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LA DC E’ MORTA. CI HAI CREDUTO? TESTA DI VELLUTO!
par lucio galluzzi
Publie le domenica 1 febbraio 2015 par lucio galluzzi - Open-Publishing
Brecht insegnava ad usare un block notes, da portare sempre dietro, per appuntarsi durante la giornata quello che si osservava, i discorsi rubati sui mezzi pubblici, dal verduriere, dal barbiere, negli uffici pubblici.
E’ il metodo dell’osservazione estraniata, base del Teatro Politico.
Guardare senza esserne coinvolti, annotare nero su bianco nel momento esatto nel quale succede una qualsiasi cosa, usare poi quel "canovaccio" che è gia Opera Finita e portare in scena il pubblico stesso, che poi, seduto davanti al palco, si rivede in quelle che sono carni e sangue quotidiani suoi.
Naturalmente è difficilissima la catarsi [quella Aristotelica nella sua Poetica della Tragedia, nulla a che spartire con Freud e Breuer]: chi guarda se stesso rappresentato com’è realmente, come fosse riflesso da un enorme specchio, rifiuta a priori il solo pensiero che quello che sta vedendo è proprio lui.
Quanto fu infastidita la maledetta opinione pubblica e i critici [mai critici con loro stessi] quando videro ebrei in campi di sterminio, proiettati sul fondale, inframmezzati da pubblicità di Fontina valdostana, profumi e belletti, sfilate d’alta moda, Lutwaffe e tonnellate di bombe... !
E poi il fatto che quella "cosa" l’avesse "scritta" proprio un ebreo!
Quasi impossibile la catarsi.
C’è da aggiungere l’obbligo per gli "attori" brechiatni di indossare maschere, prive di espressione, tutte uguali. Unica concessione per il distinguo: possono essere tutte bianche per i "buoni" e nere per i "nemici"; ma anche questo può essere sovvertito dal regista di turno: chi l’ha detto che i buoni devono essere candidi?
La recitazione nel Teatro Politico non ammette enfasi e "stress", le battute sono dette come lo farebbe un bimbo che ha mandato a memoria una stupida poesiola imposta dalla maestra, spesso l’interpretazione declama a voce ferma anche i segni di interpunzione.
La sintassi come parte integrante della rappresentazione.
"Punto!", "virgola!", "punto esclamativo!", "lettera maiuscola!".
Quanto più impersonale e meccanica è la dizione, tanto più quello è Brecht.
E’ previsto anche un piccolo megafono applicato all’interno di ogni maschera indossata dagli interpreti.
Così, il più delle volte, il pubblico, dopo un po’ dall’inizio della "messa in scena", comincia a rumoreggiare, qualcuno alza la voce e protesta, iniziano i fischi, i meno pazienti si alzano e vanno via, c’è chi tira oggetti sul palco, altri insultano gli attori; in più occasioni i teatri sono stati abbandonati dai "paganti" che hanno chiesto il rimborso del biglietto, scandalizzati e "offesi" dal "teatro che non è teatro".
Portarsi dietro, sempre, un block notes e appuntare quello che si osserva durante la giornata, senza commento, pura e distaccata annotazione, come la lista della spesa.
La stessa tecnica usata da Pina Bausch, Ionesco, Beckett, Malina, Piscator e oggi da Marina Abramovich.
Gli astanti sono sempre gli stessi, anche in anni diversi: "conchiglie vuote trasportate dalla marea" li definiva Ionesco.
Come potrebbe il pubblico/popolo riconoscersi nella rappresentazione pura della sua alienazione, alienato com’è?
Quindi scappa, rumoreggia, fischia, sputa, rifiuta...
Questa gente, tutta, non sa chi sia Marx, al massimo, in sparuti casi, pensa alle comiche di cinque fratelli e con Feuerbach realizza gli estratti di fiori che curano il nulla o la toccata e fuga.
Ieri il block notes si è riempito di appunti.
In un emiciclo una folla di identici, meccanicamente, eseguiva medesimi gesti, sul volto tutti avevano la stessa espressione.
Un foglietto in mano, i cadaveri passavano sotto catafalchi, uno alla volta.
La quarta replica.
Quelli che avevano già eseguito l’ordine del Capo se ne tornavano a posto, nel banco, così per tre ore di fila.
Come l’altro ieri e l’altro ancora.
Tutte le televisioni in simultanea, una maratona moltiplicata, niente che interessasse oltre quel rituale.
Ad un certo punto, una donna che leggeva dei nomi è stata sommersa dai battimani.
Sul tabellone a diodi rossi, poco prima lampeggiava cubitale l’istruzione "APPLAUSI!".
Lorenzo ha vinto X Factor.
E’ arrivato primo il ventriloquo Samuele del Got Talent.
L’Isis ha decapitato Kenji Goto.
In decine di migliaia a Madrid, Podemos!
E’ uscito con la sua Panda perché si era seguito con la figlia alla TV.
Nuovo stadio del Milan: 48 mila posti, un hotel e un liceo sportivo.
Addio a Maurizio Arcieri.
Mancini non chiude la porta: "Cassano rischio calcolato".
"APPLAUSI!"
La DC è viva più che mai e lotta insieme a noi.
Lucio Galluzzi
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