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PENSIONI: SISTEMI A CONFRONTO NELL’EUROPA CHE INVECCHIA

Publie le mercoledì 17 settembre 2003 par Open-Publishing

Notizia Agenzia ASCA

Roma, 1 settembre - Il rapporto tra l’invecchiamento della popolazione
e il lavoro rappresenta un nodo cruciale per eventuali interventi di
revisione dei sistemi pensionistici. Infatti, secondo la Ue,
l’invecchiamento della popolazione e’ il rischio maggiore che corre la spesa
pensionistica. E’ stato calcoltato, infatti, che il rapporto tra gli ultra
65enni e la popolazione in attivita’, nel 2000 al 24% (media Ue), e’
destinato a raddoppiare da qui al 2050. Sempre secondo le stesse stime
l’Italia che oggi presenta un indice pari al 27% passera’ nel 2050 al 61%,
la quota piu’ alta dell’Unione.

Affrontare l’invecchiamento della popolazione vuol dire puntare sui
tassi di occupazione di tutti coloro che hanno una fascia compresa tra i 55
e i 64 anni e, quindi, rimandare l’eta’ del pensionamento. E, in tal senso,
la stretegia europea, insieme all’innalzamento dell’eta’ pensionabile di
cinque anni, ha fissato per questi lavoratori un obiettivo al 2010 del 50%
di occupati a fronte di una media del 38,5% al 2001. Al momento la
situazione dei Paesi europei rispetto a tale andamento si presenta alquanto
variegata. La Svezia con il 66%, la Danimarca con il 58%, il Regno Unito con
il 52,3%, e il Portogallo con il 50,3% hanno gia’ superato l’obiettivo
mentre gli altri si attestano tra il 46,8% dell’Irlanda e il 42,1% del
Belgio passando per la Finlandia (45,7%), l’Olanda (39,6%), la Spagna
(38,9%), la Grecia (38%) la Germania, la Francia (31%), l’Austria (28,6%),
l’Italia (28%), Lussemburgo (24,4%).

Per quanto riguarda l’eta’ del pensionamento la media attuale europea
si attesta a 61,3 anni. Ma chi sono i piu’ giovani a ritirarsi dal lavoro? I
lavoratori dei Lussemburgo (57,7) seguiti dal Belgio (58), da Grecia e
Italia (60,4), dalla Spagna (61,4), dalla Germania (61,7), dalla Finlandia
(62,2), Svezia e Regno Unito (63,2) dalla Danimarca (63,6) e dall’Irlanda
(64,3). Gli indici relativi a Francia e Austria, paesi che hanno
recentemente riformato i solo sistemi previdenziali, presentavano
rispettivamente 58,7 e 60,9.

In Europa i sistemi pensionistici evidenziano una maggiore uniformita’
per i Paesi nordici sia per l’ammissione del cumulo tra la pensione e i
redditi da lavoro, sia per l’eta’ pensionabile elevata nel tempo a 65 anni e
sia per il massiccio ricorso a forme di previdenza integrativa. I Paesi
latini, invece, contemplano forme di prepensionamento, un’eta’ pensionabile
piu’ bassa e differente per sesso e un minore ricorso agli strumenti
previdenziali privati. Tuttavia l’invecchiamento della popolazione,
rappresentando un comune denominatore per i Paesi europei, potrebbe spingere
gli eventuali processi di riforma verso una armonizzazione delle norme e
delle tutele. Ecco in dettaglio cosa prevedono le normative dei singoli

Paesi europei:

AUSTRIA: La riforma promossa dal governo di Vienna dovrebbe entrare in
vigore dal 1 gennaio 2004. L’eta’ minima pensionabile passera’ per tutti a
65 anni contro l’eta’ media precedente di 57 anni per le donne e di 59 anni
per gli uomini. Con il 2009 ci sara’ l’abolizione del pensionamenti
anticipati e la vita contributiva che dara’ diritto alla pensione passera’
da 40 a 45 anni.

