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Napoli - Continua la mobilitazione contro Equitalia

par Raf

Publie le giovedì 17 maggio 2012 par Raf - Open-Publishing
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Prosegue la campagna contro Equitalia nella città partenopea

Napoli - La mobilitazione continua. Cacerolazo ed assemblea popolare

Giovedi’ Cacerolazo sotto le sedi Equitalia, Venerdi’ assemblea popolare

16 / 5 / 2012

Venerdi scorso abbiamo espresso fuori la sede di Equitalia la forte e sentita indignazione per quello che sta accadendo. Per questo abbiamo subito assurde cariche dalla polizia e a nostro avviso una pesante disinformazione mediatica! Non ci riconosciamo infatti nella definizione del cosiddetto "popolo anti-tasse" ed altre semplificazioni populiste sul modello leghista o di altre improbabili figure.

Contestiamo invece il ruolo e i metodi assegnati dallo Stato ad Equitalia. Protestiamo per le pratiche da usura messe in atto contro le fasce deboli della popolazione, i vertiginosi tassi di interesse e i pignoramenti di beni primari, invece di toccare i grandi patrimoni e i grandi evasori fiscali!

E’ tempo che paghi la crisi chi invece finora ha speculato.

Perciò la mobilitazione continua!

Chiediamo la chiusura di Equitalia e di queste spa che gestiscono i crediti pubblici col compito di accanirsi contro la povera gente. Rivendichiamo una sanatoria sui debiti dei ceti sociali già assaltati dalla crisi e dalle politiche di "austerity" del governo: lavoratori dipendenti, pensionati, piccoli lavoratori autonomi e artigiani, disoccupati e precari, categorie nelle quali tutti noi ci collochiamo socialmente.

Proponiamo e tutti e tutte di autorganizzarci per sostenere una mobilitazione partecipata e di massa che veda protagonisti i soggetti sociali aggrediti dalla crisi e taglieggiati da questi metodi fino addirittura ad indebitarsi a vita.

Invitiamo tutti a un assemblea pubblica in piazza per prendere parola e manifestare la nostra indignazione, per discutere insieme le prossime forme di mobilitazione, magari la costruzione di una grande manifestazione cittadina. E connetterci alle altre esperienze che in tutta Italia perseguono gli stessi obiettivi. Partecipiamo tutti e tutte: la contestazione è meglio della disperazione!

Giovedi "Cacerolazo" con pentole e volantini in vari punti della città e fuori le sedi di Equitalia

per pubblicizzare l’assemblea in piazza di Venerdi e il prosieguo della campagna

VENERDI 18 MAGGIO ORE 16.30

ASSEMBLEA PUBBLICA IN PIAZZA

via Ponte di Tappia (slargo della Feltrinelli adiacente a via Roma)

Rete dei movimenti napoletani contro Equitalia


Note di approfondimento su cos’è e come agisce l’agenzia italiana di riscossione dei tributi

Chiudere Equitalia per fermare lo strozzinaggio.

15 / 5 / 2012

In questi giorni cresce la protesta contro l’agenzia di riscossione Equitalia, parallelamente all’escalation di suicidi e gesti di disperazione a cui la stretta coatta del debito privato sta costringendo molti e troppi cittadini e cittadine. La manifestazione di Napoli, caratterizzata da un’insensata violenza da parte delle forze dell’ordine, ha dato l’input alla formulazione dei classici teoremi all’italiana che, con una grande semplicità, sottendono equivalenze forzate tra conflitto sociale e spettro terrorista.

E’ evidente che quello del debito privato sembra essere un nervo scoperto e doloroso per i ceti medio-bassi, ed in generale per le fasce di subalternità che abitano il paese. Un nervo scoperto anche per il governo Monti, che fa la figura del Re nudo proprio sul tema del debito privato. E’ altrettanto evidente che l’apertura di una fase di auspicabile larga mobilitazione contro questi usurai di stato è piena di contraddizioni, e lascia facilmente spazio a populismi e fraintendimenti.

Ci sembra che il punto di vista tuttavia debba restare quello che "tocca terra", quello che sostiene l’iniquità sociale della riscossione tributaria e che da battaglia al governo Monti che sembra non avere alcuna intenzione di recuperare liquidità dai grandi patrimoni, dai capitali scudati e dalle transazioni finanziarie, ma solo dalla persecuzione delle povertà.

