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Pace fatta con il PD?
par ripreso da E.B.
Publie le lunedì 11 giugno 2012 par ripreso da E.B. - Open-Publishing2 commenti
Sergio Bellavita: "Landini lavora per ricomporre il centrosinistra. Pace fatta con il PD? Noi no!"
Davanti ad una platea identificata nominalmente, in una sala persino "bonificata" dalle unità cinofile delle forze dell’ordine, sabato scorso si è svolto a Roma l’incontro con i partiti promosso da Landini. Abbiamo espresso sin dall’inizio molte riserve su come è stata mediaticamente costruita l’iniziativa, tutta giocata sul partito Fiom, Fiom che minaccia di scendere in politica direttamente ecc. ecc. Toni bellicosi che, peraltro, la relazione di Landini ha evitato con attenzione. Nel disegnare il più che condivisibile devastante scenario socio-economico e la condizione concreta dei lavoratori, Landini ha omesso un dettaglio: il partito democratico con Bersani lì presente è il maggior azionista politico del governo Monti. È l’ispiratore e il sostenitore della politica di austerità, sostiene il pareggio di bilancio, il fiscal compact. Ha lavorato contro lo sciopero generale, pretende l’unità CGIL-CISL-UIL, ha difeso il modello Marchionne (l’elenco è interminabile) Non ha alzato un dito, se non per votare sì, sulle pensioni da lavoro cancellate dalla Fornero.
In più , nel paese è aperta una battaglia contro l’approvazione della controriforma Fornero che cancella l’art.18: perché non è stata posta al PD come discriminante?
Non si coglie, se non a parole, la natura di fondo della crisi e dell’attacco durissimo posto ai lavoratori ed alle lavoratrici. Un attacco che richiede un conflitto di pari radicalità da parte del sindacato.
La polarizzazione e la radicalizzazione che la fase induce è tale che tra il conflitto generale, prolungato, il sindacato di classe da una parte e il sindacato corporativo subordinato alle logiche d’impresa e governo dall’altra, non c’è nulla.
Parimenti sul piano politico o c’è una forza radicalmente anticapitalista coerente e conseguente sul piano della ricostruzione dell’opposizione sociale o c’è il governo Monti. In mezzo non c’è nulla e qualsiasi cosa voglia tentare di stare in mezzo sarà inevitabilmente trascinata o di qua o di là.
Qui vengono le ragioni del dissenso profondo rispetto all’interlocuzione con il PD. Hanno ragione i lavoratori della Perini che in assemblea hanno dichiarato che non voteranno mai più per chi cancella l’art.18.
Dovremmo, come Fiom, più occuparci di come organizzare il conflitto e la rabbia contro chi, a partire dal PD, sostiene la cancellazione dello statuto dei lavoratori più che dargli platee e convenevoli per una legittimazione, come con la Fornero all’Alenia, di cui hanno un disperato bisogno.
Ne’ si puo’ oggi pensare di consegnare alla politica di palazzo una delega sulle questioni del lavoro,che prima di tutto dovrebbero chiamare in causa noi, perche’ non ci sara’ risposta alcuna se non verra’ imposto dal conflitto un cambiamento dell’agenda della politica. Noi non smettiamo di considerare il PD un avversario, cosi come tutte le forze che sostengono il banchiere Monti. E’ illusorio pensare che nel 2013 d’incanto il centrosinistra a guida PD, ribalti le devastazioni che berlusconi, lo stesso centrosinistra negli anni in cui ha governato e Monti hanno fatto sul terreno sociale.
Se Landini ha fatto pace con il Pd, noi no.
Sergio Bellavita
Messaggi
1. Pace fatta con il PD?, 11 giugno 2012, 22:51, di K.
Ma quale "pace fatta" ?
Bersani è stato subissato di fischi ....
Sono in generale certamente più d’accordo con Bellavita ( Rete 28 Aprile ) che con Landini ed Airaudo ....
Ma non esageriamo nei giudizi e nella psicosi del "tradimento" ...
Certamente Bersani, a quel convegno, ha dimostrato di essere lontanissimo dalle istanze della Fiom ... e ne pagherà le conseguenze ...
E questa palese dimostrazione è un bene e non un male ...
Quindi chi ha organizzato quel convegno ha creato un’occasione estrema di chiarezza ...
1. Pace fatta con il PD?, 12 giugno 2012, 07:40, di Enrico Biso
Di solito, mi ritrovo in sintonia con i commenti del compagno k, questa volta, invece no.
L’abbraccio di Landini con Bersani, indica palesemente , l’indirizzo politico che la dirigenza maggioritaria della FIOM intende percorrere.
Essere la sinistra del centrosinistra.
I fischi della platea, invece indicano l’aver capito, dal basso, da che parte è il pd.
Ben altre sarebbero le potenzialità di fatto, della Fiom.
Il credere di poter condizionare quello che sarà il centrosinistra è a dir poco velleitario, ed il risultato sarà lo stesso di quello precedentemente raggiunto da Bertinotti.
In una fase politica come questa, in cui il pd è l’apripista delle politiche di diminuzione dei diritti dei lavoratori, l’interlocuzione avvenuta è pessimo segnale, che fa benissimo il compagno Bellavita a segnalare indicando che c’è chi dice no alla pace fatta.
Ben altra cosa sono i compagni e le compagne che hanno contestato il pd sotto la sua sede nazionale, senza illusione hanno indicato che il pd è la controparte, ed agli abbracci hanno preferito la contestazione diretta.
Non si tratta di essere settari, si tratta di non passare al ruolo di stampelle di politiche altre, marcando l’unico fattore su cui si può basare l’unità della sinistra di classe, l’essere indipendenti politicamente dal centrosinistra interclassista apri-pista delle politiche padronali.
Chi toglie i diritti, chi è apripista a queste politiche, va indicato per quello che è , il politicismo è fuori tempo massimo, ed il politicismo della maggioranza della Fiom, lo è ancora di più.
Settori classisti del sindacato sembrano averlo capito bene, non di psicosi si tratta, ma di inforcare gli occhiali della politica di classe, per poter tornare ad essere credibili, e riprendere finalmente il cammino, che la marcia sul posto, aveva interrotto da anni ed anni.
Enrico