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Lettera aperta a Sinistra Giovanile e al Movimento

Publie le martedì 13 maggio 2003 par Open-Publishing

Lettera aperta a Sinistra Giovanile e al Movimento

E’ di qualche giorno fa la notizia che la Sinistra Giovanile ha
deciso
di promuovere comitati per il NO al referendum sull’art.18 del 15
giugno.

Il direttivo Sg, riunito a Bari, ha quindi deciso di non appoggiare
un
referendum che reputa "inutile e dannoso", e "che penalizza in
particolare i lavoratori atipici".

E’ straordinario costatare che l’organizzazione che spesso si vanta
di
essere la matrice giovane e propositiva del più grosso partito
d’opposizione, i Ds, sia invece inchiodato ad una logica
conservatrice
ed antisociale, quasi quanto il partito di cui è ispirazione.

Nonostante gli aderenti a Sg si sforzino di affermare che la linea
dell’associazione non corre necessariamente parallela a quella dei
Ds,
ormai è evidente che questa è in realtà la branca del partito che si
occupa delle poliche giovanili e della propaganda politica.

Appare quindi assurdo che Sg si consideri e continui ad affermare di
esser parte del Movimento. Premessa l’inutilità di considerazioni in
merito alla definizione formale di cosa è il Movimento, che è un
fenomeno di coesione sociale e politica che assume un’immagine
diversa
da persona a persona, di certo questo opera per la sostanza, non per
l’interesse. Consiglierei agli amici di Sg di riflettere su queste
frasi, perchè è qui che si gioca la credibilità e la serietà di
un’organizzazione che dopo quest’ennesima mossa diventa
un’interlocutrice molto difficile per tutti coloro che nell’attivismo
sociale vedono i propri ideali.

La condotta di Sg è risibile sotto ogni punto di vista, e mi chiedo
con che coraggio i suoi esponenti amino ancora impunemente fare bella
mostra di braccio alzato e pugno chiuso a tutte le manifestazioni
pubbliche. Se Sg è mera espressione dei Ds e della loro politica
talmente mediata da sfociare nell’antisociale, che faccia pure, ma
non
macchi con l’ipocrisia e con la falsità l’attività di chi lavora
veramente per i diritti e le tutele sociali.

Non vediamo con quale titolo si possa definire il referendum "inutile
e dannoso": è pur vero che un così delicato tema necessita di un
profondo intervento sociale, che non si può esauirire con un voto, ma
sicuramente il SI’ del referendum non va ad intaccare il processo di
tutela sociale che alcune organizzazioni hanno avviato; anzi, semmai
lo rafforza, dando ulteriore stimolo a chi lavora per maggiori
garanzie sociali. Vorremmo altresì chiedere a Sg e compagnia bella in
quale altro modo pensano di affrontare l’argomento, all’oggi: non
certo con un iter legislativo, che fallirebbe immediatamente sotto le
pressioni del governo neofascista di Berlusconi, per altro per nulla
contrastato da un’opposizione incapace e spenta, litigiosa, dalle
idee
confuse e non troppo differenti da quelle della Casa delle Libertà.

Il SI’ rafforzerà la politica sociale, eliminando la barriera che
esclude centinaia di migliaia di lavoratori dalle più ragionevoli
tutele. Un passo doveroso, anche in vista degli attacchi al sociale
che questo governo porterà avanti. Come dire: prepariamoci fin d’ora
al peggio, visto che ne abbiamo la possibilità. Al contrario, la
vittoria del NO, o ancor peggio il mancato raggiungimento del quorum,
significherebbe la capitolazione di tutta la politica sociale fin’ora
portata avanti, legittimando il governo a stroncare una volta per
tutte il Movimento.

Non esiste una ragione sensata a questo NO, casomai con questo si
giustifica un interesse politico, che mira quindi a coprire le spalle
infreddolite dei partiti del centro-sinistra e non certo alla tutela
del cittadino. Ecco dimostrato che a Sg, come ai Ds, nulla importa
delle condizioni precarie dei giovani come dei lavoratori, il reale
interesse al momento è l’accumulo continuo di consensi attraverso una
politica voltagabbana che la porta a beccare un po’ qua e là, secondo
dove tira il vento.

E guarda caso, Sg utilizza una delle strategie più collaudate
dell’assetto neoliberista che in teoria critica: il marketing, il
branding, il marchio. Ds si marchia Sg per farsi piacere ai giovani
che hanno il primo approccio con la politica; a sua volta Sg fa
proselitismo raccontandoti un po’ ciò che vuoi sentirti dire,
promettendo molto ma, di fatto, mantenendo poco.

Basta con l’ipocrisia, basta con le manovre faziose e destrutturanti.
Il Movimento attivista tutto è stanco di farsi prendere in giro. Ci
auguriamo che Sg e i suoi circoli riflettano a lungo sul loro
passato,
prima di muoversi in qualsivoglia direzione.

Studenti in Lotta - Ravenna