I numeri della crisi ci dicono che uno dei pochissimi enti a vedere fortemente incrementati i suoi utili è proprio Equitalia.

Nata nel 2006 dalle ceneri della vecchia Gest Line, Equitalia è un ente ad azionariato pubblico, 51% dell’Agenzia delle entrate e 49% dell’INPS, che agisce di fatto come privato appaltatore della riscossione delle tasse per gli enti locali, sulle quali riscuote un interesse (c.d. “aggio”) del 5%, che si va a sommare ad altri interessi sul debito del 6% per un totale del 9% fissato dalla legge.

Inoltre, se il pagamento è successivo ai canonici 60 giorni che il contribuente ha per pagare devono anche sommarsi gli interessi di mora.

Dal 2009 al 2010, anno in cui è esplosa definitivamente la crisi economica anche in Italia, Equitalia ha implementato la riscossione dei tributi portando i suoi ricavi da 7735 milioni di euro a 8876 milioni, cifra mai raggiunta prima: più 14% dal 2009 e addirittura più 25% dal 2008.

Ma chi sono i principali “tartassati” nella crisi? Sicuramente non i grandi evasori fiscali, coloro che possiedono immensi patrimoni derivanti da rendite finanziarie e, per evadere, trasferiscono all’estero gran parte dei loro redditi – dei quali si occupa la Guardia di Finanza e, in ogni caso, risultano nullatenenti.

I “tartassati” di Equitalia, invece, stando ai casi riportati in numerose inchieste giornalistiche, sono precari che non riescono a fare fronte alle tasse per il carattere intermittente del loro lavoro; cassintegrati che non riescono a pagare il mutuo della casa, la quale viene in seguito ipotecata; lavoratori autonomi; le piccole e medie imprese che chiudono i battenti a causa della crisi (e licenziano) o che non ricevono in tempo i pagamenti dallo Stato – salvo poi, quest’ultimo, esigere puntualmente le tasse attraverso il suo “braccio armato” appalta-tributi. Vittime di Equitalia sono anche le migliaia di persone licenziate a fronte di una crisi economica che non hanno concorso a provocare – in proposito le stime della Commissione Europea parlano di 2,2 milioni di senza lavoro nel 2010, pari all’8,6% della popolazione. A questa cifra, però, vanno aggiunte anche le persone che hanno smesso, perché sfiduciate, di cercare lavoro e i cassintegrati, nonché le percentuali vertiginose di giovani - si parla addirittura del 40% nel Sud Italia - la cui unica prospettiva è la disoccupazione.

Si aggiunga anche che notifiche, pignoramenti, sequestri, ipoteche, blocco dei pagamenti dal parte della P.A. sono i normali poteri di Equitalia, per i quali non è neanche necessaria la firma di un giudice: in tal modo Equitalia si trova ad avere più poteri della Guardia di Finanza!

Inoltre, se ad esempio un Giudice di Pace annulla una multa, nessuno è tenuto a informare Equitalia, cosicché l’importo cresce, passano i 60 giorni per pagare e scatta il blocco del bene, anche se il contribuente non è tenuto a dare nulla al fisco.

Peraltro, in pochi sanno che grazie ad una legge recente – la 24/12/2007 n. 244 – Equitalia, tramite una sua azienda controllata, la Equitalia Giustizia, può gestire i proventi da sequestri presso le banche, recuperare crediti e sanzioni derivanti da spese processuali e gestire e amministrare il Fondo Unico Giustizia.

In tali casi Equitalia Giustizia può effettuare finanziamenti, operazioni finanziarie, garanzie, costituire società con la partecipazione di privati, stipulare accordi, contratti e convenzioni con società sia pubbliche che private – al solito tasso del 5% sugli utili.

Da numerose inchieste (Report, l’Espresso, il Fatto Quotidiano) emerge il costume, tutto italiano, di chiedere entrambi gli occhi quando i pagamenti sono richiesti agli amici di politici potenti: è il caso del gruppo imprenditoriale “La Cascina”, vicina a Gianni Letta e a Comunione e Liberazione, che ha beneficiato di uno “sconto” sul pagamento dei debiti, Iva compresa- sul quale indagano i magistrati, come riportato dal Fatto Quotidiano.

