Home > Lo Stato di diritto fu sospeso
Abbiamo atteso 26 mesi ma alla fine la verità sta venendo a galla. Per
l’assalto alla Diaz capisquadra, funzionari e anche altissimi dirigenti di
polizia sono accusati dopo accurate indagini di reati infamanti come la
calunnia aggravata, il falso, l’abuso di ufficio, il concorso in lesioni;
per Bolzaneto altri funzionari sono accusati di lesioni, falso, abuso
d’autorità e d’ufficio. Fra il 20 e il 22 luglio a Genova furono calpestati
i diritti di centinaia di persone e fu umiliata la democrazia. Lo stato di
diritto fu sospeso.
Gli atti della magistratura cominciano a dimostrarlo, nonostante
l’ostruzionismo di organismi istituzionali e le coperture politiche
assicurate agli autori degli abusi.
In attesa che la procedura giudiziaria completi il suo percorso, vorremmo
sapere: perché alcuni dei dirigenti messi pesantemente sotto sono stati
recentemente promossi a nuovi importanti incarichi di responsabilità?
Essere stati coinvolti nell’assalto alla scuola Diaz è forse un merito
professionale? Perché invece, a tutela del buon nome della polizia e per
ripristinare la fiducia dei cittadini, tutti i funzionari non vengono
sospesi in attesa dell’esito dell’inchiesta? Perché le 93 persone pestate e
arrestate alla scuola Diaz sono ancora indagate per associazione a
delinquere finalizzata alla devastazione e al saccheggio? Perché il
parlamento e il governo non prendono provvedimenti per rendere
riconoscibili, con numeri e targhette sulle divise, gli agenti in servizio
d’ordine pubblico? I picchiatori della scuola Diaz e quanti si sono
accaniti su manifestanti pacifici e inermi nelle strade di Genova - coperti
da caschi e fazzoletti e quindi irriconoscibili - non saranno processati:
niente di simile dovrebbe mai accadere in un paese che si dice democratico.
Perché il parlamento, vista la ricostruzione dei fatti accaduti alla
caserma di Bolzaneto, non approva una legge sulla tortura, che l’Italia -
unico paese in Europa - ancora non ha?
Perché il parlamento non istituisce una commissione d’inchiesta per
accertare le responsabilità operative e politiche degli abusi commessi a
Genova, così infamanti per le istituzioni?
Comitato Verità e Giustizia per Genova
ntervista a Giuliano Pisapia, avvocato e deputato di Rifondazione
«E adesso la commissione d’inchiesta parlamentare»
«Bisogna riconoscere che la procura di Genova ha operato con scrupolo e non
si è fatta intimorire dal fatto che fossero indagati anche alti gradi delle
"forze dell’ordine". E, soprattutto, che non si è fatta bloccare dai vari
tentativi di rendere difficile, se non impossibile, l’individuazione dei
responsabili dei singoli atti di violenza». E’ il primo commento di
Giuliano Pisapia, avvocato e deputato di Rifondazione comunista, alla
notizia dei 73 indagati per le violenze alla Diaz e Bolzaneto. Fu lui il
primo parlamentare a denunciare le violenze nella caserma della celere
trasformata in carcere provvisorio per i fermati del G8. «C’erano persone
di cui non si avevano più notizie - ricorda l’avvocato che li rintracciò in
carcere, tra Voghera, Alessandria e Pavia - mostravano evidenti segni di
percosse e raccontavano di umiliazioni e violenze. E’ importante che quei
ragazzi abbiano avuto la forza e il coraggio di raccontarlo anche ai pm. E
che intendono costituirsi parte civile per ottenere verità e giustizia».
Temevate un’archiviazione com’è stato per l’omicidio di Carlo Giuliani?
Il timore era forte, anche se avevamo verificato che i pm erano
intenzionati ad andare fino in fondo, malgrado le difficoltà e,
probabilmente, le pressioni che venivano da più parti. Di fronte a fatti
così documentati e a testimonianze così precise, era ben difficile arrivare
ad una archiviazione generale. La richiesta di rinvio a giudizio, in ogni
caso, non può essere considerata il punto d’arrivo. Ci sarà udienza
preliminare e poi il dibattimento, dove si riproporranno la difesa
corporativa degli indagati e i tentativi di scaricare su altri le
responsabilità: carabinieri versus polizia, Sco versus reparti celere,
ecc... Questo renderà non facile individuare le singole responsabilità,
anche se sarà impossibile contestare i fatti.
Tuttavia questo processo non potrà non chiamare in causa un livello di
responsabilità superiore.
Sarà importante far emergere anche le responsabilità, di carattere politico
e di chi ha gestito l’ordine pubblico. Credo però si debba essere chiari:
compito della magistratura è quello di individuare i colpevole dei reati
contestati. Per le responsabilità politiche, diventa ancora più
indispensabile l’istituzione di una vera commissione d’inchiesta
parlamentare, come continuiamo a chiedere da oltre due anni.
Quali sono i punti più oscuri delle due vicende?
Per Bolzaneto ci vorrà il massimo impegno di tutti per individuare i
responsabili dei singoli episodi, anche perchè - ne sono convinto - si
rafforzerà l’ostracismo di chi ha fatto di tutto per impedire il
riconoscimento di chi operava all’interno della caserma-lager. Basti
ricordare che cc e ps hanno fornito all’autorità giudiziaria foto vecchie e
minuscole proprio per impedire i riconoscimenti e, spesso, non hanno dato
notizie precise sugli orari di servizio all’interno di Bolzaneto. Per la
Diaz abbiamo già detto dei tentativi reciproci di scaricabarile. Ma molti
dei "responsabili" di allora, sono stati promossi e oggi hanno un ruolo che
può facilitare l’inquinamento delle prove.
Che. Ant.