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Nozze tra Lucio Dalla e Fallaci, testimone il prof. Sartori..

Publie le martedì 4 maggio 2004 par Open-Publishing
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Dopo la grande promozione dell’ultimo libro della Fallaci, ieri è stato il turno di Lucio Dalla. Una lunga intervista che occupa un paginone e che viene richiamata sulla prima pagina del Corriere della Sera.
Leggere Lucio Dalla sul Corriere è come bere una tisana allucinogena perché l’intervistato dice alcune cose che, a mio avviso, fanno smarrire i criteri oggettivi della logica comune.
Nell’intervista, Lucio Dalla dice di essere di sinistra e che il suo mito è Enrico Berlinguer. Nello stesso tempo dice che lasciare Saddam al potere non è pace, che a Bologna non potrà votare contro Guazzaloca, elogia l’ultimo libro della Fallaci e definisce debole e bigotta la sinistra che ignora la Fallaci. Nei fatti, di Berlusconi ne fa un ritratto molto più positivo di quello di Enrico Berlinguer, descrivendolo come genio della comunicazione che "per capirlo occorre leggere il libro di Luciano Canfora". Dalla evoca il suo remoto incontro natalizio con Berlusconi ad Arcore quando accettò la proposta di insegnare nella Scuola dei manager Fininvest.

Oggi, all’ondata "filo-presenzialista militare" in Iraq del maggiore quotidiano nazionale, si aggiunge il prof. Giovanni Sartori con un ragionamento, a mio avviso, molto fantasioso. Sartori giustifica l’accentramento del potere militare in Iraq nelle mani degli USA e critica ferocemente Zapatero che si è ritirato non accettando il monopolio militare americano. Sartori, in questo allineato perfettamente con Berlusconi, dice che non possiamo andare via dall’Iraq.
Ma Sartori supera addirittura Berlusconi quando dice che se andiamo via dall’Iraq nascerebbe uno stato terrorista temibile perchè ricco di petrolio. Ci vuole coraggio ad affermare cose di questo genere perchè i concetti che, a mio avviso, scaturiscono da questo ragionamento, e che giustificherebbero ogni altra guerra preventiva, sono i seguenti: (1) Le democrazie occidentali "più evolute" hanno il dovere di mettere le mani sull’autodeterminazione dei popoli "non evoluti democraticamente" e "con ricchezze petrolifere" altrimenti nascono Stati terroristi. (2) La guerra che si sta combattendo in Iraq è solo una guerra tra l’esercito USA, che uccide "democraticamente" e fa uso di torture più creative e, dall’altra parte, i terroristi, sciiti, sunniti, estemisti Ulema ecc ecc. che uccidono selvaggiamente e vorrebbero fare un governo senza il controllo del grande ed Augusteo Bremer.

Chissà se tutto questo è solo l’inizio della grande campagna mediatica del 4 giugno prossimo, quando il "Cesare" d’oltreoceano verrà a farci visita ai Fori imperiali, una settimana prima delle elezioni europee. Riuscirà "Cesare", con l’aiuto delle "testate" che già si chinano, ad impedire il contagio della "spagnola" ??.

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