Inoltre, è stata scoperta da Report una lista di “contribuenti vip”, politicamente trasversale, nei confronti della quale un dirigente della Gerit, controllata di Equitalia, invitava a “soprassedere” rispetto ai pagamenti di questi contribuenti speciali.

Ancora una volta sono licenziati, cassintegrati, precari, operai, lavoratori autonomi, piccole imprese ad essere messi in ginocchio da Equitalia, i cui abusi legalizzati, mascherati dalla asettica freddezza della burocrazia, sono all’ordine del giorno.

Ormai, con l’acuirsi generale della crisi, è proprio Equitalia ad essere diventata un altro drammatico fattore di crisi.

Crediamo quindi fermamente che sia necessaria una inversione di tendenza, che innanzitutto denunci l’illegittimità delle modalità di riscossione attraverso l’esistenza di tassi di interesse altissimi, l’intollerabilità dei metodi coatti delle espropriazioni, e l’ottusità con cui i casi di debito non vengono contestualizzati nella situazione sociale, lavorativa e patrimoniale del moroso. Questa crisi e le sue ricadute sociali non permettono l’esistenza di agenzie che agiscono in maniera meccanica e non interlocutoria. La conseguenza di questo "programma di rieducazione", come lo ha definito lo stesso direttore di Equitalia, Befera, qualche giorno fa, sono state fino ad ora sangue e follia. Quello che noi auspichiamo da Napoli è invece una presa di parola pubblica, radicale e popolare, che attraverso una mobilitazione forte ponga al Governo l’annoso problema della giustizia sociale, anche sul tema dei tributi.

Laboratorio Occupato Insurgencia
D.A.D.A


L’appello del mondo della cultura napoletano contro Equitalia

Appello - Chiudere Equitalia: andiamo oltre il tabù
Scrittori, musicisti, registi, attori, giornalisti, contro Equitalia

16 / 5 / 2012
Il profondo malessere sociale che emerge dai drammi di queste settimane interroga il sentimento civile di tanti.La svolta privatistica nella gestione dei crediti pubblici, che in Italia è rappresentata da “Equitalia” (una spa, seppure a capitale pubblico), rientra in quel grave fenomeno internazionale di privatizzazione dell’interesse pubblico che pone nelle mani di pochi i destini di milioni di cittadini e riduce la vita a fenomeno di mercato. Il modello Equitalia non è una "modalità di riscuotere tasse e tributi", ma troppo spesso la logica estrema di un profitto aziendale che si nutre delle vicissitudini e delle difficoltà delle persone, delle loro biografie e delle loro inadeguatezze in una fase di recessione. La nascita di questa società infatti ha obiettivamente introdotto comportamenti particolarmente spregiudicati e giuridicamente aggressivi, che in teoria dovrebbero servire a recuperare l’evasione fiscale, ma troppo spesso si traducono in dinamiche asfissianti proprio per le fasce più deboli della popolazione. Interessi sul debito che rapidamente decollano verso percentuali impressionanti, pignoramenti e ipoteche anche su beni primari (come la casa di abitazione), cartelle esattoriali spropositate e gestite iniquamente nel solo interesse dei creditori, senza riguardo per i debitori, aggrediti da modalità che cercano di ricavare il massimo guadagno dalle loro difficoltà. Per non parlare dell’ulteriore tasso ("aggio") del 5% che viene incassato dalla stessa Equitalia...Si tratta spesso di lavoratori dipendenti, pensionati, precari, artigiani...Mentre i grandi evasori fiscali hanno strumenti legali ed extra-legali molto più efficaci per sottrarre i propri profitti alla leva fiscale. Questo produce una percezione sociale di ingiustizia che non va assolutamente sottovalutata perchè sta paradossalmente affermando il principio per cui ad essere illegale é la povertà! Non possiamo dimenticare che il contesto in cui viviamo è quello della crisi economica più importante dalla fine della seconda guerra mondiale e che insieme alle cosiddette "politiche di austerity" ha accresciuto pesantemente un disagio sociale già molto diffuso nel Sud. Perciò proprio Napoli può essere un punto di partenza di una riflessione che riguarda l’Italia intera.Come in un quadro rovesciato rispetto a qualche decennio fa, infatti, non viviamo più nel paese dei piccoli risparmiatori, ma in una società in cui il debito rischia di diventare una condizione di cittadinanza che assedia a vita tantissime persone. Una vera e propria fabbrica di cittadini indebitati che preoccupa per il futuro e per la qualità della vita democratica nel paese.Per affrontare questi nodi non può più essere un tabù prendere in considerazione forme di moratoria del debito per le fasce deboli della popolazione e la fuoriuscita da un sistema privatistico del recupero crediti degli enti pubblici che non va in sintonia con principi di giustizia e di equità sociale.

