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L’Unione Europea boccia l’inceneritore di Brescia

Publie le giovedì 22 gennaio 2004 par Open-Publishing

A PROPOSITO DI INCENERITORI-TERMOVALORIZZATORI

L’Unione Europea boccia l’inceneritore di Brescia

La Comunità Europea ha messo in mora l’inceneritore di Brescia, quello che viene proposto come
esempio per il futuro inceneritore, o termovalorizzatore come pomposamente lo chiamano, di Rivalta
Scrivia.

Il motivo?

Per assicurarsi maggiore snellezza burocratica la ASM (Azienda Servizi Municipali) aveva
assicurato che sarebbero state bruciate solo biomasse, cioè materiale organico, costruendo a tal fine un
separatore nella vasca di raccolta dei rifiuti.

Invece all’inceneritore sono arrivati da tutta Italia soprattutto rifiuti speciali, in particolare
pulper di cartiera proveniente dalla lavorazione della carta da riciclo, rifiuti industriali e
agroindustriali.

Ora naturalmente la ASM giurerà che si è trattato di un disguido, e che in futuro si atterrà alle
normative, almeno fino alla prossima messa in mora, ma ribadirà che, visto che l’inceneritore
ormai c’è, bisogna pur continuare a farlo funzionare.

Le previsioni che le associazioni ecologiste avevano fatto si sono avverate:

l’impianto di Brescia era stato costruito per soddisfare le esigenze della provincia, 500.000
tonnellate annue, ed è stato poi ampliato per raggiungere le 750.000 annue, con previsione di
ulteriori aumenti se gli affari vanno bene;
pur di farlo funzionare a tempo pieno si è finito per incenerire qualunque rifiuto, soprattutto
quelli che danno un maggior guadagno;
Brescia è diventata una città con una delle più elevate contaminazioni al mondo da PCB e diossine;
le casse della ASM (privatizzata) si sono arricchite, la salute dei cittadini si è impoverita..