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Larzac: l’appuntamento promosso dalla Confederation Paysanne
Publie le giovedì 28 agosto 2003 par Open-PublishingTratto da "Liberazione 12/8/03
Larzac 2003, l’appuntamento promosso dalla Confederation Paysanne contro il
Wto e raccolto da moltissime organizzazioni, movimenti e realtà di base
francesi e da numerose presenze internazionali: provate ad immaginare oltre
duecentomila persone sparse su cento ettari di territorio, in un villaggio
attrezzato con i tendoni per le assemblee, migliaia di stands, luoghi di
incontro, ristoranti e chioschi di ogni tipo, spazi per teatro, cinema e
corcerti? E i cellulari ridotti al silenzio forzato per tre giorni, per
mancanza di copertura. E Internet che si blocca. E i giornalisti che non
riescono a telefonare ai loro giornali, perchè le linee funzionanti sono in
tutto quattro. Davvero, sono state tre giornate straordinarie.
Si aspettavano, per il meeting, cinquantamila, al masssino 80.000 persone.
Ne sono arrivate il triplo, se non il quadruplo - trecentocinquantamila,
secondo l’Humanitèl che ha titolato in prima pagina, con efficacia, Larzac
1 - Cancùn 0. Ma tutti i giornali francesi di ieri hanno dovuto prender atto
della sfida lanciata al Wto dal movimento "altromondialista" ed ai governi
nazionali che lo sostengono. In effetti con questa prova di forza, che
ancora una volta smentisce quanti vorrebbero il movimento dei movimenti in
disarmo, si apre la stagione mondiale ed europea contro il Wto - quella che,
che per bocca di José Bové, dovrà vedere un septembre pas chaud, mais
brulant (un settembre non caldo ma caldissimo).
Un autunno bollente
Stando all’esperienza di Larzac, le condizioni di questo prossimo autunno
bollente ci sono. E comincia a farsi strada la possibilità concreta che la
mobilitazione contro il vertice di Cancun possa essere, finalmente, il
terreno su cui connettere l’esperienza della opposizione alla guerra e i
tanti momenti di resistenza sociale del mondo.
Questa nuova possibilità non si esprime solo nel valore simbolico di Larzac,
antico luogo di lotte popolari contro la militarizzazione del territorio, ma
anche nella composizione delle presenze di questi tre giorni. All’appello
della Confederation Paysanne, avanzato in nome delle ragioni e dello sforzo
delle reti contadine di Via Campesina di tutto il mondo, hanno risposto
praticamente tutte le reti dei movimenti sociali francesi. Così, passando
fra i tantissimi spazi del villaggio attrezzato, incontri le realtà del Dal,
i sans papier, i comitati di lotta per il lavoro, le reti di solidarietà con
i popoli in lotta, Sud Attac, le strutture sindacali di base da segnalare
solo l’assenza della Cfdt), le associazioni dei migranti, i "reticolati"
della No vox. Incontri insegnanti e studenti che hanno portato avanti le
battaglie contro la privatizzazione della scuola, e i tantissimi
diversamente impegnati in lotte piccole e grandi come quelle contro il
nucleare o per l’acqua. Ma quello che colpisce di più è la straordinaria
presenza di giovani "non organizzati", arrivati dalle città più lontane con
lo stesso spirito delle giornate di Firenze, impegnati ora a cercare un po’
d’ombra in uno spazio disegnato per l’allevamento delle capre e delle
pecore. ora a partecipare alle assemblee ufficiali e alle iniziative
autogestite.
Segno della ricerca di nuove modalità del confronto, capaci di
andare anche oltre le liturgie classiche, è una Agorà di tipo greco che
campeggia al centro del villaggio: qui si può prendere liberamente la parola
e spiegare le ragioni dell’essere lì.