Prime adesioni:
Erri De Luca (scrittore)
Maurizio Braucci (scrittore)
Toni Servillo (attore)
Tiziana Terranova (docente universitaria)
Andrea Renzi (attore)
Giovanna Giuliani (Attrice/autrice)
Cesare Accetta (fotografo di scena)
Laura Angiulli (produttrice teatrale)
Luca Persico (musicista)
Sacha Ricci (musicista)
E Zezi (musicisti)
Gaetano Di Vaio (attore/ produttore)
Giuseppe Di Marco (docente Universitario)
Mario Spada (fotografo)
Giuseppe Aragno (storico)
Giogiò Franchini (autore/montatore/regista)
Ugo Capolupo (autore)
Marcello Sannino (regista)
Daria D’Antonio (regista)
Stefano Vecchio (direttore dipartimento tossicodipendenze Napoli)
Giuseppe Manzo (giornalista scrittore)
Giuseppe Errichiello (giornalista)
Ciro Pellegrino (giornalista autore)
Luca Romano (giornalista, montatore video)
Gaia Bozza, Peppe Pellegrino, Antonio Di Costanzo, Massimo Romano, Peppe Cozzolino (giornalisti)

Messaggi

  • Napoli - Cacerolazo sotto la direzione di Equitalia Sud

    Nuova tappa della campagna contro Equitalia

    Pentole e casseruole sotto la direzione di Equitalia Sud

    17 / 5 / 2012

    Oggi a Napoli altra tappa della campagna contro Equitalia, proprio nella giornata in cui il primo ministro Monti ha incontrato il capo di Equitalia Attilio Befera.

    Un “cacerolazo”, ovvero un corteo con mestoli, pentole e padelle è partito da Largo Ponte di Tappia per recarsi davanti al palazzo della Direzione Sud di Equitalia in Via Bracco.

    Circa un centinaio di persone della rete dei movimenti napoletani contro Equitalia, provenienti per lo più dai centri sociali e dai comitati di quartiere, ha dato vita alla protesta sul modello argentino.

    Accompagnato dall’assordante rumore di pentole e casseruole, i manifestanti si sono disposti davanti ai cancelli della sede centrale di Equitalia Sud. La polizia non era presenta sul posto, ed infatti non c’è stato alcun momento di tensione e non si sono verificati scontri.

    Il cacerolazo di oggi lancia l’assemblea popolare che si terrà domani alle ore 16:00 al Largo Ponte di Tappia e che segnerà un momento importante per il prosieguo della Campagna contro Equitalia dei movimenti napoletani.

    I manifestanti chiedono : a) La sospensione della riscossione dei tributi per le fasce sociali deboli, b) una vera lotta ai grandi evasori fiscali, c) la chiusura di Equitalia ed il ritorno all’internalizzazione della riscossione fiscale senza società per azioni come Equitalia, d) l’introduzione di una tassa patrimoniale sui grandi capitali per garantire le politiche del welfare e dell’occupazione, e) la fine del metodo di riscossione coatta dei tributi (pignoramenti degli stipendi, vendita coatta delle abitazioni e dei beni immobili, ecc.), f) la cancellazione dei diritti di agio e di interesse maturati da Equitalia sulle cartelle esattoriali.

    Il “cacerolazo” è proseguito per alcune ore, ci sono stati diversi interventi al megafono di attivisti e di cittadini che hanno portato le loro cartelle esattoriali. Numerosi anche gli interventi in solidarietà agli attivisti italiani fermati a Francoforte dalla polizia tedesca mentre manifestavano contro la BCE. Per domani è stato convocato un presidio sotto al consolato tedesco in Via Crispi.

    Dal “cacerolazo” sono state lanciate fac simile di banconate di 50 e 100 euro verso l’ingresso della sede dell’agenzia di riscossione.

