Home > Iniziativa contro il nuovo carcere
COMUNICATO
GIORNATA DI "EVASIONE" NEL VERDE DEL PARCO DELLA VILLA DI BIZZOZERO
ITINERARIO AMBIENTALE-CULTURALE ALLA SCOPERTA DELL’AREA CHE SI VUOLE
DEVASTARE CON LA REALIZZAZIONE DEL NUOVO CARCERE
SABATO 11 OTTOBRE ORE 14.30 - CHIESA PARROCCHIALE S. EVASIO - VARESE
(BIZZOZERO)
GRUPPO AMICI DI BIZZOZERO
VARESE SOCIAL FORUM
NO AL NUOVO CARCERE DI VARESE
Tra i progetti decisi da questa giunta sciagurata è stata annunciata la
prossima realizzazione di un nuovo carcere in un?ampia area verde del
quartiere di Bizzozero.
Ciò che determina tale scelta, come per altre, destinate a trasformare
l?assetto urbano della città di Varese, è l?assoluta mancanza di confronto e
discussione con la cittadinanza.
Questo metodo di governare la città, non solo ignora le più elementari
regole democratiche e partecipative che dovrebbero connotare, in
particolare, l?amministrazione locale, ma è completamente avulso da ogni
conoscenza del contesto in cui si pretenderebbe di realizzare il carcere.
L?area della Villa di Bizzozero è, infatti, una zona verde di circa 150.000
metri quadrati, dove già esiste un progetto di realizzazione di un parco
pubblico, denominato di "Varese sud". Attualmente il quartiere di Bizzozero
si presenta privo di spazi verdi attrezzati, ed è inoltre congestionato dal
traffico in entrata e in uscita della città e dalla presenza di alcune
importanti infrastrutture come l?ospedale e l?università, entrambi in fase
di ampliamento.
Perché allora scegliere una zona dotata di tali caratteristiche, continuando
a perseguire il folle progetto urbanistico di edificare nelle zone verdi pur
in presenza di sempre più significative aree dismesse?
Ancora una volta questa giunta conferma la propria vocazione all?assoluto
disprezzo per ogni forma di salvaguardia del territorio e dell’ambiente
naturale.
Ma dietro al progetto del nuovo carcere non c?é solo il problema ambientale
ma anche la drammatica questione carceraria che nega, anche a Varese, il
rispetto di una condizione dignitosa per i detenuti.
Le politiche di ?tolleranza zero?, frutto delle campagne elettorali
mistificatrici sulla sicurezza del cittadino, hanno prodotto un numero
enorme di detenuti (oltre 55.000) che trovano nel carcere ulteriori
occasioni per continuare a delinquere una volta scontata la pena.
Il sovraffollamento (a Varese sono detenute 120 persone in una struttura che
ne dovrebbe contenere 90), il degrado della struttura, l?assenza di corsi di
formazione per l?avviamento al lavoro sono il comune denominatore
dell?universo carcerario italiano così come dei Miogni.
Una risposta razionale sarebbe quella di depenalizzare i reati minori: oltre
il 60% dei condannati definitivi hanno una pena residua inferiore ai 3 anni,
quindi sono nella condizione di accedere alla più diffusa delle alternative
al carcere, l?affidamento in prova ai servizi sociali.
In un paese che ha fatto del condono (contributivo, edilizio, fiscale?) un
provvedimento di governo ordinario, una proposta del genere non dovrebbe
certo suscitare scandalo, ma le opportunità elettorali prevedono solo di
realizzare nuove carceri nelle zone periferiche delle città al fine di
rendere invisibili tali presenze.
Non vi è dubbio che la struttura di un carcere abbia una ricaduta sulla
qualità della vita al suo interno, sui rapporti tra detenuti e personale
penitenziario, sulla garanzia e sul rispetto dei diritti fondamentali;
inoltre una seria politica penitenziaria non può limitarsi a questo, quando
solo il 25% dei detenuti svolge un lavoro in carcere e quando rarissimi sono
gli strumenti istituiti per rendere concrete le misure alternative alla
detenzione come i consigli di aiuto sociale previsti dalla legge Gozzini.
Infatti il nuovo carcere, che dovrebbe sostituire quello attuale, avrà una
capienza molto più ampia rispetto a quello già esistente (si prevedono 300
detenuti), nonostante non vi sia alcun segnale di recrudescenza della
criminalità nella zona di Varese.
Dunque il nuovo carcere non risponde alle reali esigenze di edilizia
penitenziaria, perché in questo caso si potrebbe avviare un progetto di
ristrutturazione dell?attuale casa circondariale senza produrre alcun
impatto negativo sulla città, ma alle politiche proibizioniste e repressive
che caratterizzano questo governo e che hanno bisogno di nuove carceri per
recludere nuovi detenuti.
Con il Gruppo Amici di Bizzozero abbiamo deciso di rompere il silenzio su
questo progetto, di coinvolgere la cittadinanza con raccolte di firme e
assemblee pubbliche per impedire la realizzazione del nuovo carcere, per
garantire dignità e reinserimento sociale per i detenuti, per difendere il
territorio.