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Giornale del Popolo
Edizione del 12/06/2003
Opinioni e Commenti
Secondo me
La carica dei nuovi vandali
di Guy Mettan, Presidente del Club svizzero della stampa
Le manifestazioni contro il G8 che hanno messo a ferro e fuoco Ginevra
durante quattro giorni hanno messo in evidenza alcuni limiti delle autorità
e della polizia ginevrine. Ma hanno soprattutto rivelato il volto
incredibilmente multiforme della nuova generazione dei vandali. Come
osservatore parlamentare, ho potuto vederli all’opera durante tutta una
giornata. Si possono ripartire in tre categorie distinte.
1. I professionisti. Membri del Black Bock, con tanto di passamontagna e
sbarre di ferro, cocktail Molotov, martelli d’acciaio per rompere le vetrine
e grimaldelli per scoperchiare i tombini, smontare i pannelli dei cantieri e
le stazioni di servizio, sono mobilissimi ed estremamente organizzati. Quale
che sia la loro origine (autonomi zurighesi, gauchisti tedeschi o marxisti
inglesi, conoscono il campo e possono contare manifestamente su complici in
loco, come dimostra la scelta dei loro obiettivi: attaccare a colpo sicuro
una compagnia immobiliare locale come la sede della CGI richiede una
perfetta conoscenza dei luoghi che non può lasciare nulla al caso.
Mimetizzati fra la folla e con le loro armi riposte in un inoffensivo sacco
di montagna, sono difficilmente reperibili.
2. La seconda categoria è composta di giovani adolescenti (a partire dai
14 -15 anni). Figli in rottura con i propri genitori, o immigrati o borghesi
dimissionari, sembrano (a giudicare dalla rozzezza del discorso ideologico)
essere mossi da una cosa soltanto: la voglia di spaccare tutto. Molti
frequentano le scuole bene di Ginevra e Losanna. A furia di imbottirsi di
manga giapponesi e videogiochi, sono attirati dalla violenza, lo scontro
fisico, lo spettacolo e il saccheggio.
3. La terza categoria (la più numerosa) si compone di gente dall’apparenza
pacifica. Ma spesso ha un atteggiamento ambiguo verso la violenza. Faccio un
esempio che mi è capitato personalmente: quando ho cercato di impedire i
Black bock a distruggere una vetrina, mi sono sentito dire dalla folla che
bisognava lasciarli fare visto che si battevano contro lo sfruttamento
capitalista! Devo dire che a queste categorie si aggiunge qualche balordo
ginevrino, con tanto di macchina fotografica sulla spalla...che non
disdegna, se gli capita, di fare man bassa nelle vetrine rotte.