Il fatto è che chi è arrivato su questo duro altopiano, fatto solo di prati
e pascoli, di ragioni deve averne avute tante, se ha pazientemente
sopportato file di 18 chilometri di strada di montagna per oltre 7 ore e ha
dovuto rassegnarsi, alla fine, a parcheggiare auto e motorini a chilometri
di distanza. Alle 17 del sabato pomeriggio su questa umanità felice di
incontrarsi arrivava l’annuncio dagli altoparlanti che gli organizzatori
hanno concordato con le autorità locali la chiusura delle uscite
autostradali per arrivare a Larzac: impossibile procedere con gli automezzi
per tutti quelli che erano rimasti fuori.
Per il movimento francese, questa è una prova importante anche in previsione
del Forum Sociale Europeo di Saint Denis. Il problema di fondo è chiaro:
riuscire a far incidere i movimenti in misura conseguente alla loro crescita
e contribuire, per questa via, a scongiurare i rischi di autoreferenzialità
e istituzionalizzazione che ogni tanto si riaffacciano nel nostro percorso.
I temi di discussione
A Larzac, dunque, sono state trentadue le assemblee che si sono tenute su
tutti i temi connessi al Wto ed alla fase attuale della globalizzazione: un
dibattito mai accademico, che ha soprattutto cercato di socializzare le
esperienze e di definire nuove iniziative. Le grandi assemblee hanno
sottolineato i temi centrali dello scontro: privatizzazioni e Gats, acqua,
ogm, scuola e cultura, energia. Con il prossimo vertice del Wto i poteri
forti mondiali cercano di imporre al mondo un nuovo ordine che in realtà è
soprattutto disordine, in cui i più forti (Usa ed Ue, multinazionali e lobby
militari) cercano di esportare i propri modelli economici e sociali (anche
in competizione fra loro), di garantire enormi ricchezze per le loro
imprese, e di proteggersi dal tentativo dei paesi poveri del mondo di
conquistarsi spazi di sopravvivenza e avanzamento economico. Gli apologeti
della nuova barbarie non possono più nascondere le contraddizioni che stanno
per esplodere - nè funziona più il paravento delle trattative nelle stanze
segrete del Wto, nemmeno dal tentativo di cooptare tecnocrazie dei paesi
poveri o di comprare senza reali contropartite i governi più recalcitranti.
E’ vero: il Wto è, oggi più che mai, esposto ai rischi delle sue bugie e
delle sue contraddizioni ma il movimento che si sta preparando per settembre
non può accontentarsi di questo. E’ sempre più chiaro che sarà decisiva la
sua capacità soggettiva di stare in campo e di dare una spallata
all’Organizzazione mondiale del commercio.
Per questo è quanto mai centrato l’appello finale di Bovè: che il settembre
non sia caldo ma caldissimo, tutti in strada contro il Wto. Bovè non lo ha
fatto solo in nome di tutto il movimento francese ma anche delle tante lotte
dei contadini del mondo che, proprio a Larzac, rilanciano la lotta contro
gli Ogm come una delle bandiere delle lotte di tutti ma anche del diritto
contadino a produrre. Un diritto negato dalle regole del Wto ma anche dalle
scelte concrete dei neoliberisti in tutto il mondo contro cui alzare la
lotta come, per esempio e con grande forza simbolica, fa la Confederacion
Paysanne in una bella assemblea in cui si racconta delle occupazioni di
terre in Francia in atto in questi anni e si lancia un appello a riprendere
ovunque la lotta per l’accesso alla terra come primo diritto dei contadini e
dei cittadini.
A Larzac erano presenti due realtà italiane aderenti al Tavolo nazionale
contro il Wto: il Foro Contadino Altragricoltura e i militanti di Action del
movimento dei disobbedienti impegnati nelle lotte per la casa e per i
diritti urbani a Roma. L’appuntamento di Riva del Garda (4-6 settembre)
assume valore, dopo Larzac, non solo per il movimento italiano ma per tutto
quello europeo e internazionale.
Gianni Fabbris