BELGIO: L’ultima riforma previdenziale risale al 1997. La normativa
prevedeva il passaggio graduale dal 1997 al 2009 dell’eta’ pensionabile per
le donne da 60 a 65 anni. Per quanto riguarda la pensione anticipata gli
anni di attivita’ professionale necessari furono elevati da 28 a 35 tra il
1997 e il 2005. Dai 60 anni si puo’ avere il prepensionamento, a patto di
avere 28 anni di occupazione alle spalle, ma saliranno a 35 nel 2005. Non e’
invece previsto il rinvio del prepensionamento. E’ Inoltre consentito il
cumulo con il reddito da lavoro che se supera un determinato importo la
pensione viene ridotta. Per quanto riguarda le pensioni private ne
beneficiano il 12,8% di tutti coloro che ricevono gia’ una pensione mentre
coloro che ne hanno accesa una sono il 35% dei lavoratori.

DANIMARCA: Il pensionamento standard avviene a 65 anni. Non e’
prevista la possibilita’ di anticipare il pensionamento di vecchiaia mentre
la possibilita’ di posporla riguarda solo le pensioni integrative, fino a un
massimo di tre anni. Ben l’82% dei dipendenti a tempo indeterminato compresi
tra i 15 e i 59 anni versa contributi per una pensione privata. E’
consentito il cumulo della pensione con altri redditi ma il pensionato
lavoratore subisce un graduale decurtamento della pensione fino a 30 mila
euro all’anno.

GERMANIA: Risale a quattro anni fa l’ultima riforma varata in materia
di previdenza. Tra fattori principali il passaggio dell’eta’ pensionabile
per le donne da 60 a 65 anni tra il 2000 e il 2004. Ma tra i punti centrali
dell’ipotesi di revisione dei meccanismi previdenziali che dovrebbe essere
formalizzata dal governo tedesco nel prossimo autunno ci sarebbe un
ulteriore innalzamento dell’eta’ pensionabile che passerebbe da 65 a 67 anni
in un periodo compresso tra il 2011 e il 2025. Al momento in Germania e’
previsto il cumulo tra pensione e reddito ma solo dopo i 65 anni. Per quanto
riguarda la previdenza privata vi ricorrono il 28% dei dipendenti del
commercio e il 64% dei lavoratori dell’industria.

GRECIA: Gli interventi fondamentali sono stati adottati nel 1993 e nel
1998. tra gli aspetti strategici l’aumento dell’eta’ pensionabile per le
donne da 60 a 65 anni; la determinazione di una soglia minima di 35 anni di
attivita’ professionale per ottenere il 60% dei contributi che danno diritto
alla pensione, la soppressione dell’indennita’ a sostegno della famiglia e
la creazione di un fondo previdenziale per gli agricoltori. E’ consentito il
cumulo tra pensione e reddito da lavoro ma la pensione viene ridotta. Le
pensioni private sono limitate prevalentemente alle imprese internazionali.

FRANCIA: La riforma appena varata prevede tra le principali novita’ la
parificazione dei regimi pensionabili tra i dipendenti pubblici e quelli
privati. Entro il 2020 la vita contributiva aumentera’ progressivamente fino
a raggiungere i 42 anni. Un altro pilastro della nuova riforma riguarda
l’incremento della previdenza privata. Le nuove norme consentono, infatti,
la possibilita’ per ciascun cittadino, di accedere ad altre forme
integrative in grado di garantire una rendita al raggiungimento dell’eta’
pensionabile. Le forme previdenziali alternative godono di una sorta di
protezione finanziaria dei sottoscrittori.

SPAGNA: L’ultima revisione del sistema pensionistico risale al 1997.
La nuova normativa e’ intervenuta principalmente sulla base di calcolo,
estesa agli ultimi quindi anni di contribuzione. L’eta’ standard
pensionabile e’ per tutti di 65 anni. Una forma di prepensionamento e’
ancora consentito a partire dai 60 anni per coloro che risultavano
assicurati prima del 1967, dai 61 per coloro che hanno maturato almeno 30 di
versamenti contributivi e per i disoccupati involontari. Per quanto riguarda
il cumulo in caso di attivita’ retribuite la pensione viene sospesa. Solo il
10% dei lavoratori assicurati aderisce a forme di pensionamento privato.

