Home > "Le agenzie interinali? Le facciamo a pezzi"
Parlano due giovani romani che hanno partecipato alla distruzione di una
sede Adecco
A.MAN.
ROMA
Erano lì, ieri mattina, a fare a pezzi tutti quelli che trovavano
nell’agenzia interinale Adecco di via Farfa, nel quartiere San Paolo.
"Venivamo da un blocco stradale su via Ostiense - raccontano due di
loro, facce note dei centri sociali romani - L’agenzia era chiusa,
abbiamo tirato su le serrande e abbiamo spaccato tutto. E quando siamo
usciti abbiamo tirato dentro un petardo". Che ha fatto parecchio fumo e
si pensava a una molotov.
Uno fa l’università, l’altro ha provato a farla per un pò. Entrambi si
arrangiano con i lavori più diversi, sempre precari. Sono due ragazzi di
buone letture "ma tra noi - spigano - c’è gente che legge poco e gente
che legge troppo" Non apparteniamo a organizzazioni politiche, hanno
aderito al "blocco del precariato sociale" che ieri mattina si dava
appuntamento a piazzale Marconi, con i Cobas, il movimento antagonista
toscano, diversi centri sociali di mezza Italia. Non sono Disobbedienti,
c’entrano ancora meno col (piccolo) cartello di Europposizione.
Quelli che ieri hanno attaccato l’agenzia interinale non volevano che
la
giornata iniziasse e finisse con l’assedio al Palazzo dei congressi
dell’Eur. "Siamo stanchi - dicono - di piattaforme che rimandano a
rivendicazioni troppo lontane dai bisogni, a una filosofia
terzomondista. Noi partiamo dai bisogni". "Io preferisco farmi male, o
farmi arrestare, per un obbiettivo come quell’agenzia, piuttosto che per
strappare cinque metri di zona rossa. Rischia di diventare una routine,
questa dei vertici". "Per noi l’Adecco o una banca sono illegittimi
tanto quanto la zona rossa che circonda il vertice del G8".
Nella giornata di ieri volevano portare i bisogni del precariato
sociale. "Infatti siamo partiti dall’idea del blocco stradale, che per
definizione si fa sul territorio e cioè nell’unico luogo in cui i
precari s’incontrano e possono interagire per contrastare i processi di
trasformazione e di sfruttamento. Anche l’agenzia interinale si installa
nel territorio, tende a modificarne l’assetto sociale. Tra noi,
stamattina (ieri, ndr) c’erano anche lavoratori interinali veri e
propri". Ma davvero la precarietà, la flessibilità e il lavoro in
affitto si combattono attaccando "militarmente" le agenzie? "Quella è
una risposta - spiegano - Certo non può essere l’unica, né quella
decisiva. Se però queste iniziative non fossero sporadiche, la capacità
di mettere in crisi la produzione ci sarebbe.
L’Adecco può essere
obbligata se non altro a cambiare quartiere, dobbiamo riconquistare
metro per metro quello che ci viene tolto. E si può fare anche quando
non ci sono vertici internazionali, sempre e ovunque, è una pratica
riproducibile". Il punto è quello, il precariato: "Anche nei blocchi
stradali il precariato è capace di protagonismo sociale e visibilità,
interrompendo la circolazione delle merci, delle persone e delle
informazioni. Parliamo di un soggetto molteplice frammentato,
diversificato. Che certo non può bloccare la produzione fermando una
fabbrica".