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La sfida di Chirac: la grazia per smontare il caso Bové
Publie le martedì 24 giugno 2003 par Open-PublishingLa cattura per un vecchio reato è diventata spettacolare
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
PARIGI - Quando si tratta di fare notizia, José Bové è un mostro di bravura. E, se si tratta di trarre vantaggio dalle situazioni più impreviste, Jacques Chirac è imbattibile. Fra due mostri mediatici, la partita non può che finire in parità, tanto più che i giudizi attorno alla materia del contendere - l’agricoltura geneticamente modificata - sembrano convergenti.
Dunque il leader della Conféderation paysanne, il paladino dell’agricoltura biologica, l’avvocato del Camembert, il terrore dei McDonald’s, preferisce essere arrestato che negoziare con la magistratura una riduzione della pena e le condizioni per scontarla, tipo arresti domiciliari o braccialetto elettronico. Vuole il carcere o l’assoluzione, non considerando un reato, bensì un atto politico, una protesta sociale, la distruzione di coltivazioni di cibi transgenici.
E il presidente della Repubblica, per evitare che i movimenti sociali e l’opposizione si impadroniscano del caso, lascia capire, attraverso il guardasigilli Dominique Perben, che il 14 luglio, festa della Bastiglia, Bové riceverà la grazia presidenziale.
Tutto si aggiusta, si dice in Francia. E per Bové sarebbe la seconda volta. E’ già stato anticipato che la domanda di grazia sarà depositata nei prossimi giorni alla cancelleria dell’Eliseo.
Lo psicodramma, o meglio la commedia con sicuro lieto fine, comincia domenica all’alba. Sapendo benissimo che l’esecuzione di una vecchia condanna per distruzione di coltivazioni Ogm è imminente, Bové lascia che la cattura avvenga in modo così spettacolare e stridente con il buon senso da trasformarsi subito in eroe ecologico senza macchia e in vittima dell’ordine giudiziario e dei poteri multinazionali.
La polizia è andata a prenderlo nella sua residenza di Potensac. Forse temendo proteste e mobilitazione di simpatizzanti, gli agenti sono arrivati sul posto con blindati ed elicotteri e hanno catturato Bové come un delinquente pericoloso. Il leader dei no global e degli agricoltori, perfetto nel ruolo che si è scelto, non ha nemmeno aperto la porta e ha aspettato che gli agenti rompessero una vetrata.
Le polemiche esplodono subito, con annunci di proteste e mobilitazione dei simpatizzanti di Bové. I partiti di sinistra e i movimenti civili esprimono «indignazione» per la «criminalizzazione del movimento sindacale». Uno dei leader dei verdi, il deputato Noel Mamère ha chiesto di essere messo in prigione, avendo commesso gli stessi «reati» di Bové. Il segretario socialista, François Hollande, accusa il governo di «cercare la prova di forza», riferendosi allo scontro sociale in atto da settimane sul fronte delle pensioni. Molti paladini della libertà d’espressione ritengono sproporzionata sia la condanna - dieci mesi - per una protesta non violenta, sia l’arresto, considerando quanti vandalismi e violenze di esponenti no global restano impunite.
Ma alle polemiche segue, come acqua sul fuoco, la notizia che il presidente concederà la grazia. Del resto, la Francia di Chirac, fra i Paesi europei, è stata in prima linea nell’opporsi alla diffusione di Ogm, pur consentendo la sperimentazione, diventata oggetto della protesta di Bové. Il dossier Ogm è anche motivo di contrasto fra Europa e Stati Uniti che hanno presentato un ricorso al Wto (l’Organizzazione mondiale del commercio) contro la moratoria decisa dall’Ue, nell’attesa di elaborare una convenzione internazionale con criteri etici e scientifici condivisi.
Al recente G8 di Evian la questione etica è stata sollevata anche da parte americana, in rapporto al problema alimentare nel Terzo mondo. La difesa dell’agricoltura biologica, tanto cara agli europei, e i timori non scientificamente provati sui rischi dei cibi transgenici non lascerebbero molte speranze ai Paesi che devono comunque sfamare milioni di esseri umani.
Questioni etiche sui cibi di domani si mescolano alle controverse interpretazioni del diritto e della giustizia offerte da diversi casi francesi in questi giorni. Grandi processi, come quello del sangue contaminato o dello scandalo del Crédit Lyonnais, si sono conclusi con l’assoluzione dei principali imputati. Magistrati, come Eva Joly, tuonano contro la possibilità di processare il potere politico per corruzione. Pesanti contestazioni sindacali, con blocchi stradali e interruzioni di servizi pubblici, sono state riassorbite nel nuovo verbo di Chirac: «Le riforme si fanno senza vinti né vincitori». E, tanto per sentirci tutti più buoni, è ancora in forse la decisione di far pagare ai dipendenti pubblici le giornate di sciopero. Luc Ferry, ministro della Pubblica istruzione, sarebbe propenso a scontarle agli insegnanti. La pace sociale ha il suo prezzo. Bové ha fiutato il clima e ha cercato le manette: meglio la galera del dimenticatoio. Chirac risponderà con la grazia, per disinnescare la mina. E tutti avranno vinto. Tranne le regole.
L’ARRESTO Domenica all’alba viene arrestato José Bové, leader della
Confédération Paysanne, per scontare una condanna per aver distrutto coltivazioni di cibi transgenici
LA GRAZIA
La sinistra e i movimenti civili esprimono indignazione. Ma Chirac fa sapere che concederà la grazia
Massimo Nava
http://www.corriere.it:80/edicola/index.jsp?path=INTERNI&doc=BOVE