    Domani con l’assemblea popolare si lanceranno nuove mobilitazioni di piazza.

    Rete dei movimenti napoletani contro Equitalia


    Si sparò per la cartella del fisco
    muore dopo 12 giorni di coma

    Non ce l’ha fatta Pietro Paganelli, l’uomo di 72 anni che lo scorso 5 maggio si sparò alla tempia. Non aveva mai ripreso conoscenza. Ai familiari aveva lasciato un biglietto

    E’ morto all’ospedale "Loreto Mare" di Napoli, l’artigiano Pietro Paganelli, di 72 anni, che lo scorso 5 maggio si era esploso un colpo di pistola alla tempia nella sua officina di riparazioni nautiche a Mergellina.

    L’uomo è rimasto in coma, senza riprendere coscienza, fino a oggi. Aveva lasciato un biglietto: "La dignità è più importante della vita". Aveva un contenzioso aperto con il fisco ed era rimasto turbato dalla notizia di una nuova cartella esattoriale giunta al figlio.

    http://napoli.repubblica.it/cronaca/2012/05/17/news/si_spar_dopo_cartella_equitalia_morto_dopo_12_giorni_di_coma-35346330/

    • Napoli - 300 persone all’assemblea popolare contro Equitalia

      Continua serratamente la campagna a Napoli

      Nuove mobilitazioni in arrivo

      18 / 5 / 2012

      Almeno 300 persone sono circolate per l’assemblea pubblica che si è tenuta oggi pomeriggio in via Ponte di Tappia, a poca distanza dalla direzione napoletana di Equitalia. Testimonianze di vita vissuta di chi ha subito i meccanismi vessatori del modo di funzionare dell’agenzia (soprattutto gli allucinanti interessi e il fatto che si tenda ad avvisare le persone alla scadenza dei cinque anni di prescrizione per far decollare al max il pagamento) ma anche dichiarazioni più di fondo che hanno precisato di non considerarsi "il movimento anti-tasse" ma anzi il movimento che le tasse vuole farle pagare alle rendite, ai grandi evasori, ai patrimoni protetti spesso dalla politica fiscale" (pensiamo ad esempio allo scudo fiscale). Storie di vita come quella di una dipendente della pubblica amministrazione che, per una multa sull’assicurazione del veicolo non pagata in tempo, ha oggi a che fare con una cartella esattoriale di 4200 euro... O di Chi ha dovuto difendersi dall’ipoteca sulla casa per un debito di 6300 euro. Pensionati e disoccupati uniti da autentica ansia e preoccupazione ma ormai anche dalla convinzione che "contestare è meglio che disperare". Questa rete "non fa la guerra alle tasse genericamente, ma pone la questione dei meccanismi usurai contro la povera gente, contro i lavoratori dipendenti, i precari, i disoccupati, i lavoratori autonomi. Perchè la natura privatistica dell’agenzia le garantisce un guadagno percentuale sulle somme riscosse. Perciò finisce per diventare un assedio proprio a chi ha meno risorse per difendersi".
      La crisi mette all’ordine del giorno la questione della moratoria sui debiti delle fasce deboli della popolazione, lavoratori dipendenti, precari e pensionati. Che sono i soli a pagare la cosiddetta "austerity" e stanno sempre più affondando nei debiti. Ma chiedere un cambiamento a Monti o a Befera, visto le loro biografie, è un pò come chiedere al generale Custer di schierarsi dalla parte degli indiani! Perciò serve una mobilitazione molto ampia e autorganizzata. E noi vogliamo fare la nostra parte costruendo in un paio di settimane un partecipato corteo cittadino contro il metodo Equitalia.
      Gli studenti universitari hanno ricordato le proteste che in questo momento si stanno svolgendo a Francoforte contro la BCE e che vedono pure molti attivisti napoletani colpiti dai divieti a manifestare e dai fermi preventivi: Assistiamo a una politica fiscale all’inverso che toglie ai poveri e ai più deboli per regalare miliardi di euro alle banche. Tutto questo sta distruggendo la democrazia in Europa.
      All’iniziativa anche realtà dei precari, come gli operatori sociali e i precari bros. Ma soprattutto tante persone attratte banalmente dagli avvenimenti e che si chiedevano se "davvero è possibile chiudere Equitalia". Vedremo...

      Rete dei movimenti napoletani contro Equitalia