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L’OCCUPAZIONE PROSEGUE E I DIRITTI CIVILI VENGONO CALPESTATI

Publie le lunedì 13 ottobre 2003 par Open-Publishing

Sono passati sei mesi dalla fine della guerra e l?occupazione pesa sempre
di piu? sulle spalle dei civili iracheni.

Baghdad cambia faccia di giorno in giorno a seconda delle esigenze
dell?occupante. Un hotel e? ritenuto a rischio: si costruisce un muro per
proteggerlo. Serve una zona per ospitare i soldati: la si isola e spesso
si occupano costruzioni civili, monumenti (come nel caso del mausoleo al
Milite Ignoto) o scuole. Un?altra zona e? ritenuta a rischio o la si vuole
rendere piu? sicura per il passaggio di truppe o altro: si chiudono strade
e ponti.Ogni giorno le strade di Baghdad subiscono cambiamenti attraverso
muri,
muretti, bidoni riempiti con cemento, fili spinati e quant?altro. La
viabilita? viene sconvolta ed il traffico soffoca una citta? gia?
impolverata e bollente.

Le violazioni dei diritti umani sono un fatto q! uotidiano. Tutti gli
iracheni che incontri hanno qualcosa da raccontarti: un raid in un
quartiere, un famigliare ferito, un amico arrestato, un conoscente
sparito.

16 Settembre, nel quartiere di Cremat (vicino all?ex Ministero di
Giustizia) sono le dieci di sera, la gente sta cenando. Improvvisamente
colpi di arma da fuoco passano orizzontalmente sopra le case e si perdono
verso il Tigri, a pochi metri da loro.

Il quartiere e? fatto da vicoli stretti, le case sono una a ridosso
dell?altra e come spesso accade scoppia una lite tra vicini. Niente a che
fare con i colpi appena sentiti. Non ci sono armi, coltelli o pietre nelle
mani della gente. Parenti e vicini di casa accorrono per placare la lite,
in tutto una decina di persone, con contorno di bambini incuriositi dagli
affari dei grandi.
Mr. Sadeck e il fratello Ali? stanno uscendo per andare a pesca. Assistono
alla lite. Ali? cerca di calmare gli animi. Sadeck vuole raggiungere ! i
fiume.

Mr. Mohammed viene raggiunto a casa sua dal fra! tello: d a dove vengono gli
spari? Nessuno ha la risposta. Ma scoppia una lite a pochi metri da loro e
come sempre tentano di fare qualcosa.
Mr. Falah sta terminando di cenare, lo chiamano ?tuo fratello sta
litigando con i vicini?. Anche lui esce di casa e raggiunge il luogo della
lite.

Ma qualcun altro, lontano dalle loro case, decide che gli spari sono
arrivati proprio dal quel quartiere. Entrano correndo, pochi metri,
svoltano, altri pochi metri, svoltano ancora davanti a loro la lite, pochi
secondi neanche una parola e aprono il fuoco.
La gente si gira li vede sono soldati americani, sono una decina e
continuano a sparare. Qualcuno comincia a cadere a terra, mal per lui, lo
picchiano con il calcio del fucile. Un ragazzino scappa e per un paio di
secondi terrorizzato si ritrova quattro fucili automatici puntati addosso.

Lo lasciano passare.

Mr. Sadeck rimane aggrappato ad una porta con sette proiettili nelle
gambe. Urla ai soldati di! lasciare il fratello Ali? che vede a terra con
le gambe sanguinanti e fracassate. Solo l?intevento di un vicino gli
risparmia il dolore del calcio del fucile.
Mr. Mohammed stava tornando a casa, dava le spalle alla lite e quindi non
realizza subito l?arrivo dei sodati, in pochi istanti e? a terra ferito
alle gambe.

Mr. Falah viene spinto alle spalle, finisce a terra in uno sporco rivolo
d?acqua, cerca di rialzarsi, ma il solito calcio del fucile lo colpisce
alla testa. Sanguina. Cerca di alzarsi. Nuovamente il fucile, sempre sulla
stessa ferita. Altro sangue, altra reazione e questa volta e? l?anfibio a
colpirlo violentemente e ripetutamente, sempre in testa.La moglie lo vede,
preso a calci da un sano e robusto soldato americano.

La mossa e? istintiva, gli va incontro urlando e la risposta e? una
mitragliata tra le gambe.Forse e? meglio non muoversi, aspettare che i
barbari lascino il quartiere.

Una macchina riesce a farsi! strada, un secondo Ali? carica Mr. Mohammed e
Mr. Sadeck,! voglion o portarli in ospedale. Si fanno largo, escono dalle
stradine, ma fuori carri armati, blindi e jeep: tutti fuori dalla
macchina, i feriti stesi a terra sanguinanti con le mani dietro la
schiena. Anche qui tentativi di spiegazione: ?stiamo andando
all?ospedale?, non finisce la frase Mr. Ali? viene colpito dietro
l?orecchio destro dal solito calcio di fucile, sviene a terra.

Quanto stanno a terra 1 ora, 2 ore, tutto sembra interminabile. E poi
comincia la trafila: ospedale, prima assistenza, ufficio di polizia, di
nuovo ospedale perche? Mr. sadeck sanguina troppo, e poi di nuovo ufficio
di polizia, per terminare nuovamente all?ospedale.
Questo capita quotidianamente in Baghdad e nel resto del paese.

Paola, Occupation Watch Baghdad