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Napoli, in migliaia al grido di "Renzi statt’ a casa!". Cariche e lacrimogeni
par InformationGuerrilla
Publie le mercoledì 6 aprile 2016 par InformationGuerrilla - Open-PublishingMercoledì 06 Aprile 2016
Al grido di “Renzi statt’a cas!” migliaia di persone hanno partecipato oggi alla giornata di contestazione contro Matteo Renzi e le politiche del suo governo, sfidando in maniera frontale lo stato d’assedio imposto dalla Questura nei confronti della città. Il premier ha in agenda alle 18 di presenziare alla cabina di regia in Prefettura con all’ordine del giorno il futuro dell’ex area Italsider di Bagnoli, quartiere napoletano; una visita rimandata di 4 ore rispetto al programma originale, per tentare di evitare le contestazioni preannunciate da diverse settimane a lui ma anche al modello di gestione del PD che negli ultimi venti anni ha governato quasi ininterrottamente la città.
Insomma, quello di oggi era l’ennesimo “appuntamento decisivo” per Bagnoli e la sua riqualificazione, annunciato senza ovviamente alcun tipo di confronto con i cittadini e i comitati che si oppongono da anni, dal basso, ai progetti neoliberisti di gestione del territorio tipici di questo esecutivo. Comitati che denunciano la natura di finzione delle politiche degli annunci renziani, pretendendo la possibilità di una gestione dal basso del proprio territorio dove l’unico dei provvedimenti necessari, la bonifica, rimane ancora solo un progetto sulla carta.
Partito da piazza Dante verso le 11, il corteo viene via via definito dalla presenza del mondo della formazione in lotta, dei centri sociali cittadini, del sindacalismo di base e di migliaia di cittadini e cittadine portati all’esasperazione dalla crisi, dalla disoccupazione e delle politiche di austerità. La piazza ha dovuto affrontare una Napoli completamente blindata da polizia, carabinieri e guardia di finanza per evitare che il premier venisse sorpreso dall’eterogeneo dispositivo di accoglienza messo in campo dall’insieme delle realtà di lotta partenopee.
I continui blocchi polizieschi alle vie che portavano alla Prefettura e alla sede del Mattino dove il premier aveva in programma un summit con la redazione del giornale hanno portato il corteo ad attraversare i Quartieri Spagnoli, nel centro cittadino, per poi dirigersi verso il lungomare. Qui la volontà poliziesca di blindare la Prefettura ha portato all’utilizzo in serie di lacrimogeni, manganelli ed idranti nei confronti dei manifestanti, che hanno risposto compatti difendendosi dall’aggressione poliziesca anche attraverso fumogeni e grossi petardi.
“Napoli libera” è stato il grido di battaglia più lanciato dalla piazza, che ha più volte durante la giornata legato l’attacco allo Sblocca Italia e al suo articolo 33 (che impone il commissariamento di Bagnoli) alla questione delle trivellazioni sulle coste del paese che saranno a breve oggetto di referendum e che soprattutto hanno nelle ultime ore nuovamente evidenziato la natura parassitaria e corrotta dell’esecutivo, travolto dallo scandalo Guidi e proiettato verso una tornata elettorale che si annuncia quantomeno problematica.
Dopo le cariche, i manifestanti si sono ritrovati in assemblea alla Galleria Umberto per fare il punto sulla giornata e rilanciare le prossime mobilitazioni, mentre Renzi sorvolava in elicottero il cielo sopra Bagnoli per approdare al carcere minorile di Nisida, in quell’area flegrea da sempre vittima di malagestione della politica e di clientelismo. Il dato politico da sottolineare è senza dubbio l’ottima riuscita in termini numerici del corteo, a testimonianza di una insofferenza sociale diffusa contro il governo delle lobby del petrolio e delle banche: aldilà della scadenza referendaria da sostenere del 17 aprile a venire, la giornata napoletana può servire da ulteriore rilancio dell’opposizione sociale a questo governo, capace di dare voce ai tanti e alle tante che non si riconoscono in una classe politica sempre più assente dalla realtà dei problemi quotidiani della gente.