IRLANDA: L’eta’ pensionabile e’ fissata a 65 anni. Non sono previste
forme di prepensionamento ne’ sono stati previste procedure per ritardare la
data dell’andata in pensione. Il cumulo tra la pensione e il reddito da
lavoro e’ ammesso solo dopo i 66 anni di eta’. Per quanto riguarda il
ricorso a forme di previdenza integrativa quasi il 47% della popolazione
compresa nella fascia di eta’ tra i 20 e i 69 anni ha aderito a simili
programmi.

LUSSEMBURGO: L’eta’ standard pensionabile e’ fissata a 65 anni. Il
prepensionamento e’ consentito: puo’ avvenire a 57 o a 60 anni se si sono
maturati almeno 40 anni di vita contributiva. E’ possibile il cumulo tra
pensione e reddito da lavoro, ma per le normali pensioni di vecchiaia. Nel
2002 sono state adottate nuove misure per favorire il ricorso alla pensione
integrativa privata.

OLANDA: L’eta’ standard e’ di 65 anni. Il sistema previdenziale non
contempla ne’ forme di prepensionamento ne’ di posticipo. E’ consentito il
cumulo tra la pensione e il reddito da lavoro. Il ricorso a forme di
previdenza integrativa presenta un indice tra i piu’ alti in Europa. Oltre
il 90% dei lavoratori ha aderito a piani pensionistici privati.

PORTOGALLO: Il primo intervento generale e’ del 1993. Successivamente
tra il 1999 e il 2000 e’ stato definito con un nuovo intervento legislativo
l’attuale sistema previdenziale. Le norme hanno determinato tra il 1994 e il
1999 il passaggio dell’eta’ pensionabile per le donne a 65 anni; la pensione
anticipata viene accordata quando si hanno meno di 55 anni, ma gia’ 30 anni
di vita contributiva. Il ritiro dalla vita lavorativa al raggiungimento del
65esimo anno di eta’ non e’ piu’ obbligatorio: sono previsti incentivi per
coloro che continuano a lavorare fino al limite massimo di 70 anni. E’
consentito il cumulo tra pensione e redditi da lavoro. Il ricorso a forme di
previdenza integrativa non ha raggiunto quote significative.

FINLANDIA: L’eta’ standard e’ di 65 anni di eta’. Sono previste forme
di prepensionamento che puo’ scattare a 60 anni, mentre non c’e’ un limite
per chi sceglie di lavorare anche dopo aver superato l’eta’ pensionabile. E’
consentito il cumulo tra pensione e reddito da lavoro e il ricorso a forme
di pensione integrativa rappresenta uno dei pilastri del sistema
previdenziale.

REGNO UNITO: L’eta’ pensionabile raggiungera’ per tutti il 65esimo
anno di eta’ nel 2020. Attualmente gli uomini lasciano il lavoro a 65 anni e
le donne a 60. Non esistono possibilita’ di prepensionamenti, mentre sono
consentite forme di posticipo fino ad un massimo di cinque anni. Questo
limite sara’ eliminato a partire dal 2010. E’ consentito il cumulo della
pensione e del reddito da lavoro. Il 71% dei pensionati hanno un reddito
proveniente da investimenti incluse le pensioni private mentre il 44% della
popolazione attiva ha sottoscritto forme di previdenza integrativa.

SVEZIA: L’eta’ standard e’ di 65 anni. Sono consentite forme di
prepensionamento dai 61 anni, ma applicando delle riduzioni ed e’ possibile
continuare l’attivita’ lavorativa oltre l’eta’ pensionabile. E’ inoltre
consentito il cumulo tra pensione e redditi da lavoro, mentre il ricorso a
forme di previdenza integrativa interessa oltre il 90% dei lavoratori.

Laura Trovellesi Cesana