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Nasce Interpress Media Workers, l’agenzia degli autoinviati
Publie le martedì 1 luglio 2003 par Open-PublishingBetreff: [RK] Nasce Interpress Media Workers, l’agenzia degli autoinviati
Nasce Interpress Media Workers, l’agenzia degli autoinviati
di Madame Psychosis
Nascerà a Amman, in Giordania, la prima agenzia internazionale di stampa
indipendente.
Si chiamerà Interpress Media Workers, avrà un ufficio aperto 24 ore su 24,
offrirà gratuitamente a ogni reporter che lo richieda assistenza logistica
e
professionale e consulenza sanitaria e legale. Sarà inoltre un portale web
con reportages, interviste, foto, video, file audio e dossier, prodotti da
giornalisti, intellettuali e studiosi di tutto il mondo.
Il materiale sarà disponibile in tre lingue, italiano, inglese e francese,
il sito offrirà in abbonamento un servizio quotidiano di press agency,
rivolto inizialmente ai media europei, più altro materiale in regime di
copyleft.
Interpress Media Workers seguirà la situazione politica dell’area del MO:
Egitto, Israele, Palestina, Libano, Siria, Giordania e Iraq. "Amman è ora
al
centro di uno dei centri del mondo" spiega Roberto Di Nunzio, uno degli
artefici di IMW, con la complicità di alcuni colleghi, fra cui Rosarita
Catani, reporter indipendente italiana che ad Amman vive da anni, Paolo
Oddone, coordinatore di Warnews, Carlo Gubitosa di Peacelink, Roberto
Vignoli, direttore di Information Guerrilla e editore con NuoviMondiMedia,
e
Patrizia Viglino, giornalista indipendente impegnata da anni in MO.
La linea di sostegno economico verrà mutuata dal modello operativo di fund
raising di Reporter sans frontières. I reporter che lasceranno i propri
dati
e segnaleranno la loro presenza in MO all’agenzia, potranno dichiararsi,
in
caso di difficoltà, in missione di lavoro per conto di Interpress Media
Workers, agenzia stampa con sede ad Amman.
Roberto Di Nunzio, freelance che da molti anni si occupa di esteri, è
recentemente salito alle cronache internettiane col nickname di Robdinz,
con
cui ha firmato una sessantina di "take" dal titolo In contatto con Bagdad
pubblicati in Indymedia durante i giorni della guerra. Ora queste
corrispondenze diventeranno un libro (Falsariga edizioni La Spezia,
prefazione di Lello Voce).
Perché Indymedia? "Un giorno mi è arrivata questa prima corrispondenza, in
francese, diceva "stanno sganciando le prime bombe". Ho tenuto per le mani
queste trenta righe, poi ho postato in quello che considero il più
formidabile strumento di "democracy press" al mondo. Volevo evitare
qualsiasi speculazione, certo conoscendo la confusione che si può creare
in
un luogo accessibile a tutti, senza filtri".
"Poi è nato il metodo, due post al giorno, di una trentina di righe,
numerati progressivamente. I contatti avvenivano via telefono e email, fra
mille difficoltà. Queste corrispondenze hanno avuto una grande risonanza
in
rete, sono state propagate in tempo reale, tradotte in molte lingue,
persino
in giapponese, mi sono arrivate delle proposte editoriali. Anche da qui
parte IMW, che è un’idea che avevamo comunque da diverso tempo".
Ma come è cominciata? "Da mesi in internet tenevo d’occhio il lavoro degli
human shields e soprattutto dei reporter indipendenti che si sarebbero
recati in Iraq, con alcuni di questi avevo preso dei contatti. Persone
brave, serie, coraggiose, con una linea di lavoro originale perché fatta
di
storie che sfuggono alla elefantiaca presenza dei grandi network".
"Come l’americano che è andato a registrare l’audio della guerra, la
ragazza
che ha cercato solo storie di bambini, l’egiziano con passaporto inglese
che
è arrivato come giornalista ma essendo medico ha infine indossato un
camice
e si è messo a lavorare con la Luna Rossa". In tutto Robdinz ha tenuto i
contatti con sei persone, che a Bagdad hanno vissuto diverse settimane".
"In un contesto diverso dal Palestine, fatto di piccoli alberghi e delle
case degli iracheni, con una visione certamente parziale ma anche unica. I
"miei" reporter spesso non avevano pass e visti e non giravano coi pullman
organizzati, in una città di 5 milioni di abitanti bombardata 24 ore su 24
per due settimane, piena di gente armata".
"La loro paura era tangibile, l’emotività spesso ha preso il sopravvento,
l’
ho considerato un lato umano e inscindibile, che mi dava il valore della
testimonianza. Racconti come: "Siamo chiusi in una stanza da 20 ore, al
buio, ho mangiato un passato di legumi in tutto oggi, l’acqua non c’è e
non
mi lavo da due giorni, stiamo mettendo lo scotch sui vetri".
"O come la storia della ragazzina irachena che sotto le bombe sognava di
andare negli Usa e conoscere Tom Cruise, a cui il mio "contatto", una
ragazza tedesca, ha potuto replicare solo che Brad Pitt è molto meglio. Ma
anche le visite agli ospedali di Bagdad, dove i cadaveri all’inizio
stavano
nelle celle frigorifere, poi hanno finito per riempirle, e quando
l’energia
elettrica se ne è andata sono stati letteralmente ammucchiati fuori".
"Vedi - continua Robdinz - qui non si tratta di ragionare di embedded o
non
embedded, ma di vedere la Gruber e la Botteri chiamate "veline di Saddam",
l
’informazione sulla guerra tracimare nelle trasmissioni di
intrattenimento,
Vespa e Arpino intorno al plastico del risiko. Vedere che l’informazione
andava fatta da Roma, non da Bagdad".
E’ quindi necessaria un’agenzia di stampa indipendente? "Mi piace che si
possa riconoscere anche il lavoro dell’autoinviato, che sta fuori dal
circuito della grande stampa, tranne quando muore, quando per 24 ore
diventa
un esempio di grande giornalismo. Gente che si fa un culo così, che ha dai
20 anni ai 40 e oltre, che nessuno ha accreditato e che per questo
affronta
grandi difficoltà, a suo rischio e pericolo".
"Reporter che vivono, certo, anche in quel "secondo piano" della
comunicazione che è la stampa militante. Un punto di vista parziale,
sicuramente, ma che in qualche modo crea comunque informazione. Dico
questo
pensando ai resoconti della "festa" a Baghdad, della statua abbattuta,
dell’
arrivo dei "liberatori", che rimarranno davvero un esempio di informazione
folle, al di là di ogni realtà".
Madame Psychosis
http://www.ilbarbieredellasera.com/article.php?sid=7450