire così».

A Trieste la polizia ha messo al sicuro un coltello, due videocassette e alcuni indumenti. Le perquisizioni hanno riguardato l’abitazione e le automobili di due giovani. Ad uno dei due è stata notificata un’informazione di garanzia per l’ipotesi di reato di concorso in furto aggravato. E’ un giovane di 24 anni, che è residente a Trieste, ma vive di fatto a Padova: G.G. Sarebbe stato lui, insieme ad altri, a tagliare la pompa di Arco, rubando l’erogatore.

Per Casarini è «gravissimo» che la magistratura sia ricorsa allo strumento della perquisizione per entrare in possesso delle videocassette dell’operatore di Global tv: «Un grave attacco alla libertà di stampa». Anubi Lussurgi, il capo dei disobbedienti romani, ha parlato di «provvedimenti a orologeria, perché arrivano dopo la chiusura delle indagini nei confronti dei "torturatori del G8 di Genova" e a ridosso del controvertice di Roma. L’invito è fare una raccolta di firme per la presentazione di una legge che amnisti i reati contestati ai disobbedienti.

In una conferenza stampa i portavoce dei disobbedienti hanno annunciano che il 4 ottobre, giornata in cui a Roma si riunisce la conferenza intergovernativa dell’Ue, «sarà una giornata di ribellione». «Ci saranno azioni di disturbo, contestazioni e pratiche concrete di disobbedienza». I parlamentari Verdi Paolo Cento e Luana Zanella hanno chiesto in un’interrogazione al ministro dell’Interno che in occasione della Conferenza intergovernativa europea del 4 ottobre a Roma l’ordine pubblico non sia gestito da chi è sottoposto ad indagini dalla Procura di Genova per i fatti del G8. Giovanni Russo Spena, vicepresidente del gruppo di Rifondazione comunista alla Camera, ritiene «grave che sia stato creato un clima sfavorevole per una gestione pacifica di una manifestazione internazionale di grande rilievo, siano state perquisite, con stile rozzo e con pretestuose motivazioni, le abitazioni di dirigenti e militanti attivi del movimento no global».