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“Jatevenne, jatevenne, lo spettacolo è fernuto”

par InformationGuerrilla Bnl

Publie le mercoledì 16 maggio 2012 par InformationGuerrilla Bnl - Open-Publishing

Giorni fa un dirigente della Fisac/Cgil Bnl ci chiedeva via mail di pubblicargli un comunicato contro un’altra sigla sindacale. Abbiamo rifiutato, non siamo una buca delle lettere e non agiamo a comando di nessuno.

Oggi però decidiamo noi di pubblicare, in allegato, un comunicato dei Coordinamenti delle sigle del primo tavolo. Quello di ieri in cui i firmatari chiedono alla Bnl di sospendere le uscite legate al piano esodi 2010 allo scopo di evitare ulteriori numeri di lavoratori che potrebbero trovarsi, tra qualche tempo, senza stipendio e senza pensione.

Vedi link :

http://abruzzo.indymedia.org/attachments/may2012/ca_2012_05_14_esodati.pdf

Un atto obbligato, compiuto anche dai Coordinamenti di Unicredit e Banca Intesa, visto che l’Inps, nell’incertezza, non garantisce più i pagamenti.

Ma anche e soprattutto il chiaro segno di una serie di fallimenti, uno collegato all’altro.

Il primo fallimento è proprio di sistema, erano ormai decenni che si viveva la contraddizione stridente tra la necessità delle singole aziende italiane di liberarsi anzitempo del personale più anziano e la tendenza, invece, della politica ma anche delle associazioni padronali di categoria ad elevare l’età pensionabile.

La crisi – e l’improvvida riforma Fornero - hanno portato questa contraddizione alle estreme conseguenze ed ora se ne paga socialmente il prezzo. Ma nessuno di questi furbacchioni ne paga le responsabilità politiche e sociali.

C’è poi il fallimento del governo i cui principali ministri, in primis Passera e Fornero e lo stesso Monti, essendo di provenienza bancaria, non potevano non sapere quale pasticcio stavano mettendo in piedi.

C’è il fallimento delle confederazioni sindacali al massimo livello che, di fronte ad una riforma ultrapunitiva ed epocale, non sono state capaci di andare oltre tre orette di sciopero, ed anche loro dei problemi degli esodati non potevano non sapere.

C’è poi il fallimento forse più eclatante, quello dei sindacati di categoria dei bancari, che hanno addirittura cercato per mesi di negare l’esistenza del problema, tutti presi prima nella trattativa per il CCNL e poi nella gestione di una consultazione a dir poco dubbia, coi risultati allucinanti che sappiamo, magari sperando che il problema degli esodi si sarebbe infine risolto da solo.

Vogliamo poi parlare dei sindacati aziendali ed in particolare di quello Bnl che ha accettato, senza porre la minima obiezione, di trattare pure su un nuovo piano industriale varato negli stessi giorni in cui veniva varata la inqualificabile riforma Fornero ?

E delle aziende di credito, rimaste tutte zitte nel momento della riforma Fornero che oggettivamente ne terremotava i piani industriali, forse rimaste zitte perché speravano che il problema sarebbe stato poi loro risolto dall’abolizione dell’Art.18 ?

Ora tutti questi fallimenti portano ad una situazione di incertezza sociale insostenibile per una massa significativa di lavoratori, ma anche, ancora peggio, all’impossibilità di procedere alla stabilizzazione e all’assunzione di giovani.

Cioè, gli stessi giovani, in nome dei quali pomposamente tutti i pessimi attori di questa sceneggiata dicevano di agire e che finiscono invece per essere le vittime peggiori della sceneggiata medesima.

Fallimento è la parola giusta. Peccato però che tutti costoro, gran sostenitori a parole, chi più chi meno, sindacati compresi, delle cosiddette leggi di mercato, poi però di una norma elementare delle leggi di mercato, quella “i falliti a casa”, non siano affatto sostenitori.

Chissà perche ?

16 Maggio 2012

Il Collettivo Redazionale di InformationGuerrilla Bnl

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