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Lettera aperta all’Anpi per la Palestina
par Federica Molesti - Gabriella Grasso - Susanna Casali
Publie le martedì 12 giugno 2012 par Federica Molesti - Gabriella Grasso - Susanna Casali - Open-Publishing
Al presidente nazionale dell’ANPI, Carlo Smuraglia
Al Presidente dell’Anpi Comitato regionale Lombardia, Tullio
Montagna
A tutte le sedi ANPI
disseminate sul territorio nazionale
Nel giorno di commemorazione della Nakba ci rivolgiamo a
Voi,
Gentili Signori/e SOCI dell’ANPI
Voi che
foste partigiani e testimoniaste direttamente la volontà di eleggere Libertà e
Giustizia a reggere i rapporti tra le persone ed i popoli perché tutti possano
vivere in Pace, contro la ferocia che il Nazifascismo aveva instaurato in
Europa e nel mondo. Voi che avete ereditato i valori di libertà e giustizia che
tale lotta seppe incarnare, voi che oggi desiderate prolungarne la storia ed il
valore senza perderne la traccia significativa nella moralità che detta i
vostri gesti.
La festa
della Liberazione è per noi l’omaggio alla Resistenza partigiana, ai suoi
valori, il ricordo indelebile del suo esempio. Tuttavia il 25 aprile scorso la
Manifestazione Nazionale a Milano ha accolto diversi esponenti
dell’Associazione Amici d’Israele, che appoggia il razzismo nazionalista dello
Stato di Israele. Tra la folla spiccavano inoltre numerose bandiere israeliane.
Confidando
nelle vostre buone intenzioni vorremmo in questa sede ricordarvi il motivo per
cui riteniamo che Israele non solo non rappresenti i valori della Resistenza,
ma ne faccia scempio. Vorremo ricordarvi l’esigenza di sapere da voi difesi
tali valori, nella memoria di chi diede la vita per farli rispettare:
- Il valore della pace ed il ripudio di guerre
offensive riconosciuto dall’articolo 11 della Costituzione Italiana,
violato dall’ esercito di Israele innumerevoli volte, ultima delle quali
nel dicembre 2008 a Gaza, quando l’aviazione israeliana commise un
massacro (1400 morti, la maggior parte dei quali civili, 352 bambini);
- Il valore della libertà di ogni individuo,
riconosciuto nella carta universale dei diritti umani e principio fondante
della resistenza contro l’occupazione tedesca e contro il regime fascista
in Italia. Tale principio viene negato al popolo palestinese da 64 anni. 7
milioni di rifugiati in esilio e persone internamente dislocate non
possono ritornare alle proprie case, 4.653 prigionieri politici, di cui
308 in detenzione amministrativa, 218 bambini e 7 donne, vivono in
condizioni disperate nelle carceri israeliane, 2 milioni di abitanti nella
West Bank vivono segregati al di là di un muro illegale (condannato dalla
Corte Internazionale di Giustizia dell’Aia nel 2004) e privi di libertà di
movimento, 1.2 milioni di palestinesi vivono nella Striscia di Gaza sotto
Assedio, in una prigione a cielo aperto, ridotti alla fame da un embargo
disumano;
- Il valore dell’uguaglianza, riconosciuto dalla
carta universale dei diritti umani, dalla costituzione italiana e da
innumerevoli trattati del diritto umanitario internazionale. Tale valore
viene negato ai palestinesi in quanto Israele si autodefinisce “Stato
democratico Ebraico” e tutti gli abitanti non ebrei di Israele non godono
degli stessi diritti degli altri cittadini. Per questo motivo La Legge Per
il Ritorno israeliana rilascia immediata cittadinanza a tutti gli ebrei
nel mondo che intendano trasferirsi a vivere in Israele. Un diverso
trattamento viene invece riservato ai rifugiati palestinesi che scapparono
o furono cacciati durante la guerra del 1948. Tali persone posseggono
ancora case, terre e legami familiari in quei luoghi di origine. Israele
tuttavia non riconosce loro il diritto al ritorno e quindi di cittadinanza
(diversamente da quanto prescritto dalla risoluzione 194 delle Nazioni
Unite). Uguaglianza viene similmente negata ai palestinesi cittadini dello
stato d’Israele, sottoposti a leggi discriminatorie che ne limitano le
libertà personali (nel matrimonio e nell’acquisto di immobili, per
esempio);
- Il valore dell’ autodifesa contro una forza
occupante, che vede i palestinesi nel diritto di opporsi ad un continuo ed
implacabile progetto di pulizia etnica che li vuole allontanare dalle
proprie case e dalle proprie terre (nei soli quartieri di Silwan e Sheik
Jarrah, presso Gerusalemme Est, migliaia di Palestinesi hanno recentemente
ricevuto ordini di espulsione dalle proprie case);
- Il valore universale di giustizia, principio
fondante del diritto internazionale e principio morale a cui i partigiani
si ispirarono. Le colonie israeliane sono state ripetutamente definite
illegali nelle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell’ONU n° 446,
452, 465, 471 e 476.
Vi
chiediamo pertanto di raccogliere informazioni circa le innumerevoli violazioni
del Diritto Internazionale compiute da Israele dal 1948 fino ad oggi;
Vi
preghiamo di continuare la lotta contro l’antisemitismo ed ogni forma di
razzismo che sorge nel mondo, incarnando in questo la volontà degli
innumerevoli martiri di cui l’ANPI raccoglie la storia;
Vi
invitiamo ad unirvi con noi nella Campagna di
Boicottaggio Disinvestimento e Sanzioni contro Israele, una
forma di resistenza non violenta volta a fare pressioni sullo Stato di Israele
affinché tutti i valori che abbiamo elencato precedentemente vengano
rispettati;
Vi
esprimiamo il nostro desiderio di incontrarvi per approfondire insieme le
ragioni del nostro scontento ed i contenuti di questa missiva.
Federica Molesti - Gabriella Grasso -
Susanna Casali